“COME NEL 1949: LA MENZOGNA DELL’INVASIONE PER I NOSTRI AFFARI” da IL FATTO
“Come nel 1949: la menzogna dell’invasione per i nostri affari”
Stefania Maurizi 13 Aprile 2025
“Allora come ora serve il grande nemico per far ripartire l’economia”
“Spero che la manifestazione di Roma contro la militarizzazione faccia da modello in Europa”: a parlare così al Fatto Quotidiano è il giornalista e filmmaker canadese Paul Jay, invitato al Festival del Giornalismo di Perugia per parlare del suo film How to stop a nuclear war, basato sul libro del whistleblower Daniel Ellsberg.
Il suo film esamina le minacce inventate della Guerra fredda e come continuino a plasmare la politica. Quali sono?
La bugia per eccellenza degli americani e dei loro alleati era che l’Unione Sovietica stesse pianificando un’invasione dell’Europa occidentale. E quando formarono la Nato, tra il 1948 e il 1949, (gli americani e i loro alleati, ndr) dicevano al mondo che i sovietici pianificavano l’invasione, ma in quello stesso periodo la Cia redigeva dei rapporti in cui diceva alla Casa Bianca: l’Urss è in posizione difensiva, non stanno pianificando alcuna azione offensiva. Questi report sono stati desecretati decenni dopo.
Questo dibattito è tornato attuale. Ora sono preoccupati che Putin invada i paesi baltici…
C’è un ottimo libro di Frank Kofsky dal titolo Harry Truman and the War Scare of 1948, che ricostruisce come, dopo la Seconda guerra mondiale, gli Usa rischiavano una grave crisi economica: avevano costruito queste grandi aziende aeronautiche come Lockheed e Northrop, che non avevano più nulla da fare. Avevano bisogno di un grande nemico, e anche se sapevano che l’Urss non avrebbe invaso, la facevano apparire come se fosse pronta a farlo, in modo da poter giustificare un grande programma per la costruzione di armi nucleari e dell’intero complesso militare-industriale. L’alternativa sarebbe stata tornare al New Deal di Franklin Delano Roosevelt e la scelta era: investire nel sociale o nella militarizzazione? Ovviamente, scelsero la militarizzazione. Quello che vediamo oggi è la stessa situazione. La differenza – e c’è una differenza significativa – è che ora non parliamo più dell’Urss, ma della Russia. E la Russia è diventata, secondo me, un mix molto tossico di nazionalismo, religione e ha un atteggiamento molto aggressivo, ma bisogna anche chiedersi come mai sia andata così. La politica degli Usa e di gran parte delle élite dell’Europa occidentale, negli anni 90, è stata quella di escluderla dal club: escluderla dall’Europa, mentire in modo deliberato sull’espansione della Nato. Non sto suggerendo in alcun modo che l’espansione della Nato abbia giustificato l’invasione (dell’Ucraina, ndr) da parte della Russia. C’è stata una manifestazione a Roma per protestare contro la militarizzazione dell’Ue e io credo che sia stata un’ottima notizia e spero che faccia da modello in Europa, perché ora la risposta all’alleanza fascista tra Trump e Putin, tra il nazionalismo cristiano e l’estrema destra, non è riarmare l’Europa e non va esagerata la minaccia della Russia per militarizzarsi ancora.
In Ucraina, Trump punta a un accordo vantaggioso sulle terre rare o a costruire un nuovo ordine mondiale?
A entrambi. Il nuovo ordine mondiale che sperano di costruire è basato sul nazionalismo cristiano, che unirebbe l’estrema destra degli Usa e lo Stato russo, che punta a rafforzare l’estrema destra europea. Vogliono cancellare la socialdemocrazia, quello che resta di essa, ovunque. Ora (al governo degli Usa, ndr) abbiamo una cabala ed è essenzialmente guidata dagli interessi economici di Musk e dell’azienda Palantir di Peter Thiel e di altri legati a loro, il che è un notevole cambiamento nel complesso militare-industriale, un cambiamento non attraverso i vecchi Lockheed e Northrop, ma attraverso la Silicon Valley. Tutto si fonde intorno al nuovo sistema contro i missili, il Golden Dome, le guerre stellari (di Ronald Reagan, ndr) basate sull’intelligenza artificiale. Ci sono dentro aziende come Lockheed, ma è guidato soprattutto da quelle della Silicon Valley, come Musk e la sua SpaceX. Il 65% dei satelliti è di proprietà di Elon Musk. È folle: è la privatizzazione del potere militare americano e dello spazio.
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