I 2 VERI NEMICI DELL’EUROPA: URSULA E RIARMO TEDESCO da IL FATTO
I 2 veri nemici dell’Europa: Ursula e riarmo tedesco
Donatella Di Cesare 16 Marzo 2025
Ciò che è avvenuto in questi giorni passerà probabilmente alla storia come il più imponente “stato d’eccezione”, la più letale sospensione della democrazia in Europa. Ancora fino a qualche tempo fa, malgrado tutti i segnali più negativi, sarebbe stato difficile, anche per i più pessimisti, immaginare una tale svolta epocale che porta la firma di Ursula von der Leyen. Il colpo inferto al Parlamento europeo, e a tutte le istituzioni democratiche, in nome di una difesa armata della democrazia, è quanto di più acrobatico e farsesco gli europei abbiano vissuto. A partire da qui si può solo predire la disgregazione politica del vecchio continente. In questo si tradurrà infatti il “riarmo”, osannato e imposto dalla dirigenza di Bruxelles, subito dai popoli, impotenti, increduli, ancora non consapevoli dell’altissimo prezzo che dovranno pagare. Così va interpretata la “fine delle illusioni”, il monito mesto e minaccioso lanciato da Von der Leyen: ci siamo illusi, abbiamo peccato di ingenuità, non perché credevamo nella politica, il cui compito è superare la forza bruta della violenza, ma perché piuttosto abbiamo creduto che anche la dirigenza lavorasse per una effettiva unione politica e istituzionale del nostro continente. Avviene il contrario. Innalzano la bandiera del riarmo calpestando, perfino nelle piazze, l’idea d’Europa e il progetto dell’unione, cioè della coabitazione e della pace.
Ogni singolo Paese europeo sarà consegnato al proprio riarmo e al proprio stato d’eccezione. Allo svuotamento della democrazia si accompagnerà uno squilibrio enorme tra i vari Paesi e dunque una pericolosa instabilità. Su quali risorse dovrebbero contare gli Stati più indebitati ed economicamente più deboli, dall’Italia alla Grecia, dall’Irlanda alla Croazia? Al contrario, ciò significherà la nuova grande chance per la Germania.
Zeitenwende è la parola magica che si è imposta nel dibattito tedesco dopo che il cancelliere Olaf Scholz l’ha introdotta nel suo discorso al Bundestag il 27 febbraio 2022. La “svolta epocale” è il tempo di un nuovo inizio che sancisce il ritorno della Germania alla storia. Padrona di sé, sovrana, liberata dai vecchi fardelli europei, in grado di guardare a testa alta il proprio destino e puntare ai propri nemici, dalla Russia di Putin all’America di Trump, la Germania aveva non per caso applaudito da subito il riarmo. Oggi tocca a Friedrich Merz che, appena eletto, si prepara a sua volta a infliggere un colpo esiziale a quella già difficile democrazia con uno stato d’eccezione che si compirà nei prossimi giorni. Nel nuovo Parlamento non ci sarebbe la maggioranza. Con un’accelerazione drammatica si farà perciò votare il vecchio Bundestag, di fatto privo di legittimità, con una forzatura senza precedenti. Cadrà il tabù del “freno al debito”, la religione civile della Repubblica federale, ma verranno meno soprattutto quei tabù che, dopo il 1945, hanno spinto la Germania ad assumere una distanza critica dal proprio passato per farsi Europa, per tentare di essere il motore della nuova formazione politica. Venuta meno questa “illusione”, mentre ci dicono che l’Europa era solo un’utopia, la Germania torna a sé, rientra nella storia da protagonista autonoma, e impugna entusiastica e fiera – finalmente! – le proprie armi. Oltre 500 miliardi saranno investiti nel prossimo decennio per il più colossale riarmo della storia tedesca dal 1945 a oggi. Dalle automobili ai carri armati il passo è breve. Forse l’azzardato piano di Merz potrebbe tradire caratteri incostituzionali – e il cancelliere lavora alacremente per aggirare l’ostacolo. Ma tutto ciò non sembra avere nessuna importanza di fronte alla costituzione di un nuovo – e antico! – soggetto politico: la Grande Germania del Grande Riarmo.
Che ne sarà dell’Europa dopo questa Zeitenwende? Se lo chiedono quei partiti che al Consiglio europeo straordinario hanno dato il via libera al disegno eversivo della Von der Leyen? Il sovranismo delle armi non è un passo verso la difesa europea, come alcuni pretendono di dire. È invece una corsa precipitosa e catastrofica verso la definitiva, irrecuperabile disgregazione dell’Europa, dove nel centro geografico e politico, sarà la Germania in armi – oggi capitanata da Merz, domani forse da un leader di Afd. È davvero difficile credere che questo significhi maggiore sicurezza per i popoli europei, di nuovo consegnati al militarismo più bieco e spietato dei loro leader. L’Unione era nata per evitare ciò. E se ci sono Paesi, come l’Italia, dove l’opinione pubblica resta critica e mostra di avere ancora gli anticorpi contro il bellicismo, proprio la Germania è incline invece a quella “cultura della guerra” che, rimossa provvisoriamente solo per qualche tempo, torna oggi in auge e riesplode ovunque, perfino nelle accademie, nelle università, lì dove ci i attenderebbe una resistenza.
Marina Mannarini
18 Marzo, 2025 at 06:19Tutto condivisibile, tranne una cosa: benché non sia io un fan dell’ormai ex-cancelliere (!), non è vero che Scholz si è subito entusiasmato all’idea del “riarmo”, anzi è stato duramente criticato per aver più volte esitato prima di inviare armi potenti all’Ucr.