MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIFASCISTA da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIFASCISTA da IL MANIFESTO

L’Anpi aderisce alla manifestazione sindacale del 16 ottobre

Anpi  13.10.2021

Al termine di una riunione straordinaria, il presidente nazionale, il presidente emerito, i vicepresidenti, la segreteria nazionale ANPI hanno approvato il seguente appello:

APPELLO PER UNA GRANDE PARTECIPAZIONE POPOLARE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIFASCISTA PER IL LAVORO E LA DEMOCRAZIA DEL 16 OTTOBRE

I gravissimi fatti di sabato 9 ottobre a Roma sono stati organizzati, pianificati in modo dettagliato e addirittura annunciati da Forza Nuova; per questo sono un esplicito segnale d’allarme.

Le violenze avvenute, in particolare l’inaudita occupazione della sede nazionale della Cgil, a cui va la nostra incondizionata solidarietà, seguita dall’odioso e barbaro assalto al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I, rappresentano un salto di qualità nella strategia della eversione nera e richiedono una risposta ferma e durissima da parte di ogni struttura dello Stato. Siamo vicini a tutti gli agenti di polizia feriti negli scontri ed agli operatori sanitari aggrediti.

Richiamiamo il governo al suo compito imprescindibile di difesa dell’ordine democratico, della salvaguardia della sicurezza dei cittadini, della tutela delle sedi della vita associata.

Da tempo l’ANPI nazionale ha denunciato la natura eversiva delle organizzazioni neofasciste, da tempo ha segnalato la strumentalizzazione da parte di tali organizzazioni nei confronti del malessere sociale causato dalla crisi; da anni, infine, l’ANPI, assieme a un vasto schieramento democratico, ha sollecitato le autorità competenti a provvedere allo scioglimento delle formazioni neofasciste, come sostanzialmente imposto dalla XII Disposizione finale della Costituzione e specificamente previsto dall’art. 3 della sua legge di attuazione (legge Scelba, 645 del 20 giugno 1952). Vanno in ogni caso assunti immediatamente provvedimenti cautelari di sospensione delle attività di tali organizzazioni. Invochiamo inoltre la massima speditezza e intransigenza nell’iter processuale per i reati di apologia e di ricostituzione del partito fascista.

È giunto il momento di far sentire la forza della democrazia italiana.

Riteniamo encomiabile lo sdegno di tanta parte del Paese, delle forze sociali e politiche, anche oltre i tradizionali schieramenti, e pensiamo che davanti al pericolo eversivo sia necessaria un’unità davvero larga. Assieme, denunciamo i silenzi e l’ambiguità dell’estrema destra italiana che, dopo aver tardivamente ostentato un antifascismo di facciata, nega l’evidenza della matrice fascista dell’assalto di sabato.

Ma non basta: occorre operare compiutamente per liberare ogni istituzione dello Stato italiano sia dalle infiltrazioni fasciste, sia dalle eventuali connivenze, e contrastare il pesantissimo malessere sociale su cui puntano i fascisti per scardinare il sistema democratico.

Per questo occorre aprire subito una nuova stagione della democrazia italiana che metta al centro il tema del lavoro e della dignità della persona, contrastare la solitudine sociale e ogni forma di odio e di rancore e bandire definitivamente qualsiasi suggestione di tipo fascista. La strada è tracciata in modo palese dalla Costituzione, ancora in troppe parti inapplicata.

A questi fini è necessario che si estenda nel Paese un rinnovato, eccezionale movimento unitario contro il fascismo, per l’espansione della democrazia e della partecipazione popolare, un movimento che raccolga l’insegnamento della Resistenza quando, col comune obiettivo della sconfitta del nazifascismo e della rinascita del Paese, si unirono forze fra loro diverse ed eterogenee dalla cui convergenza nacque quella Costituzione che oggi occorre integralmente e finalmente attuare.

Questo è lo spirito con cui lanciamo un appello al Paese affinché si realizzi la più ampia partecipazione organizzata alla mobilitazione nazionale promossa da CGIL, CISL e Uil per sabato 16 ottobre. Il 25 aprile 1945 il popolo italiano riscattò l’Italia sconfiggendo il nazifascismo. Oggi il popolo italiano saprà respingere qualsiasi tentativo di minare la repubblica democratica e antifascista.

Un decreto per straordinaria necessità e urgenza

Messa fuorilegge. La storia insegna che eventi come la devastazione della sede sindacale, il tentativo di assalto a Palazzo Chigi, l’invasione del pronto soccorso del policlinico, i violenti scontri con la polizia non possono essere sottovalutati e tollerati. La ferita al tessuto democratico del paese è grave, e deve essere sanata. Come?

Massimo Villone  12.10.2021

I “quattro imbecilli” citati da Giorgia Meloni sono la misura della stessa Meloni piuttosto che degli squadristi organizzati da Forza Nuova che hanno assaltato la Cgil. Ed è ipocrita Salvini, che condanna gli estremismi di destra e di sinistra, quando solo i primi sono in campo.

Come è indecente oltre che ipocrita il tentativo dei due leader di guadagnare consensi corteggiando i No-Vax, così aprendo un varco per lo squadrismo neofascista. La storia insegna che eventi come la devastazione della sede sindacale, il tentativo di assalto a Palazzo Chigi, l’invasione del pronto soccorso del policlinico, i violenti scontri con la polizia non possono essere sottovalutati e tollerati. La ferita al tessuto democratico del paese è grave, e deve essere sanata. Come? È stata presentata da Pd e M5S una mozione per lo scioglimento di Forza Nuova, ai sensi della legge Scelba (645/1952, come modificata dalla legge 152/1975). Ha aderito Leu. Mozioni sono state presentate anche da Psi e Italia Viva. I precedenti: Ordine Nuovo, 1973; Avanguardia Nazionale, 1976; Fronte nazionale, 2000.

La legge attua la XII disposizione transitoria della Costituzione, che vieta la “riorganizzazione, sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”. Dispone all’art. 1 che la riorganizzazione viene non soltanto dal richiamo formale al fascismo – il che rende irrilevanti altre considerazioni di Giorgia Meloni – ma dal perseguire “finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni …”. Definizioni – richiamate dalle mozioni parlamentari – in cui gli eventi sopra citati ricadono in pieno.

Per l’art. 3 si giunge allo scioglimento e alla confisca dei beni in due modi: per ordine del ministro dell’interno, a seguito di sentenza che accerta la riorganizzazione, oppure con decreto-legge, in casi straordinari di necessità e di urgenza (decreto che sarebbe del resto possibile anche senza un richiamo esplicito). La prima opzione presenta alcuni punti deboli. Intanto, presuppone una sentenza, che potrebbe comportare anche tempi relativamente lunghi. Richiede un atto del ministro dell’interno, che è proprio quello sotto accusa da parte della destra, e la cui iniziativa potrebbe essere qualificata come autodifesa o reazione alle critiche. Si adotta con atto amministrativo, impugnabile davanti al Tar, con quel che segue. Più solida, invece, sarebbe la scelta – anche utile a stanare dall’ambiguità Salvini e la Lega – del decreto-legge.

La domanda è: sussisterebbero i presupposti di straordinaria necessità ed urgenza? La risposta è sì. E non solo per gli eventi in sé considerati, ma anche perché la stessa organizzazione da sciogliere ha annunciato la continuazione dei disordini, se il green pass non viene ritirato. Invece, l’allargamento dell’ambito di applicazione a tutti i luoghi di lavoro è imminente, pure con le difficoltà evidenziate proprio dal sindacato di cui era nota la preferenza – a ragione – per un generale obbligo di vaccinazione che forse, se introdotto per tempo, avrebbe prosciugato almeno in parte la palude melmosa in cui è affondato il movimento No-Vax. Al tempo stesso, il governo non intende invertire la rotta.

Ma serve davvero oggi sciogliere per legge un’associazione? Potrebbe comunque sopravvivere nel mondo virtuale di Facebook, Telegram, Instagram, Whatsapp. Con Zoom o altri software si fanno online assemblee e si eleggono organi dirigenti. I fondi si raccolgono con il crowdfunding, i bonifici del mobile banking, i bitcoin. Ma va ricordato che possono essere sciolti “associazioni, movimenti” e – dopo una modifica introdotta con la legge 152/1975 – “gruppi”. Definizioni che consentono la sorveglianza in rete di blog, chatrooms, interazioni di ogni tipo, con chiusura di siti e di account rientranti, per argomenti, partecipanti, decisioni nelle finalità della legge. Difficile, forse. Impossibile, no.

E se per lo scioglimento una parte dell’opinione pubblica concedesse agli estremisti l’aureola dei martiri? Qui bisogna scegliere. Intanto, potrebbe accadere già con la condanna penale dei responsabili dei disordini, che – è bene sottolineare – è cosa diversa dallo scioglimento dell’organizzazione. Inoltre, se mai dovessi pensare che il mio paese considera martire lo squadrista che devasta una sede sindacale, preferirei espatriare.

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