SABATO 12 OTTOBRE DI NUOVO IN PIAZZA PER LA PALESTINA
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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SABATO 12 OTTOBRE DI NUOVO IN PIAZZA PER LA PALESTINA

Sabato 12 ottobre di nuovo in piazza per la Palestina

Il Movimento degli Studenti Palestinesi, l’Associazione dei Palestinesi in Italia-Api e la Comunità Palestinese d’Italia  invitano a partecipare al corteo sabato 12 ottobre alle ore 15.00 da Piazzale Ostiense.

Dopo 12 mesi di genocidio, pulizia etnica, violenza, crimini di guerra e contro l’umanità, Gaza è ridotta ad un cumulo di macerie.

Il regime sionista ha ucciso almeno 42.252 palestinesi, di cui 16.500 bambini; ne ha ferite 95.921 e sfollate 1.9 milioni (al momento)

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “The Lancet” nel luglio 2024, il bilancio reale delle vittime in Palestina potrebbe essere superiore a 186.000 martiri.

“Israele” sta mostrando l’intento che da oltre 76 anni guida la sua azione criminale: il completo annientamento del Popolo Palestinese, spinto dal costante principio di pulizia etnica.

Inoltre, per mezzo di bombardamenti, massacri e invasione verso il Libano e la Siria, il sionismo sta mostrando la sua ferrea volontà nel voler portare avanti il progetto della “Grande Israele”: infatti, il piano non mira a colonizzare solo la Palestina, ma ad espandere i propri confini occupando anche parte di Siria, Libano, Egitto. Insomma, dal Nilo all’Eufrate.

Israele continua a violare la sovranità territoriale del Libano, ripetendo lo stesso manuale genocida di espropriazione di massa, terrore e distruzione condotto a Gaza per quasi un anno.

Negli ultimi mesi Israele ha lanciato oltre 3000 attacchi aerei verso il Libano, uccidendo 1541 martiri, ferendone 5278 e sfollando oltre un milione di persone.

Tutto ciò che sta accadendo, ci devasta. Ma questo dolore ci spronerà a non cessare la nostra Resistenza rivoluzionaria e multigenerazionale.

Il 12 Ottobre vogliamo scendere in piazza per:

– Fermare il genocidio che sta subendo il popolo palestinese, non dal 7 ottobre ma da ben 76 anni;

– Fermare il massacro in Libano;

– Chiedere sanzioni totali al settore militare israeliano, con un deciso embargo sulle armi e sulle tecnologie e forniture dual-use civile-militare;

– Affinché sia sospeso e cancellato l’accordo di associazione UE-Israele;

– Affinché siano interrotti tutti i rapporti di tipo economico, accademico, scientifico, militare, politico e diplomatico con lo Stato israeliano e le società ad esso collegate a supporto del genocidio in corso a Gaza, della devastazione in Cisgiordania e della politica di apartheid e pulizia etnica perpetrata da oltre 76 anni;

– Far ritirare i cittadini israeliani con cittadinanza italiana che stanno prendendo parte al genocidio dei palestinesi a Gaza;

– Affinché venga rispettata la risoluzione 194 del 1948 che prevede il diritto al ritorno dei profughi palestinesi ;

– Affinché venga rispettata la risoluzione 3.236 del 1974 che prevede il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese;

– Affinché vengano rilasciati tutti i prigionieri palestinesi anche su suolo italiano.

Palestina Libera! 

Manifestazione del 12 ottobre

Unponteper  11 Ottobre 2024

Il Comitato Nazionale di Un Ponte Per ritiene importante raccogliere l’appello della Comunità Palestinese e degli Studenti palestinesi a scendere in piazza a Roma il 12 ottobre per fermare il genocidio in atto a Gaza e per fermare il massacro del popolo libanese.
La manifestazione del 12 ottobre può diventare una tappa importante nel percorso che porta alla mobilitazione nazionale del 26 di ottobre. È necessario infatti, indipendentemente dalla piattaforma di convocazione che, pur nella sua parzialità, Un Ponte Per condivide, che le forze democratiche, della società civile, dell’associazionismo e del movimento per la pace italiano non lascino soli i palestinesi e le palestinesi. È necessario, anche di fronte al tentativo di criminalizzare il dissenso alla guerra, che ci sia un atto di generosità per estendere a settori sempre più larghi della società, l’indignazione e l’opposizione a ciò che sta avvenendo in Medio Oriente.

Un Ponte Per rinnova la propria solidarietà e vicinanza ai familiari dei civili israeliani e palestinesi vittime, durante il 7 ottobre 2023 e prima e dopo quella data, di crimini di guerra e contro l’umanità.

Un Ponte Per prosegue le sue campagne – “ACQUA PER GAZA” e “EMERGENZA LIBANO” – in raccordo con le società civili palestinese e libanese per portare sostegno umanitario alle popolazioni colpite dai bombardamenti, dalla sete, dalla fame e dalla privazione di medicinali e di luoghi di accoglienza sicuri.

Ritiene che sia fondamentale il CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E PERMANENTE, per consentire l’apertura di tutti i valichi per portare soccorso a Gaza e al contempo, in Libano, consentire il ritorno in sicurezza nelle loro case e villaggi del 1 milione e 200mila sfollati.

Ai punti della piattaforma d’indizione della manifestazione del 12 ottobre a Roma Un Ponte Per intende aggiungere altre buone ragioni per scendere in tanti e in tante in piazza sabato prossimo. In particolare chiediamo al Governo italiano e a quelli dell’Unione Europea di:

  • attivarsi per far rispettare gli obblighi delle prescrizioni deliberate dalla Corte Internazionale di Giustizia in merito alle potenziali violazioni della Convenzione contro il genocidio;
  • chiedere la cancellazione immediata delle annessioni proclamate dalla Knesset e dal governo israeliano dei territori della Cisgiordania e di sanzionare tutti i coloni per violazione del diritto internazionale;
  • pretendere la fine dei rastrellamenti, delle torture e degli arresti arbitrari operati da Israele così come il rinnovo della richiesta ed operare per la liberazione di tutti gli ostaggi ancora trattenuti da Hamas;
  •  chiedere la revoca di tutte le restrizioni e i respingimenti operati da Israele contro i membri delle organizzazioni internazionali umanitarie, gli osservatori dei diritti umani, i cooperanti delle Ong;
  • pretendere l’ingresso nella Striscia di Gaza della stampa internazionale e il rispetto dell’incolumità dei giornalisti. Siamo già a 175 giornalisti, tutti palestinesi, assassinati dal 7 di ottobre ad oggi. Un Ponte Per sostiene la richiesta di dedicare il premio Sacharov del parlamento europeo ai giornalisti palestinesi assassinati mentre svolgevano il proprio lavoro a Gaza;
  • sostenere in ogni votazione alle Nazioni Unite e nel parlamento europeo e nazionale, il riconoscimento dello Stato di Palestina e cessare di assumere atteggiamenti “pilateschi” e ignobili per un Paese democratico, come il continuo ricorso al voto di astensione.

Un Ponte Per ricorda che quella in corso non è una guerra tra religioni, ma una guerra coloniale, razzista e suprematista tesa a sottrarre terra e vita ai nativi della Palestina. Per questo sosteniamo il BDS come strumento nonviolento di lotta in grado di mobilitare e responsabilizzare la cittadinanza del loro “potere” d’incidere sulle scelte di guerra portate avanti da Israele. Sosteniamo gli obiettori di coscienza israeliani che si rifiutano d’imbracciare le armi e di essere strumenti di occupazione, così come riteniamo preziosa ed importante l’emergere, negli Usa e non solo, di una generazione di giovani ebrei che hanno rotto con il sionismo e sono protagonisti della lotta contro l’occupazione e per fermare il genocidio.

Si torna in piazza per la Palestina, appello per la partecipazione

Cortei Nella Capitale l’appuntamento organizzato dal Movimento degli Studenti Palestinesi, dall’Associazione dei palestinesi in Italia-Api e dalla Comunità Palestinese d’Italia è alle 15 a Piazzale Ostiense

Luciana Cimino  12/10/2024

Manifestazioni in tutta Italia, oggi, in solidarietà con la Palestina, per condannare l’attacco armato israeliano in Libano e chiedere il cessate il fuoco. Il corteo principale sarà a Roma ma diverse iniziative sono previste in altre città, da Sassari a Firenze.

Nella Capitale l’appuntamento organizzato dal Movimento degli Studenti Palestinesi, dall’Associazione dei palestinesi in Italia-Api e dalla Comunità Palestinese d’Italia è alle 15 a Piazzale Ostiense. «Oggi saremo in piazza – ha detto il presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman – per dire ciò che dovevano dire anche il 5 ottobre: no a questa maledetta guerra, stop al genocidio, stop ai bombardamenti israeliani sulla popolazione. Chiediamo anche all’Italia, all’Europa e ai Paesi che non hanno ancora riconosciuto lo stato di Palestina, di farlo». Tra le 28 realtà che hanno aderito anche Arci, Cred (Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia), Un ponte per e Anpi Roma e Lazio. «La storia ci sta giudicando – spiegano dall’Arci – Non possiamo rinchiuderci nel caldo delle nostre convinzioni: a Gaza, in Cisgiordania, in Libano come in Ucraina e in Russia si continua a morire, diciamo basta a questo orrore».

Un Ponte per, pur specificando che ritiene la piattaforma di convocazione parziale, sostiene sia opportuno «che le forze democratiche, della società civile, dell’associazionismo e del movimento per la pace italiano non lascino soli i palestinesi: è necessario, anche di fronte al tentativo di criminalizzare il dissenso alla guerra, che ci sia un atto di generosità per estendere a settori sempre più larghi della società, l’opposizione a ciò che sta avvenendo in Medio Oriente». A sostenere i manifestanti anche l’Anpi che con la Rete degli Studenti Medi del Lazio e l’Udu Roma, sarà in piazza per «esprimere vicinanza e solidarietà al popolo palestinese e condanna per ciò che è successo e sta succedendo».

Un appello alla partecipazione è stato anche inviato da una serie di intellettuali e docenti universitari tra cui Ginevra Bompiani, Raniero La Valle, Pier Giorgio Ardeni, Maurizio Acerbo, Giacomo Anelli, Piero Bevilacqua, Raul Mordenti, Luisa Morgantini, Alessandro Ferretti. Alla manifestazione ha aderito anche la Rete European Jews for Palestine, composta da numerosi collettivi ebraici presenti in vari paesi europei che «rifiutano i crimini di Israele contro il popolo palestinese e l’ideologia suprematista ebraica dello stato sionista». «Nel giorno dello Yom Kippur – hanno scritto – siamo in piazza in quanto ebrei per dimostrare la nostra solidarietà al popolo palestinese (e a tutte le vittime libanesi, yemenite, israeliane, etc) e perché siamo stanchi che l’antisemitismo venga strumentalizzato per silenziare le critiche ad Israele».

In piazza anche i collettivi universitari che avevano già partecipato alla manifestazione, vietata dalla Questura, dello scorso 5 novembre, finita con cariche della polizia e idranti.

ADERISCONO:

-ARCI Roma

-CRED/ Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia

-Rete dei Comunisti

-Potere al Popolo

-Cambiare Rotta

-Osa

-Rifondazione comunista

-Sanitari per Gaza

-Palestinamo

-NucleoptRoma

-Comite popular de luta Italia

-Argentinos en Italia por la Memoria, la Verdad y la Justicia

-Comitato per la pace e i diritti San Cesareo e Zagarolo

-Patria Socialista

-GMI Roma/Giovani musulmani

-Costituente Comunista

-Movimento per la Rinascita Comunista

-Resistenza Popolare

-Generazione Z

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