UCRAINA: ACCORDO SU MAR NERO ED ENERGIA, MA MOSCA PRETENDE STOP SANZIONI da IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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UCRAINA: ACCORDO SU MAR NERO ED ENERGIA, MA MOSCA PRETENDE STOP SANZIONI da IL FATTO

Ucraina, negoziati arabi conclusi: accordo su Mar Nero ed energia, ma Mosca pretende stop sanzioni

 MIChela A.G. Iaccarino  26 Marzo 2025

Gli Stati Uniti si sono impegnati a far tornare sui mercati cereali e fertilizzanti russi

Intensi e lunghi gli ultimi round di colloqui “a distanza ravvicinata” tra russi e ucraini: sono durati dodici ore. Sono avvenuti in sedi separate: in una i russi, in un’altra gli ucraini, e a fare da spola e tramite, i mediatori statunitensi, per ottenere almeno un risultato dall’ultimo vertice saudita. Alla fine si raggiunge una forma di tregua: ma solo “energetica”. Finalizzato, ma non finale e definitivo, è l’accordo per la cessazione delle ostilità sul Mar Nero e nei siti delle strutture energetiche ottenuto dopo le discussioni tenute dai team negoziali a Ryad. È mancata una dichiarazione congiunta “a causa della posizione dell’Ucraina” ha detto il primo vice capo del Comitato della difesa e sicurezza russo Vladimir Chizhov. Si tratta comunque del primo passo significativo verso quel cessate il fuoco che l’amministrazione Trump ha promesso avrebbe raggiunto al più presto.

Dopo ore di proposte e controproposte, Russia e Ucraina hanno concordato di “garantire una navigazione sicura, eliminare l’uso della forza nel Mar Nero e impedire l’uso di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero”. I documenti resi pubblici in seguito dalla Casa Bianca sono due: due accordi, uno raggiunto con Kiev e l’altro con Mosca, per lo stop agli attacchi marittimi ed energetici. L’intesa non è stata discussa in ogni dettaglio: “Ulteriori consultazioni tecniche” vanno programmate a breve per “l’attuazione, il monitoraggio e il controllo degli accordi”, ha scritto il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov che non esclude di ricorrere all’uso della forza se le navi russe riavvieranno le loro operazioni militari. L’incontro è stato comunque “l’estensione logica delle consultazioni con gli Usa tenute a Gedda”: “nessuno desidera una pace giusta più degli ucraini”. È stato lo stesso capo del dicastero a confermare il sostegno statunitense per un futuro nuovo scambio di prigionieri, rilascio di civili bloccati in Russia e ritorno dei bambini che Kiev accusa Mosca di aver illegalmente deportato durante il conflitto. Washington agli ucraini ha promesso il suo sostegno per il ritorno dei soldati ora nelle celle di Mosca, ma ai russi ha garantito una concessione senza precedenti dopo la pioggia di misure restrittive applicate contro la Federazione russa dal 2022.
Gli Stati Uniti si impegnano “a contribuire a ripristinare l’accesso al mercato mondiale” per cereali e fertilizzanti russi, un ok statunitense che è stato aspramente criticato dal presidente Zelensky: “Rappresenta un indebolimento delle sanzioni”, “indebolisce la nostra posizione”. Questo è il se che il Cremlino ha posto al ripristino della calma tra le acque che bagnano le coste ucraine: ci sarà solo se verranno ritirate le sanzioni sulle sue esportazioni agricole; da Mosca fanno sapere che l’accordo entrerà in vigore solo dopo la revoca delle restrizioni alla Banca agricola russa e ad altre “istituzioni finanziarie coinvolte nel commercio internazionale di prodotti alimentari”. In ogni caso, il contenuto dei colloqui con gli americani, ha riferito il portavoce del Cremlino Peskov, non verrà reso pubblico.
“Se non ci saranno attacchi al settore energetico, questo è già significativo”. Per il presidente ucraino – che ha fornito agli Usa un elenco di siti strategici da proteggere – da Ryad la sua squadra torna comunque con una missione compiuta; anche nelle ore precedenti ai colloqui volavano nei cieli ucraini missili balistici Iskander M e oltre un centinaio di droni. E dall’altro lato droni di Kiev hanno colpito un deposito di gas a Lugansk.

Un sì è arrivato anche per terze parti per monitorare l’attuazione degli accordi; Zelensky ha dato l’ok a “Paesi terzi”: “per esempio qualcuno dalla Turchia può essere coinvolto, forse qualcuno dal Medio Oriente”. Ieri il ministero degli Esteri russo Lavrov ha tacciato invece i vertici europei, in particolare di Gran Bretagna e Francia – che hanno offerto le loro truppe come forze di peacekeeping –, di essere incompetenti politici, “sognatori che dimostrano ogni giorno il loro completo fallimento”.
L’Ue vuole contenere la Russia oggi – ha detto il capo della diplomazia russa – come ieri hanno provato a fare Napoleone e Hitler. Oggi dal presidente Macron che ha nuovamente riunito la coalizione dei volenterosi all’Eliseo ci sarà anche Zelensky.

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