GAZA E NOI. IL GENOCIDIO E L’EUROPA: ROMPIAMO IL SILENZIO DEGLI INDECENTI da IL FATTO
Gaza e noi. Il genocidio e l’Europa: rompiamo il silenzio degli indecenti
Alessandro Robecchi 7 Maggio 2025
La soluzione finale per Gaza e il popolo palestinese è stata votata all’unanimità dal governo di Israele. In oltre un anno e mezzo di carneficina indiscriminata Israele ha assassinato oltre cinquantamila palestinesi, per il settanta per cento donne e bambini, e queste sono soltanto le cifre ufficiali, cioè i cadaveri recuperati e identificati, mentre tutti gli osservatori indipendenti valutano la cifra superiore almeno del doppio. Da più di due mesi Israele impedisce l’arrivo a Gaza di aiuti umanitari: ha bloccato cibo, acqua, medicine. Gaza è una grande Auschwitz che contiene due milioni di prigionieri denutriti e assetati, corpi scheletrici, disperazione, malattie, orfani, mutilati. Decine di medici (italiani, americani, di molte altre nazionalità) hanno segnalato centinaia di uccisioni di bambini con colpi singoli al collo o alla testa.
Sì, significa cecchini che mirano sui bambini.
Gli ospedali sono stati distrutti, come le scuole, come le case, come le moschee. Per decine di volte sono state bombardate zone indicate ai palestinesi come “sicure” o “umanitarie”, dove erano stati spinti a rifugiarsi. Nel governo di Israele molti ministri continuano a rilasciare dichiarazioni che parlano dei palestinesi come “persone non umane”, teorizzano la morte di fame di un intero popolo, qualche psicopatico si augura il cannibalismo. Oltre duecento giornalisti che raccontavano tutto questo sono stati assassinati da Israele. Nonostante molte proteste, la società israeliana non sembra migliore del suo governo: si organizzano tour turistici ai confini della Striscia per vedere e applaudire il massacro, i tifosi delle squadre israeliane in trasferta cantano una canzoncina che dice “A Gaza non ci sono più scuole perché non ci sono più bambini”. Le fotografie, i filmati, le prove documentali che certificano il genocidio sono decine di migliaia, per la maggior parte scattate per vanto da soldati dell’esercito di Israele, moltissime di queste prove autoprodotte dagli assassini sono state acquisite dalla Corte dell’Aia.
Di fronte a questo scenario spaventoso l’Europa tace, anzi acconsente.
La vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, posa sorridente accanto a esponenti delle lobby suprematiste israeliane, decine di deputati europei (molti italiani) aderiscono ad altre associazioni in sostegno dello Stato genocida, il presidente della Repubblica Mattarella riceve il presidente di Israele Herzog, uno che nelle fotografie firma i missili che finiranno sui bambini di Gaza. Il resto d’Europa non è da meno: pochissime parole su Gaza, nessuna condanna, silente imbarazzo per il lavoro della Corte dell’Aia. L’Italia fa il pesce in barile, con un silenzio che ormai sorpassa l’indifferenza ed è pura complicità: periodicamente gli operai portuali italiani fermano carichi di materiale bellico diretti a Israele, e non è dato sapere quanti invece riescono a partire. Niente dal governo, poco dall’opposizione e anzi qualche vergognosa complicità.
Il 9 maggio si festeggia l’unificazione dell’Europa. Quell’Europa che assiste in silenzio a un genocidio, quando non lo agevola o lo aiuta. Il 9 maggio (e anche prima, e anche dopo) la gente perbene parli di Gaza. Si informi, racconti a chi non sa, dica l’orrore, mostri le immagini, sveli i crimini, rompa il silenzio dei grandi media. Nessuno festeggi un’Europa della vergogna che assiste indifferente a un genocidio. Non è, non può essere, la nostra Europa, che sonnecchia a poche miglia da un campo di sterminio fingendo di non vedere.
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