REFERENDUM, LE OPPOSIZIONI CONTRO LA RAI da IL MANIFESTO
Referendum, le opposizioni contro la Rai
Lavoro e cittadinanza «La tv pubblica non informa, è megafono del centrodestra». Magi annuncia azioni legali. Landini chiama i leader a Roma il 19 maggio. Natale (cda viale Mazzini): «Abbiamo chiesto un calendario degli spazi tv dedicati al voto, c’è un grave ritardo»
Andrea Carugati 13/02/2025
Maurizio Landini e Riccardo Magi, i due principali promotori dei referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno, stanno battendo l’Italia palmo a palmo per informare i cittadini sul voto. Giovedì 15 a Bologna il segretario della Cgil e quello di +Europa si ritroveranno in piazza Santo Stefano per dare il via allo sprint finale.
POCHI GIORNI DOPO, probabilmente il 19, Landini sarà a Roma con i leader dei partiti che sostengono il sì e i vertici delle associazioni che hanno partecipato alla raccolta delle firme. Prevista anche la presenza di esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo che si sono già spesi o intendono spendersi per spingere i cittadini al voto. Sono stati invitai tutti i leader del centrosinistra, da Schlein a Conte, Bonelli e Fratoianni. L’elettorato giallorosso è quello più propenso al voto, come ha evidenziato un recente sondaggio Ipsos, ma questi confini si possono abbattere. A un mese dalle urne l’istituto di Nando Pagnoncelli ha fotografato una propensione al voto tra il 32 e il 38%. In un contesto in cui solo il 62% degli italiani si dice informato sull’appuntamento.
SI TRATTA GIÀ DI NUMERI importanti visto il deserto informativo che si è finora registrato: una previsione di circa 16 milioni di elettori già orientati al voto; numeri che dimostrano come l’obiettivo del quorum del 50% dei votanti sia difficile ma possibile. Numeri che registrano il sorpasso sui voti ottenuti dal centrodestra alle politiche del 2022: 12,3 milioni. Un primo risultato, quello di mobilitare una “massa critica” di elettori in grado di competere con Meloni e soci, che si può già considerare acquisito. E che allontana lo spettro del flop.
MA AI PROMOTORI non basta. E infatti le opposizioni stanno bombardando il quartier generale Rai di viale Mazzini chiedendo più informazione sui referendum. Il Pd ha presentato un’interrogazione in Vigilanza: «Nessuna trasmissione, nessun confronto: un blackout informativo che non è casuale. La Rai sembra aver scelto la linea di Palazzo Chigi e del presidente del Senato: far finta di niente, scoraggiare la partecipazione. Il servizio pubblico non può trasformarsi nello strumento di propaganda della maggioranza di governo». «TeleMeloni ha spento il servizio pubblico», dice Sandro Ruotolo, responsabile informazione dem. Francesco Verducci del Pd definisce la Rai «avara di notizie, priva di approfondimenti reali e di spazi di confronto sui quesiti referendari».
E Angelo Bonelli di Avs: «I quesiti referendari sono stati praticamente cancellati dal dibattito pubblico e televisivo, come se non esistessero». «L’unica cosa certa è che hanno paura che i cittadini vadano a votare», l’affondo di Giuseppe Conte. Magi pensa ad azioni legali contro la tv pubblica: «Le tribune elettorali referendarie, poche e a orari con pochi ascolti, inizieranno nella seconda metà di maggio. Stiamo preparando delle azioni legali contro questo oscuramento che il governo, per mezzo dell’informazione pubblica, sta operando».
ROBERTO NATALE, CONSIGLIERE Rai in quota opposizioni, ricorda come su suo impulso, già da settimane il cda abbia chiesto alle testate di coprire il referendum in modo più approfondito. A marzo l’ad Giampaolo Rossi ha incontrato Magi e Landini. «Ho parlato di nuovo con Rossi la settimana scorsa», spiega al manifesto. «Siamo in attesa di un calendario con gli spazi dedicati ai referendum nelle trasmissioni di approfondimento e nei tg. Le tribune di Raiparlamento e i messaggi autogestititi non sono sufficienti. Sui programmi con maggiore ascolto c’è ancora un forte ritardo. Il tema non è la par condicio tra sostenitori del Sì e del No, è dare una informazione ampia oltre che equilibrata. Mi auguro che l’ad risponda in tempi rapidissimi con i fatti».
C’È POI IL CASO CUCCIARI. La conduttrice sabato scorso , durante la trasmissione “Amici” su Canale 5 ha lanciato un appello ai giovani a votare. «Sotto la bandiera tricolore è come se ci fosse il nostro vero motto, fatti i ca**i tuoi. Se te li fai sempre e comunque, prima o poi qualcuno deciderà al posto tuo su cose piccole, medie, grandi. Dite la vostra, senza paura. Anche solo per affermare che ne avete diritto», le parole di Cucciari, che ha poi ricevuto insulti volgari e sessisti sui social. «Fa paura vedere quanto possa dare fastidio un invito a votare», ha detto la presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia, del M5s. «È avvilente e grave che né Giorgia Meloni né nessuno tra governo e maggioranza abbia sentito il dovere di prendere le sue difese». Solidarietà anche dal Pd.
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