PROBLEMI ENERGETICI: GASDOTTI O GNL? da 18BRUMAIOBLOG
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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PROBLEMI ENERGETICI: GASDOTTI O GNL? da 18BRUMAIOBLOG

Vecchi e nuovi disastri dell’imperialismo americano

 

OLYMPE DE GOUGES  lunedì 28 marzo 2022

L’Unione Europea ha annunciato l’intenzione di sostituire almeno una parte delle forniture di gas dalla Russia con l’aiuto di esportatori alternativi, in primis gli Stati Uniti.

Prima di parlare di costi e di prezzi vediamo la faccenda sotto l’aspetto della quantità, tenendo presente che solo Gazprom invia in Europa circa 155 miliardi di metri cubi di gas l’anno (e ci sono anche forniture di GNL di Novatek).

Vediamo i fornitori più vicini che cosa potrebbero fare. La Norvegia, sta producendo al limite. L’Algeria, altro nostro vicino, ha tagliato del tutto le esportazioni verso l’Europa alla fine dello scorso anno a causa di una disputa politica con i suoi vicini del Marocco, dove passa il gasdotto noto come Maghreb–Europe Gas Pipeline (MEG), attraverso il quale il gas algerino va nella penisola iberica.

Alla fine di febbraio, l’Algeria ha annunciato di essere pronta ad aumentare le forniture attraverso il gasdotto Transmed con una capacità di 32 miliardi di metri cubi l’anno. Al momento, fornisce 22 miliardi di metri cubi attraverso di esso, ma non può caricarli completamente: le capacità di produzione di gas del Paese consentono di aumentare le esportazioni di non più di 3-4 miliardi di metri cubi.

Pertanto, l’Europa deve cercare partner più lontani. Il Qatar non sembra al momento interessato a siglare nuovi contratti con l’Europa, essendo già impegnato in Asia. In futuro tali accordi potrebbero essere conclusi, ma anch’essi richiederanno l’ampliamento delle capacità sia dei produttori che degli acquirenti.

Il 25 marzo Joe Biden ha annunciato un piano secondo il quale entro la fine dell’anno saranno inviati 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto nei paesi dell’UE. Anche se quanto annunciato sarà attuato, si tratterà di sostituire non più del 10% delle forniture russe entro la fine dell’anno. Ciò che è realmente in potere degli americani è di trarre pieno vantaggio da tale situazione.

Gli USA stanno investendo molto nell’espansione delle capacità di liquefazione del gas e nella costruzione di terminal di trasporto nei porti. La capacità totale di approvvigionamento di GNL entro la fine di quest’anno potrebbe aumentare del 20%, fino a 100 milioni di tonnellate (corrisponde a circa 130-140 miliardi di metri cubi dopo la rigassificazione). Va notato che una parte significativa di questo nuovo GNL va al fabbisogno americano, che cresce ogni anno.

La strategia statunitense per una penetrazione più attiva nel mercato europeo del gas non è nuova e ha avuto origine 10 anni fa, quando gli Stati Uniti sono stati in grado di dotarsi completamente di gas naturale grazie alla rivoluzione dello shale. Tuttavia, fino a ieri i prezzi del gas in Europa erano bassi, anche della metà rispetto al gas americano, ed erano garantiti dalle forniture orientali.

I paesi europei, dal canto loro, intendono predisporre le infrastrutture necessarie per ricevere fino a 50 miliardi di metri cubi di GNL l’anno. Non è ancora del tutto chiaro se si parli solo di gas americano. Ad ogni modo non sono stati conclusi contratti specifici sia per i progetti in corso che per quelli a lungo termine.

Tuttavia, in Europa non c’è ancora capacità sufficiente per rigassificare il gas importato. La maggior parte dei terminal si trova sulla costa della Spagna e del Portogallo. C’è anche un terminale GNL a Swinoujscie, in Polonia, vicino a Stettino, ma la sua capacità è di 5 miliardi di metri cubi di gas l’anno, mentre la Polonia consuma oltre 15 miliardi di metri cubi di importazioni.

In Germania, che ha promesso di sbarazzarsi della dipendenza russa dal gas entro il 2024, non esistono terminali di questo tipo. Va notato che la costruzione del complesso di Swinoujscie ha richiesto nove anni, dal 2006 al 2015. La Germania sta valutando soluzioni alternative come il noleggio di terminali di rigassificazione galleggianti, ma non è chiaro con quale reale capacità.

Nel prossimo futuro, i prezzi del GNL rimarranno notevolmente superiori a quelli pagati per le forniture del gasdotto. I prezzi spot del gas negli hub europei hanno raggiunto livelli inimmaginabili fino a poco tempo fa. Gli impianti europei di stoccaggio sotterranei sono vicini al minimo storico (28%). Anche se quest’anno non ci saranno interruzioni nell’approvvigionamento, l’Europa pagherà il gas molto più caro che in passato e rischia nel prossimo inverno di avere poche riserve.

Non sono da escludere rivolte popolari in più parti dell’Europa a causa dei rincari delle tariffe, dell’inflazione sempre più elevata e dall’aumento delle situazioni di povertà, chiusure di produzioni e perdita di mercati. Manca solo la ciliegina sulla torta: una crisi finanziaria con le Borse in caduta libera. E tutto ciò per che cosa? Se si va all’origine questa crisi senza pregiudizio, si comprende che ciò accade per assecondare gli interessi degli Stati Uniti, dell’imperialismo americano, che da trent’anni a questa parte ha prodotto solo disastri, e altri ancora ne porterà.

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