“LUTTO NAZIONALE” NON IN NOSTRO NOME” da IL MANIFESTO, ALLIEVE/I NORMALE DI PISA, IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
12614
post-template-default,single,single-post,postid-12614,single-format-standard,cookies-not-set,stockholm-core-2.4.5,select-child-theme-ver-1.0.0,select-theme-ver-9.12,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_menu_,wpb-js-composer js-comp-ver-7.9,vc_responsive

“LUTTO NAZIONALE” NON IN NOSTRO NOME” da IL MANIFESTO, ALLIEVE/I NORMALE DI PISA, IL FATTO

«Lutto nazionale? Non in nostro nome»

L’UNTO NAZIONALE. Proteste contro la scelta del governo. La giornata inizia. con uno striscione al Vittoriano: «Non siamo in lutto, siamo in lotta»

Giuliano Santoro  15/06/2023

Il miraggio dell’unanimità, del paese pacificato da Silvio Berlusconi, non si è compiuto neanche di fronte al lutto nazionale proclamato dal governo per la morte di Berlusconi. Emergono distinguo dalla politica, soprattutto da M5S, Pd, e Alleanza Verdi Sinistra, ma si possono scorgere voci di dissenso diffuse nella società. Così, se la destra al potere ha scelto di mettere in scena il rito di passaggi in funzione dei nuovi assetti della maggioranza, è inevitabile che anche il lutto per il Cavaliere diventi oggetto di scontro politico.

La giornata si apre con lo striscione aperto da un gruppo di manifestanti davanti all’Altare della patria, a Roma. Porta la scritta «Oggi non siamo in lutto, siamo in lotta» e la firma «Transfemministe antifa». Il drappello viene denunciato per manifestazione non autorizzata. Intanto, il padre domenicano Claudio Monge, responsabile del Centro per il dialogo interculturale e interreligioso di Istanbul, parla di «populismo che celebra se stesso» e si dissocia via Twitter parlando di «mancanza senso della misura e del pudore».

Patrizio Onori, astigiano attivista Lgbt ed ex presidente di Asti Pride che ha creato una petizione sul sito di Change.org contro il lutto nazionale parla di «penoso processo di beatificazione laica». La destra romana, intanto, protesta perché il III municipio della capitale, amministrato dal centrosinistra, non ha esposto le bandiere a mezz’asta. Da Potere al popolo lanciano una «campagna social di protesta» per esprimere il rifiuto di partecipare al lutto nazionale.

E poi ci sono gli studenti. Al dipartimento di Scienze Politiche Roma Tre organizzano un presidio contro la decisione del governo di proclamare il lutto nazionale, scelta che viene definita «frutto di una posizione puramente ideologica». «Ci opponiamo con forza all’ennesima presa di posizione divisiva di questo governo, alla decisione di celebrare in pompa magna una figura che ha svilito e svuotato del loro significato i nostri luoghi del sapere», proseguono. Sulla stessa onda anche gli allievi della Scuola normale superiore, che hanno esposto lo striscione «Non il nostro lutto». A Pisa, dallo spazio studentesco Exploit dicono che «l’unico lutto nazionale è per le macerie che lascia sulla nostra generazione».

Documento delle allieve e degli allievi della Normale.

Comunicato 14 giugno 2023 – non il nostro lutto

 A seguito della morte di Silvio Berlusconi è stato proclamato il lutto nazionale, un atto che non risponde alle usuali modalità di cordoglio per chi abbia ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio. Pur rispettando il dolore della famiglia, la misura adottata dal Governo ci sembra inappropriata anche in ragione della controversa storia politica e giudiziaria di questa figura. Per tale ragione, a partire dalla serata di ieri, sono state raccolte all’interno della comunità della Scuola Normale più di trecento firme per chiedere al Direttore di prendere una posizione contraria alle direttive governative, evitando di listare le bandiere a lutto. Avendo ricevuto una risposta negativa per ragioni istituzionali che non riteniamo condivisibili, abbiamo deciso di rimuovere i segni di lutto dalle bandiere nei collegi, di manifestare il nostro dissenso esponendo uno striscione in piazza dei Cavalieri e di redigere questo comunicato. L’università pubblica deve poter prendere posizione e scegliere di non allinearsi in maniera passiva a una decisione politicamente connotata come quella di celebrare la figura di Berlusconi. In questo ci uniamo all’iniziativa del rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, la cui assunzione di responsabilità dovrebbe essere collettiva e non individuale.

English version Following the death of Silvio Berlusconi, national mourning was proclaimed, an act that does not respond to the usual methods of mourning for anyone who has held the position of Prime Minister. While respecting the grief of the family, the measure adopted by the government seems to us inappropriate also because of the controversial political and legal history of this figure. For this reason, as of yesterday evening, more than three hundred signatures were collected within the Scuola Normale community to ask the Director to take a stance against the government’s directives. Having received a negative response for institutional reasons that we do not agree with, we decided to remove the mourning flags in the colleges, to express our dissent by displaying a banner in Piazza dei Cavalieri and to draft this statement. The public university must be able to take a stand and choose not to passively align itself with a politically connoted decision such as celebrating the figure of Berlusconi. In this we join the initiative of the rector of the University for Foreigners of Siena, Tomaso Montanari, whose assumption of responsibility should be collective and not individual.

“Indiscusso protagonista” Rivolta tra i magistrati per il necrologio-autogol

LA NOTA DELL’ANM – Molte toghe contro il tono della partecipazione al lutto, ritenuto da molti un po’ troppo benevolo

 ANTONELLA MASCALI  15 GIUGNO 2023

Un comunicato della Giunta dell’Anm in lode di Silvio Berlusconi, da morto, sta facendo infuriare decine di magistrati che sono tornati a riempire la mailing-list dell’associazione delle toghe. Fra i magistrati “indignati” con l’Anm per aver definito Berlusconi “indiscusso protagonista” della storia del nostro Paese c’è Nino Di Matteo, che quasi mai ha scritto nella mailing-list dell’Anm.

Il suo nome, è bene precisarlo, lo possiamo fare perché gli abbiamo chiesto l’autorizzazione a citarlo, dopo aver visionato diverse mail. Per evidenti motivi di privacy, non riportiamo le firme degli autori degli altri messaggi. Possiamo dire che sono sia pm sia giudici i quali si sono dissociati dal comunicato di lunedì in cui si legge che “L’Associazione Nazionale Magistrati si unisce ai sentimenti di cordoglio per la scomparsa del presidente sen. Silvio Berlusconi, indiscusso protagonista, per un lungo e importante periodo, della vita politica del Paese”.

Ha scritto Di Matteo: il comunicato “è fuori luogo e persino irrispettoso dei colleghi che sono stati uccisi dalla mafia nel lungo periodo nel quale Berlusconi ha versato nelle casse di Cosa Nostra centinaia di milioni delle vecchie lire. Lo ha stabilito la sentenza definitiva Dell’Utri. Non mi sento rappresentato da chi ‘dimentica’ queste cose. E sono sicuro che il mio pensiero sia condiviso da molti, moltissimi colleghi”.

La frase più ricorrente dei messaggi che Il Fatto ha potuto leggere, quella che ha dato inizio alla protesta è “Not in my name, please!”. Le toghe non hanno proprio digerito quell’“indiscusso protagonista”. Si legge nella prima mail, che ha dato il via alla protesta: “Indiscusso? L’Anm è l’associazione dei magistrati italiani o ha cambiato acronimo e sta per Am-nesia dissociativa? Ma allora aveva ragione il compianto defunto quando ci definiva ‘matti’, ‘antropologicamente diversi dalla razza umana’, ‘il cancro peggiore della nostra democrazia’. Ma chi ha scritto questa nota? Not in my name, please!”. Seguono mail brevissime ma sentite, come si dice in questi casi: “il comunicato dell’Anm mi indigna. Spero che chi abbia deciso di adottarlo si dimetta”; “Sconcerta e avvilisce”; “Mi dissocio. Non in mio nome”. In una mail viene ricordato un importante giurista: “Un grande maestro come Franco Cordero ha fatto del contrasto alla sub cultura imposta da Berlusconi, agli sfregi che ha inferto alle istituzioni e alla legalità, la ragione di impegno civile degli ultimi 30 anni della propria vita. Mi illudevo fosse ancora vigile la resistenza civile ed etica dell’Anm ma mi accorgo con profondo dolore che non è più così. Le proteste con la costituzione in mano sono passate come ‘lacrime nella pioggia’”. Il silenzio sarebbe stato meglio per molti magistrati: “Viene subito in mente il don Abbondio di Manzoni. Se uno il coraggio e la dignità non li ha certo non se li può inventare. Ma allora magari stare zitti”; “Di fronte alla morte se non si può parlare bene si tace. Quindi l’Anm avrebbe dovuto tacere”; “Aggregarsi al servo encomio come ha fatto l’Anm significa rendersi complici di una cosa molto grave, la beatificazione del morto, ingiusta e dannosa per i valori di verità che la Costituzione ci impone di difendere”; “Come cristiana ho recitato la mia preghiera per l’anima di Berlusconi (così come per quella di Francesco Nuti, che ha avuto la sventura di morire lo stesso giorno), ma da magistrato non avrei mai sottoscritto un tale comunicato. Plaudo, piuttosto, al coraggio del Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, il prof. Tomaso Montanari che ha obbedito alla propria coscienza, piuttosto che alle disposizioni che richiedevano le bandiere a mezz’asta per tre giorni”. C’è chi ricorda che “oltre agli epiteti offensivi verso la magistratura, ha reso normale la presenza di soggetti contigui alle associazioni mafiose in Parlamento, ha fatto leggi per sottrarsi ai processi e il problema del nostro Paese è diventato il lavoro dei magistrati. Io non posso accettare di essere rappresentata da persone che hanno sentito il bisogno di fare un comunicato di questo tenore”. Fino a ieri sera nessuna replica dei vertici Anm ai tanti messaggi critici.

No Comments

Post a Comment

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.