VIVA L’AMBIENTALISMO IDEOLOGICO da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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VIVA L’AMBIENTALISMO IDEOLOGICO da IL MANIFESTO

Viva l’ambientalismo ideologico

EMERGENZA CLIMATICA C’è un’espressione, «ambientalismo ideologico», usata da esponenti vari del nostro governo, con cui si bolla di settarismo associazioni e movimenti ambientalisti

Federico C. Butera  24/04/2025

C’è un’espressione, «ambientalismo ideologico», usata da esponenti vari del nostro governo a partire dalla presidente del consiglio, con cui si bolla di settarismo associazioni e movimenti ambientalisti, rei di voler portare il paese alla «deindustrializzazione» e conseguente «desertificazione economica».

Secondo l’Enciclopedia Treccani, la parola «ideologia» deriva da un movimento, gli «idéologues», nato durante la Rivoluzione francese, che applicava i metodi della scienza allo studio dell’uomo e della società. L’ambientalismo parte pure dalla scienza, dalle scienze della Terra.

Che sia proprio per questo che l’ambientalismo è qualificato come ideologico e combattuto da chi oggi detiene il potere? La scienza, in politica, è pericolosa: pone limiti indesiderati e rivela verità che spesso contrastano con gli interessi rappresentati dai politici. È più comodo confrontarsi con opinioni, facilmente manipolabili.
Da qui la necessità di demonizzare una visione del mondo, l’ambientalismo, che basandosi sulla scienza mette in discussione il modello economico e culturale in cui viviamo. Entriamo nel dettaglio.

La scienza ha mostrato senza possibilità di dubbio che la crisi ambientale sia la conseguenza inevitabile del modello economico e culturale attuale.

Un modello che si basa sulla crescita economica senza limiti sostenuta dal consumismo e sull’estrai-produci-usa-getta, in un mercato che funziona come una giungla: chi vince prende tutto, chi perde se lo merita. Un modello che deriva dal darwinismo sociale di Spencer, adattato da Milton Friedman e abbracciato dai conservatori. La ricerca scientifica ci ha mostrato che i limiti invece ci sono, i limiti planetari, che riguardano nove processi biofisici che governano il funzionamento della Terra, e ne abbiamo già superato sei, con le conseguenze che stiamo vedendo.

La scienza ci ha rivelato che nella biosfera la materia che si adopera è sempre la stessa, degradata e rigenerata in un ciclo senza fine alimentato dall’energia solare, e niente cresce indefinitamente, piuttosto si evolve verso forme più complesse. Un equilibrio dinamico che funziona da centinaia di milioni di anni. Un approccio diverso da quello attuale, lineare, in cui estraiamo senza sosta risorse per poi disfarcene, che ha mostrato di non essere capace di funzionare neanche per due secoli.

Inoltre, la scienza smentisce l’idea che gli ecosistemi si evolvano solo attraverso la competizione senza esclusione di colpi, come sosteneva Spencer male interpretando il pensiero di Darwin. Al contrario la cooperazione e i comportamenti simbiotici sono parte essenziale del loro funzionamento, come lo sono nei sistemi sociali.

L’ambientalismo si fonda sulla fiducia nella scienza, che ci spiega che siamo parte della natura, non i suoi padroni, che la crescita senza limiti porta al collasso del sistema Terra, che la transizione energetica non è solo una sostituzione di tecnologie, ma anche una svolta economica e culturale, che la crisi ambientale si può risolvere solo se si lascia spazio alla solidarietà, all’equità e alla sobrietà. Ebbene sì, è una ideologia. Allora, diciamo come stanno le cose: l’ideologia ambientalista si contrappone al modello economico, sociale e culturale attuale, che è il frutto di un’altra ideologia: quella capitalista neoliberista. Il fatto nuovo, e preoccupante per il capitalismo, è che l’ideologia ambientalista è supportata dalla scienza, ecco perché va stroncata alla radice, anche depotenziando la ricerca, come sta facendo Trump.

Il secolo scorso ha visto la contrapposizione fra l’ideologia capitalista e quella socialista, con la vittoria della prima. Ora il capitalismo si confronta con un nuovo avversario: l’ambientalismo, che, partendo dalla scienza e dal funzionamento della natura, prefigura un modello di società che richiama alcuni aspetti fondamentali del socialismo. Un modello che implica una profonda ristrutturazione del sistema produttivo, il che ovviamente – per chi dal sistema trae vantaggio – è visto come «deindustrializzazione» e per evitarlo agita lo spettro della «desertificazione economica». Questa lettura aiuta a comprendere le ragioni della lotta contro l’ambientalismo, che viene combattuto come ideologia, come si combatteva il socialismo. Da qui derivano azioni a tutti i livelli: dalla denigrazione e boicottaggio del Green Deal europeo alla criminalizzazione del dissenso ambientalista rappresentato da Ultima Generazione, Extinction Rebellion e altre organizzazioni giovanili che rivendicano il diritto di vivere su un pianeta adatto a ospitarli; dall’Italia hub del gas e polo per il sotterramento della CO2, come vuole l’ENI, al «nucleare sostenibile» come vogliono Ansaldo e Edison. Apriamo gli occhi: la lotta contro la crisi ambientale va affrontata con lo stesso spirito con cui si lottava per una società migliore, rivendicando equità, istruzione, salute, lavoro non sfruttato. Stesso spirito perché gli obiettivi di fondo sono gli stessi e l’avversario è lo stesso. Apriamo gli occhi: la lotta contro la crisi ambientale va affrontata con lo stesso spirito con cui si lottava per una società migliore, rivendicando equità, istruzione, salute, lavoro non sfruttato. Stesso spirito perché gli obiettivi di fondo sono gli stessi e l’avversario è lo stesso. Ebbene sì, di ambientalismo ideologico si tratta, lo stesso di Papa Francesco.

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