L’ANNO DEI DIRITTI VIOLATI: DA GAZA ALLA PULIZIA ETNICA NEL DARFUR OCCIDENTALE da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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L’ANNO DEI DIRITTI VIOLATI: DA GAZA ALLA PULIZIA ETNICA NEL DARFUR OCCIDENTALE da IL MANIFESTO

L’anno dei diritti violati, da Gaza alla pulizia etnica nel Darfur occidentale

Diritti umani Il report di Human Rights Watch sul 2024

Giovanna Branca  17/01/2025

«La politica estera del presidente degli Stati uniti Joe Biden ha dato prova di doppi standard in termini di diritti umani, fornendo armi senza restrizioni a Israele nonostante le atrocità commesse a Gaza, mentre condannava la Russia per simili violazioni in Ucraina e mancava di affrontare i gravi abusi dei diritti in paesi partner come gli Emirati, l’India e il Kenya». Lo scrive Tirana Hassan, direttrice esecutiva di Human Rights Watch, nella sua introduzione al report annuale dell’organizzazione per i diritti umani, che quest’anno si intitola 2024: A Year of Reckoning, un anno di resa dei conti – inteso come test (fallimentare) dell’«integrità dei diritti umani».

CON DELLE ECCEZIONI: i movimenti di resistenza dal basso che si sono opposti all’autoritarismo e alle violazioni delle istituzioni democratiche in paesi come il Bangladesh (dove le proteste studentesche hanno condotto alla fuga della premier «repressiva» Sheikh Hasina), il Kenya dove le manifestazioni popolari hanno messo con le spalle al muro il presidente William Ruto, o la Corea del Sud dove «in pochi minuti dopo l’annuncio» di Yoon suk-yeol, con cui imponeva la legge marziale, «migliaia di persone hanno marciato per protesta davanti all’Assemblea nazionale» – di fatto contribuendo a sventare il golpe. O ancora in Venezuela, dove tantissimi cittadini sono scesi in piazza per «chiedere un giusto conteggio dei loro voti». «Questi movimenti di resistenza – scrive Hassan – sottolineano una realtà cruciale: le lotte per i diritti sono guidate dalle persone comuni».

L’affondo su Joe Biden è accompagnato da una profonda preoccupazione per l’imminente inizio del secondo mandato di Trump alla Casa bianca, «che non solo minaccia la sicurezza interna degli Stati uniti, ma avrà un impatto, per commissione o omissione, sui diritti umani all’estero». Basta guardare alla sua prima presidenza: «Attacchi alle istituzioni multilaterali, alla legge internazionale e ai diritti dei gruppi marginalizzati». «Il suo secondo mandato potrebbe essere ancora più dannoso, incoraggiando tra le altre cose i leader illiberali di tutto il mondo a seguire il suo esempio».

UNO DEI FOCUS principali del report è naturalmente la guerra a Gaza, dove «le autorità israeliane hanno imposto un assedio, commesso numerosi attacchi illegali e forzato dislocamenti che rappresentano crimini di guerra e contro l’umanità». E poi l’Ucraina che sta per entrare nel quarto anno di invasione russa, di attacchi a ospedali, infrastrutture, edifici civili, e dove nelle regioni occupate Mosca «ha cercato di cancellare l’identità ucraina metodicamente e con la forza». Attenzione anche alle violazioni dei diritti umani all’interno dei confini russi: il report denuncia la mancanza di libertà di espressione, la legge sugli «agenti stranieri», l’offensiva contro le persone queer e quella meno nota contro i diritti riproduttivi delle donne («almeno 12 regioni» hanno implementato leggi repressive del diritto all’aborto), la xenofobia, le violenze contro i detenuti.

AMPIO SPAZIO anche alle violazioni dimenticate e ignorate, a partire dalla guerra civile in Sudan, teatro di «crimini di guerra e contro l’umanità», di «pulizia etnica» nel Darfur occidentale. E rispetto alla quale «la risposta globale è stata gravemente inadeguata, con l’effetto di incoraggiare i comandanti (dell’esercito e delle Rsf, ndr) a commettere abusi ancora più gravi».
Tuttavia, sottolinea il report, bisogna confrontarsi con «una realtà spesso trascurata: le democrazie liberali non sono sempre garanti affidabili dei diritti umani, all’estero o all’interno dei propri confini»: a partire dall’Italia, oggetto di una lunga analisi. Alle voci: discriminazioni e intolleranza (profilamento razziale da parte della polizia, incarcerazione sproporzionata di persone di origine africana); povertà e ineguaglianza – i dati Istat che parlano del 10% della popolazione che vive in stato di povertà -; diritti delle donne, vittime di femminicidio e di una «crescente» ondata di violenza domestica; oppressione della comunità Lgbtq e gravi carenze nella libertà di stampa.

NON DA ULTIMO per le violazioni contro i diritti dei migranti, talmente gravi a livello non solo italiano ma globale da meritare un report a sé stante focalizzato sugli abusi commessi dall’Unione europea, intitolato Le politiche sull’immigrazione alimentano le violazioni attraverso i confini.

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