DEEPSEEK: SCHIAFFO ALLA SILICON VALLEY da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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DEEPSEEK: SCHIAFFO ALLA SILICON VALLEY da IL MANIFESTO

DeepSeek: schiaffo alla Silicon Valley, duro colpo al tecno-trumpismo

DeepSeek AI chatbot – Vuk Valcic/ZUMA Press Wire

Il caso Nella guerra capitalista tra Cina e Stati Uniti la concorrenza si fa più forte. Il capitalismo-Stato di Pechino ha segnato un punto contro il nazional-capitalismo di Trump e della sua plutocrazia. Ma non bisogna lasciarsi catturare dalle narrative tra i belligeranti. Tra agguati geopolitici e cambi di ciclo nell’intelligenza artificiale ci saranno altri rovesci. Anche in borsa dove le Big Tech sono sovra-capitalizzate

Roberto Ciccarelli  28/01/2025

Lo schiaffo della cinese DeepSeek alle americane ChatGPT, Gemini e Claude – i chatbot di OpenAI, Google e Anthropic – è stato così forte da avere provocato uno dei più notevoli singulti nella borsa statunitense dagli anni Novanta. In apertura di seduta ieri il Nasdaq aveva perso il 3,57%.

Tra agguato geopolitico e guerra tecnologica è stata impartita una severa lezione alla tecno-plutocrazia che sostiene Donald Trump, quella che la settimana scorsa si è fatta fotografare con il padrino della Casa Bianca in occasione della presentazione di una joint venture tra Oracle, OpenAI e SoftBank. Oracle è crollata dell’8% e SoftBank ha perso più dell’8% a Tokyo.

Il protagonista della giornata è stato il colosso dei microchip Nvidia stramazzato con il 17% di perdite. Ci sono state forti vendite su Microsoft (-4,26%), Oracle (-7,92%). Sono usciti a pezzi anche Constellation Energy (-12%) e Vistra (-19%), impegnati in progetti energetici per la produzione di Intelligenza Artificiale. Le quotazioni di Meta, azienda madre di Facebook & Co., sono scese del 2,12%. Il cuore di Google, Alphabet, e Microsoft, sono scese del 3%. Al contrario, le aziende cinesi collegate a DeepSeek, tra cui Zhejiang Orient Holdings e Zhuhai Huajin Capital, sono salite del 10%.

DeepSeek ha dimostrato che i budget più elevati della storia per finanziare il modello americano dell’intelligenza artificiale non portano necessariamente a un’I.A. migliore. Non servono sterminate quantità di energia che contribuiscono alla devastazione del pianeta per produrre un’innovazione migliore. L’open source può essere ancora un’alternativa alla tecnologia proprietaria.

Bisogna evitare di credere ai racconti prodotti dalle parti in conflitto. Come nella guerra con le truppe, anche in quella tecnologica ci sono le armi di distrazione di massa. Ai dubbi circolati tra gli osservatori, sia finanziari che della tecnologia, sui faraonici progetti americani sull’intelligenza artificiale («Stargate» annunciato in pompa magna da Trump) si sono aggiunti ieri quelli su DeepSeek.

Il clamore che ha accolto la novità dell’ultim’ora potrebbe essere un modo calcolato per plasmare la percezione dell’innovazione cinese come snella ed efficiente contro quella «pesante» e dispendiosissima made in Usa. Come gli americani anche i cinesi hanno creato un effetto-hype di segno opposto per attrarre capitali di rischio. Questo è il segreto del capitalismo digital-finanziario: raggiunge l’apice, cambia ciclo, inizia un altro investimento.

Il giorno di gloria di DeepSeek ha un risvolto politico. Ha fatto tremare le politiche protezioniste anti-cinesi iniziate nel primo mandato di Trump, proseguite con Biden e riprese con inutile sfoggio di boria dal secondo Trump. È stato un duro colpo psicologico e strategico: il dominio Usa non è certo, i concorrenti possono spingerlo a un costoso ripensamento, le restrizioni commerciali sui microchip fatte dal 2017 sono inutili. La concorrenza si sta intensificando nell’alveo dell’intelligenza artificiale. È il prezzo del gioco che si svolge nel capitalismo globale.

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