C’È MOLTA “RUSSIAFRIQUE” SUGLI SPALTI DELLA GRANDE PARATA da IL MANIFESTO
C’è molta “Russiafrique” sugli spalti della Grande parata
Africa e Russia L’espansione russa (e quella cinese) in Africa al centro delle celebrazioni patriottiche
Andrea Spinelli Barrile 10/05/2025
Ieri a Mosca c’erano 29 leader mondiali, molti dei quali erano africani, invitati dal Cremlino per partecipare alla Grande parata e celebrare l’80esimo anniversario della vittoria russa nella Seconda guerra mondiale. Sono 12, su 29 totali, le delegazioni africane arrivate a Mosca: la Russia ha più volte rivendicato il suo ruolo di sostegno ai popoli africani a ricostruire le loro economie e rafforzare i loro stati per prevenire guerre, ricordando il contributo sovietico durante la stagione delle indipendenze, tra gli anni Sessanta e Ottanta, che oggi si traduce nella disponibilità russa a sviluppare un’identità panafricana.
Lunedì mattina, il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov ha confermato la presenza a Mosca dei presidenti di Congo, Egitto e Zimbabwe e del leader della giunta militare al potere in Burkina Faso, il capo di stato più giovane al mondo, Ibrahim Traoré, classe 1988. Ma a Mosca c’erano anche altri: il presidente della Guinea Bissau, Umaro Sissoco Embalo, arrivato da Minsk, dove nei giorni scorsi era in visita ufficiale, il presidente della Guinea Equatoriale, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo (il leader più longevo al mondo, al potere da 46 anni), la presidente dell’Etiopia Taye Aske-Selassie e il feldmaresciallo libico Khalifa Haftar, leader della Cirenaica, che giovedì ha incontrato Sergei Shoigu, segretario del Consiglio di sicurezza russo, per parlare di cooperazione militare.
Oltre ai leader, sono arrivate a Mosca delegazioni dei vertici dei dipartimenti militari di Algeria, Burkina Faso, Egitto, Libia, Niger, Nigeria, Guinea Equatoriale e Sudafrica, che hanno deposto una corona di fiori alla tomba del milite ignoto, vicino al muro del Cremlino.
Mercoledì, Putin ha incontrato il congolese Denis Sassou Nguesso, che poi andrà a Parigi e incontrerà Macron il 23 maggio, e nella conferenza stampa congiunta ha citato «gli sforzi che stiamo compiendo per consolidare e intensificare la nostra cooperazione nel settore della difesa, nell’equipaggiamento delle forze dell’ordine, nella formazione del personale civile e militare», oltre che parlare di cooperazione nel settore energetico. Putin ha ricordato che «una delle priorità della politica estera russa è il rafforzamento dei legami con i paesi africani», citando una serie di vertici e forum multilaterali tenutisi negli ultimi anni. Intanto, il ministro della difesa nazionale congolese, generale Charles Richard Mondjo, si è confrontato con il suo omologo russo Andrei Belousov, e hanno annunciato la creazione di un «quadro giuridico e contrattuale completo per l’interazione militare» russo-congolese.
Putin ha incontrato ieri Abdel Fattah al-Sisi, presidente dell’Egitto, e la polizia militare egiziana ha persino sfilato sulla piazza Rossa: secondo il servizio stampa del Cremlino i due hanno parlato della costruzione della centrale nucleare di El Dabaa, un progetto della russa Rosatom, e della situazione geopolitica in Medio Oriente e Nord Africa. Stasera invece Putin vedrà il presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, e quello del Burkina Faso, Ibrahim Traoré, la vera star africana a Mosca, fotografato come un divo. Con quest’ultimo la cooperazione è già realtà nel settore militare e nel Paese operano circa 2.000 militari dell’Africa Corps, il corpo del ministero della difesa russo che ha preso il posto dei contractor del gruppo Wagner in vari scenari africani.
Sarà interessante vedere i colloqui che i leader africani avranno con gli altri invitati del Cremlino, in particolare con il cinese Xi Jinping, l’ospite più prestigioso del Giorno della vittoria: dal 6 al 15 maggio, su iniziativa del ministero della difesa cinese, circa 100 ufficiali militari provenienti da oltre 40 Paesi africani su 54, tra cui Egitto, Mozambico, Tanzania e Kenya, partecipano a un viaggio in Cina, organizzato da Pechino per «attuare i risultati del Forum sulla cooperazione Cina-Africa (Focac)» di settembre 2024 e per «approfondire l’amicizia tra le forze armate cinesi e i Paesi africani e rafforzare la comprensione reciproca tra ufficiali cinesi e africani». Ai quali fu Xi in persona a promettere nuovi orizzonti di cooperazione per la fornitura di armi e armamenti e per l’addestramento. Dopo il bilaterale, Putin e Xi hanno diffuso una dichiarazione congiunta incentrata proprio sull’ulteriore approfondimento delle relazioni di partenariato globale e di interazione strategica con l’Africa: è la prima volta che Mosca e Pechino mettono nero su bianco le loro ambizioni africane comuni.
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