MIGLIAIA COSTRETTI A SCAPPARE DAL CAMPO PROFUGHI DI JENIN da IL MANIFESTO
Migliaia costretti a scappare dal campo profughi di Jenin
Muro di ferro Le ruspe israeliane hanno distrutto strade e infrastrutture. L’ospedale pubblico è isolato. Funerali ieri per Ahmed Shayeb ucciso davanti ai figli dagli spari di un cecchino
Michele Giorgio 23/01/2025
GERUSALEMME
«Vai, accelera. Non fermarti, sparano». Negli ultimi istanti di vita Ahmed Shayeb ha ascoltato le esortazioni dei figli ad andare veloce mentre intorno i reparti israeliani rioccupavano il campo profughi di Jenin. Le immagini, riprese con il cellulare da uno dei bambini, si interrompono quando Shayeb, 38 anni, è raggiunto da un proiettile sparato da un cecchino e muore sul colpo, andando ad aggiungersi agli altri 11 palestinesi uccisi da martedì, quando il governo israeliano ha dato il via libera all’operazione di sicurezza «Muro di Ferro» in Cisgiordania.
IL PREMIER NETANYAHU ha cominciato l’attacco proprio a Jenin e il suo campo profughi, la roccaforte della resistenza armata. Israele considera gli ultimi morti di Jenin dei «terroristi». La popolazione della città smentisce. Erano quasi tutti civili ripetono gli abitanti, solo uno di loro era un militante della Brigata Jenin (Jihad islami) e invitano a guardare all’età delle vittime: alcune hanno più di 50 anni, uno era un ragazzo di 16 anni.
L’uccisione di Shayeb davanti ai figli ha generato sdegno e sconforto a Jenin che pure negli ultimi anni ha visto decine di civili e combattenti uccisi durante le incursioni israeliane e una, terminata una settimana fa, delle forze di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) di Abu Mazen ufficialmente volta a riportare «legge ed ordine» nella città (15 i morti). «Muro di ferro», perciò, non poteva non alimentare la conflittualità tra Fatah, il partito su cui si fonda l’Anp, e le altre formazioni palestinesi con Jenin sotto attacco israeliano. Jihad e Hamas puntano l’indice contro l’Anp. «Riteniamo l’autorità di Ramallah e i suoi servizi di sicurezza responsabili della loro partecipazione e complicità in questa aggressione, avendo fornito (a Israele) l’opportunità di imporre un assedio al campo di Jenin», hanno scritto in un comunicato i leader locali del Jihad. Simili le accuse di Hamas che ha invitato a reagire «per porre fine alle gravi violazioni dell’Anp» che, aggiunge, ha anche arrestato combattenti feriti nell’ospedale Al Razi. Fatah ha replicato accusando Hamas e la tv qatariota Al Jazeera di «distorcere» i fini delle operazioni della sicurezza palestinese. Ma la condanna dell’Anp è ampia tra la gente.
QUELLA DI IERI A JENIN è stata una giornata segnata da altri 20 arresti (30 in totale) e da ordini di sfollamento che ricordano quelli lanciati da Israele agli abitanti di Gaza dopo il 7 ottobre 2023. «Centinaia di famiglie del campo profughi, solo in queste ultime ore, hanno dovuto lasciare le loro case. Le stiamo accogliendo in edifici e strutture pubbliche. Le loro condizioni sono precarie, vanno sfamate e assistite», ci ha detto Bashir Matahen, un portavoce del comune di Jenin. Anche il governatore Kamal Abu Al Rub ha rimarcato la gravità della situazione. «Gli israeliani costringono tante famiglie a sfollare e stanno distruggendo le infrastrutture», ha denunciato. Si è riferito alle numerose ruspe militari fatte affluire in città che hanno distrutto strade, in particolare quella che porta all’ospedale governativo. Immagini mostrano abitanti del campo di Jenin che si allontanano camminando in fila, con pochi averi.
«LE NOSTRE AMBULANZE non possono raggiungere l’ospedale, diverse strade non sono più percorribili e gli ammalati devono spostarsi a piedi», ha denunciato un infermiere della Mezzaluna rossa. Un paziente dimesso ieri ha raccontato ad Al Jazeera di essere rimasto all’ospedale a causa della distruzione della strada e della presenza massiccia nella zona dei militari israeliani.
Il direttore dell’agenzia per i profughi palestinesi Unrwa (Onu) in Cisgiordania, Roland Friedrich, ha avvertito che il campo di Jenin è «quasi inabitabile». «Circa 2.000 famiglie sono sfollate da metà dicembre. L’Unrwa non è in grado di fornire servizi completi al campo in questo periodo», ha spiegato. L’Unrwa, peraltro, sarà costretta a ridurre al minimo le sue attività in Cisgiordania se tra qualche giorno entreranno in vigore le due leggi approvate dalla Knesset israeliana che colpiscono e limitano le operazioni della più importante agenzia umanitaria dell’Onu che opera nei Territori occupati. Riferendosi a Jenin e a «Muro di Ferro», la Relatrice dell’Onu per i diritti umani in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, Francesca Albanese, ha commentato su X «Mentre il tanto atteso cessate il fuoco a Gaza ha avuto luogo, la macchina della morte di Israele ha intensificato i suoi spari in Cisgiordania, uccidendo dieci persone a Jenin. Se non sarà fermata, il genocidio dei palestinesi da parte di Israele non sarà limitato a Gaza. Ricordate le mie parole».
«MURO DI FERRO», come annunciato due giorni fa da Netanyahu, si sta allargando a tutta la Cisgiordania. Raid dei militari sono avvenuti a Bir Zeit, in vari villaggi nei pressi di Ramallah e a Deir Sammit (Hebron) e nel campo di Aida (Betlemme). Sono sorti nuovi posti di militari e quelli già esistenti sono stati chiusi in gran numero complicando la vita quotidiana dei palestinesi.
Non cessano in Cisgiordania le violenze dei coloni israeliani che nei giorni scorsi hanno bruciato case e auto palestinesi per rappresaglia alla tregua a Gaza che non volevano. Decine di coloni ieri hanno assaltato il villaggio di Khirbet Aqwiwis (a sud di Hebron) e attaccato gli abitanti e le loro case. Nei giorni scorsi avevano ferito 12 palestinesi a Jinsafut e Funduq.
No Comments