Appunti sulla crisi della democrazia in Italia
di Salvatore CINGARI, da “Democrazia e diritto”, 2017, n. 1
1. “Democrazia senza popolo” di Carlo Galli
A cavallo della grande guerra Max Weber elaborava due epocali meditazioni sulla professione politica e sulla vocazione intellettuale. Di lì a poco anche Benedetto Croce e Antonio Gramsci, con diverse prospettive politico-sociali, avrebbero sviluppato importanti riflessioni sul rapporto fra cultura e potere, sebbene Gramsci con maggiore consapevolezza della progressiva marginalizzazione degli intellettuali dai nuovi processi massificanti di socializzazione dell’immaginario, che oggi sono arrivati a uno stadio molto avanzato. Mussolini e Stalin, Togliatti, De Gasperi e Nenni, avevano un profilo intellettuale incomparabile con quello di Renzi e Trump, di Grillo, Di Pietro e Berlusconi.
Il libro di Carlo Galli, Democrazia senza popolo (2017), è quindi una gradita eccezione in tempi in cui la politica come professione è sempre più lontana dal lavoro intellettuale, a sua volta sempre più estraneo alla classe dirigente. In queste pagine l’autore si sottrae alla cogenza del pensiero unico dettato dalla società del capitale-spettacolo (e, ovviamente, della sua “scimmia” populistica), e tenta di dare un senso razionale agli accadimenti e un ruolo autonomo al proprio agire politico. Il quadro in cui tale sforzo si inscrive è quello della “post-democrazia”, ossia una fase in cui i poteri economici privati erodono sempre più il potere politico-statuale, gli esecutivi implementano la razionalità tecnico-amministrativa necessaria a soddisfare gli interessi dei primi a discapito del parlamento… Per continuare a leggere il saggio, clicca qui.
[Fonte dell’immagine in apertura: https://www.cartoonmovement.com/cartoon/11287]
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