Le corde del vivente. Festival sulle Serre calabresi
di Luigi VAVALÀ –
“Serreinfestival” ha rappresentato un buon inizio di attenzione al mondo e all’umano. Si sono toccate tante corde del vivente: l’uomo storico che osserva e agisce; l’uomo come inventivo “animale sbagliato” descritto da Boncinelli; gli interrogativi sull’umano posti da Gregorio De Paola; la possibile creatività anche di nevrosi e ipocondrie; la sporgenza di ogni individuo e la relazione con una comunità ; l’attenzione forte ai drammi storici, i varchi che si possono aprire; le riflessioni sulle religioni rivelate oggi; l’accento sulla religio come legame; Odisseo rappresentato da Daniela Vitale; la tarantella dei Parafonè come ballo popolare; gli ultimi e i dimenticati di Vittorio De Seta; questi sono stati dei contenuti portati ad una comunità come quella delle Serre, che presenta tanti tratti di gentilezza, di ospitalità, ed anche di cinismo e di indifferenza e di timidezza. Nessuna boria intellettuale e nessun dominio della piccola politica. Sguardi e dettagli per costruire una catena di uomini [e donne, NdR] intelligenti e di “animali sbagliati” per salvare la vita, a partire da luoghi naturali ancora belli e non del tutto devastati.
Alla prossima avventura.
Luigi Vavalà
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