ONU&DROGHE, la RETORICA dell’IMPOTENZA da IL MANIFESTO
Onu & Droghe, la retorica dell’impotenza
FUORILUOGO. La rubrica settimanale a cura di Fuoriluogo
Marco Perduca 06/04/2022
Il Rapporto Mondiale sulle Droghe dell’Onu del 2022 (dati del 2020) inizia attaccando la cannabis la cui legalizzazione «in Nord America sembra averne accelerato l’uso quotidiano e il relativo impatto sulla salute». Un’ovvietà su cosa accade quando si toglie dall’illegalità comportamenti e se ne inquadrano le dimensioni su dati certi.
Come è abitudine riprovevole, il documento non valuta i dati che raccoglie, aggrega numeri che non certificano il successo della guerra alla droga mondiale: globalmente nel 2020 circa 284 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni hanno fatto uso di sostanze proibite, un aumento del 26% rispetto al decennio precedente, prevalentemente giovani.
Droghe Hiv/Aids: In Africa e in America Latina le persone sotto i 35 anni sono la maggioranza di chi sviluppa disturbi da uso. Globalmente 11,2 milioni di persone iniettano sostanze di cui una metà vive con l’epatite C, mentre 1,4 milioni convivono con HIV e 1,2 milioni con entrambi.
Cocaina: La produzione di cocaina ha raggiunto livelli record crescendo dell’11% rispetto al 2019 raggiungendo le 1.982 tonnellate. Malgrado la pandemia i sequestri sono aumentati alla cifra record di 1.424 tonnellate nel 2020. Il volume di sequestri suggerisce che il traffico si espande ad altre regioni in aggiunta a Nord America ed Europa con livelli crescenti verso Africa e Asia.
Metanfetamine: il consumo di metanfetamina si espande geograficamente con 117 paesi che hanno segnalato sequestri (2016-2020) mentre nel 2006-2010 erano 84. Le quantità sequestrate sono quintuplicate tra il 2010 e il 2020.
Oppio: La produzione globale è cresciuta del 7% arrivando a 7.930 tonnellate, aumento che interessa prevalentemente l’Afghanistan anche se la superficie globale coltivata a papavero da oppio è diminuita del 16% con 246.800 ettari.
Overdosi: In Usa e Canada i decessi per overdose causati da un’epidemia di uso non medico del fentanil continuano a crescere. Oltre 107.000 morti per overdose di oppiacei nel solo 2021! (quasi 92.000 nel 2020). Rispetto al 2019 in Nord America i sequestri sono aumentati del 7%, mentre nel sud-est asiatico sono aumentati del 30%, un record in entrambe le regioni. Record anche per i sequestri di metanfetamina segnalati nel sud-ovest asiatico con aumenti del 50%.
Medicine essenziali: Restano enormi le disuguaglianze nella disponibilità di oppioidi farmaceutici per uso medico. Nel 2020, c’erano 7.500 dosi in più per 1 milione di abitanti di antidolorifici controllati in Nord America rispetto all’Africa occidentale e centrale.
Droghe e guerre: Le Zone in guerra calamitano la produzione di droghe sintetiche; le economie delle sostanze illecite possono prosperare in situazioni di conflitto e concorrendo a prolungarlo o alimentarlo. Dal Medio Oriente al sud-est asiatico l’instabilità aumenta la produzione di droghe sintetiche pressoché ovunque, specie se l’area di conflitto è vicina ai grandi mercati di consumo. I conflitti interrompono o spostano le rotte del traffico – come accaduto nei Balcani e più recentemente in Ucraina.
Droghe e donne: Le donne sono una minoranza del consumo ma l’uso personale è in aumento (45-49% delle consumatrici di anfetamine) come i disturbi che crescono più rapidamente rispetto agli uomini. Il divario di trattamento donne-uomini rimane ampio a livello globale (1/5). Le donne stanno aumentando la presenza nell’economia della cocaina coltivando e trasportando piccole quantità e spacciando al dettaglio e nelle carceri.
L’Onu conclude invitando la comunità internazionale, i governi e la società civile a «intraprendere azioni urgenti per proteggere le persone, rafforzando la prevenzione e il trattamento dell’uso di droghe contrastando l’offerta di droghe illecite».
La stessa ricetta di sempre che ci ha portato dove siamo oggi.
Droghe, un Piano nazionale per il cambiamento
FUORILUOGO. La rubrica settimanale a cura di Fuoriluogo
Stefano Vecchio 06/04/2022
La Conferenza Nazionale sulle Droghe si è conclusa a novembre 2021 con una serie di importanti indicazioni per un cambiamento sostanziale delle politiche sulle droghe in Italia. Dopo 12 anni di silenzio, questo risultato può avere sviluppi significativi ma a condizione che si passi alla fase della sua attuazione concreta. Il clima politico non è incoraggiante, la recente bocciatura del referendum sulla cannabis ne è un segnale rilevante. Eppure la Conferenza Nazionale è un adempimento di legge di legge ed è qualificata come governativa e allora è da questa specificità che dobbiamo ripartire.
Come Rete per la Riforma delle Politiche sulle Droghe abbiamo da tempo richiesto un confronto e inviato alla Ministra Dadone le nostre proposte.
Nell’attesa che si avvii un urgente processo di riscrittura dell’attuale normativa, riteniamo che un primo strumento importante possa essere l’annunciata elaborazione di un nuovo Piano di Azione Nazionale sulle Droghe. Ma se vogliamo scrivere un testo che non sia rituale, è necessario che il Piano abbia alcuni requisiti che indico nelle linee generali.
1. La indicazione di un quadro di orientamento politico e culturale delineato sulla base dei principi emersi nella Conferenza nella prospettiva chiaramente esplicitata del superamento della legge penale.
In questo quadro vi sono due direttrici lungo le quali prevedere le azioni:
– attuare in tempi medio-brevi alcune delle misure indicate per il contenimento della realtà afflittiva della reclusione e la limitazione drastica del ricorso al carcere incentivando le misure alternative alla detenzione anche verso un’area territoriale esterna;
– promuovere l’innovazione del sistema degli interventi mettendo al centro la Promozione e la Tutela della Salute delle persone che usano droghe (PUD), e il riconoscimento delle loro competenze, nella prospettiva della Riduzione del Danno (RdD). Un primo orientamento verso un modello di regolazione sociale del fenomeno, pur rimanendo all’interno di una normativa penale da superare, attuando appieno i LEA della RdD;
2. Una chiara definizione degli obiettivi del Piano, dei metodi, delle azioni e degli indicatori di risultato, delle risorse in una logica coerente che connetta le diverse azioni in una prospettiva comune e specifichi i criteri per la partecipazione dei diversi attori istituzionali e sociali, incluse le PUD;
3. L’individuazione dei dispositivi attuativi e dei compiti dei diversi livelli istituzionali, dai Ministeri alle Regioni ai Comuni per la realizzazione delle innovazioni e per l’avvio delle sperimentazioni (come il drug checking e le stanze dell’uso sicuro) e la definizione degli indicatori di verifica e valutazione del processo.
Il Piano, così concepito, può rappresentare uno strumento per realizzare innovazioni in grado di introdurre cambiamenti graduali ma sostanziali che anticipino e preparino il terreno per un cambiamento definitivo della legge penale.
Ma è necessario che il Governo si assuma le sue responsabilità politiche, valorizzando la delega attribuita alla Ministra Dadone e coinvolgendo i Ministeri della Salute, della Giustizia, del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Conferenza Stato-Regioni e dei Comuni.
È un appello alle forze politiche perché sostengano questo processo anche con l’impegno ad approvare la proposta Magi-Perantoni, che apre la strada alla depenalizzazione e autorizza la coltivazione domestica della cannabis.
La Rete per la Riforma delle Politiche sulle droghe promuoverà iniziative pubbliche con tutte le realtà e i soggetti interessati, politici, sociali e del mondo dei media per lanciare e sostenere questo processo di cambiamento politico e culturale.
Il documento della Rete su Fuoriluogo.it
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