CSPI(CONSIGLIO SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE) A VALDITARA: N.C.S.(NON CI SIAMO) da IL FATTO
Una lezione di educazione civica per il ministro Valditara in un documento di sette pagine
DAVIDE MATTIELLO 02/09/2024
Ministro Valditara: N.C.S. (Non ci siamo!). Sembra questo in sintesi il giudizio espresso dall’CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione) sullo schema di decreto ministeriale che aggiorna le Linee guida per la scuola in materia di “Educazione Civica”. La frase finale del parere, obbligatorio ma non vincolante, esprime tutta la tensione tra un doveroso contegno istituzionale ed una contenuta insofferenza professionale:
1. In relazione alle numerose e rilevanti criticità evidenziate e alle osservazioni formulate, il CSPI non può esprimere un parere favorevole sullo schema di decreto in oggetto e invita l’Amministrazione a rivederlo alla luce delle argomentazioni fin qui illustrate.
E davvero in sette pagine di commento allo schema di decreto voluto dal ministro il CSPI non risparmia critiche che farebbero arrossire il più impudente degli allievi beccato impreparato agli esami di settembre.
Il fuoco di fila colpisce tanto le intenzioni generali manifestate nello schema di decreto quando, per esempio, il CSPI sottolinea come il precedente decreto ministeriale (35 del 2020) andasse tanto bene e non richiedesse rivisitazioni radicali, ma soltanto qualche aggiornamento, quanto la forma del testo accusato di confondere “traguardi”, “obiettivi”, “competenze”, attribuzioni a questo o quel ciclo di studi. In un crescendo imbarazzante per chiunque abbia a cuore la Repubblica e quindi la scuola, ben sintetizzato nella frase:
Il testo delle nuove Linee guida risulta in alcuni passaggi appesantito, anche da espressioni retoriche, in maniera poco funzionale allo scopo di accompagnare le istituzioni scolastiche nella costruzione del curricolo di Educazione civica
Gli affondi sul contestato “programma” per l’Educazione civica a trazione Valditara sono molti e di alcuni si è ampiamente parlato, come per esempio i riferimenti a Patria, nazione, appartenenza, di altri invece meno. Si trova, tra l’altro, un commovente riferimento all’insegnamento della cultura di impresa e della valorizzazione della proprietà privata che suona come un tributo postumo al nume tutelare della destra di governo (l’altro nume tutelare) e cioè Berlusconi. Per la cronaca anche su questo punto il CSPI interviene impietoso con la matita blu.
Ma c’è un “errore” segnalato dal CSPI apparentemente meno clamoroso, ma in realtà molto più grave e non soltanto perché rivela un approccio illecito ed irrispettoso alla scuola italiana ma soprattutto perché evidenzia una irriducibile contrapposizione culturale all’interno delle forze di maggioranza che è destinata a deflagrare, complici anche i conti in rosso, naturalmente. Ecco il passaggio:
“Si suggerisce di evitare nel testo, nel rispetto dell’autonomia didattica riconosciuta alle scuole, espressioni che diano l’idea di una certa prescrittività delle attività da porre in essere e dei temi da trattare (es. “si dovrà”, “occorre”, ecc.).”
Qui casca l’asino (nessun riferimento al Ministro naturalmente!): il richiamo del CSPI illumina e censura quella che appare come una incontenibile nostalgia per uno Stato nel quale la volontà di chi governa si trasferisca dal centro alla periferia al grido di “presente!”, senza dubbi e ritardi, soprattutto nella ferma ed omogenea educazione delle giovani generazioni. La scuola ed in particolare la definizione delle Linee guida per l’Educazione Civica sono effettivamente una occasione politico-simbolica imperdibile per guarire questa nostalgia di governo-comandante ed il ministro, a cui non difetta la prontezza di riflessi, l’occasione non l’ha mancata, forse in ossequio alla sua risalente militanza in AN. Con tanti saluti alla esaltata cavalcata leghista verso la secessione mascherata da autonomia differenziata. Anche se, quel che resta della democrazia liberale fondata su pesi e contrappesi, ha impedito al ministro di sentire accolto il suo schema di decreto da un sonoro “A noi!” e lo ha costretto a sopportare un serrato ed impietoso confronto istituzionale e pubblico.
Una buona lezione di educazione civica… per il ministro!
Nuove linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica: un delirio di onnipotenza identitaria
Fiore Isabella 14/08/2024
Tra le principali novità introdotte dalle Nuove linee Guida per l’insegnamento dell’educazione Civica emanate dal Ministro dell’istruzione e del Merito emerge la promozione della “…formazione alla coscienza di una comune identità italiana come parte della civiltà europea e occidentale e della sua storia. Di conseguenza, viene evidenziato il nesso tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita Patria, concetto espressamente richiamato e valorizzato dalla Costituzione. Attorno al rafforzamento del senso di appartenenza a una comunità nazionale, che ha nei valori costituzionali il suo riferimento, si intende anche favorire l’integrazione degli studenti stranieri”.
Nulla di nuovo sotto il sole! Identità, patria e appartenenza alla comunità nazionale con una timida concessione, concettualmente blanda, di “favorire l’integrazione degli studenti stranieri” come se gli stessi fossero destinatari di processi di socializzazione passivi e non anche protagonisti attivi e consapevoli del loro destino educativo. Un delirio di onnipotenza identitaria che lega indissolubilmente il futuro delle generazioni che frequentano le nostre scuole, a prescindere dalle loro specifiche storie, alla patria italiana come parte della civiltà europea ed occidentale. Un pistolotto istituzionale impastato di retorica; roba d’altri tempi rispolverata da Valditara, in coincidenza con la legge sull’autonomia differenziata, che l’unità della patria la sta convertendo in tante piccole patrie.
L’uso della Costituzione nelle Linee Guida di Valditara è ideologico e selettivo, tant’è che nella sua versione dell’insegnamento dell’educazione Civica, a fronte della beatificazione dell’impresa privata, perdono il diritto di Cittadinanza i temi dell‘accoglienza, della tolleranza e della Pace, di cui la nostra Costituzione è imbevuta e adeguatamente armonizzata con la dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo. Basti citare l’articolo 11 della Costituzione che ci dice che l’’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
E in una fase storica come quella attuale in cui i popoli sono seduti su una polveriera pronta a trasformare la guerra fatta a pezzi in una deflagrazione planetaria, il governo della signora Meloni si diletta a richiamare parole d’ordine identitarie da inculcare ai nostri figli come se vivessero separati dal resto del mondo. Le Linee Guida degne di questa sfida avrebbero potuto, a mio modesto avviso, fare riferimento: alla documentazione ufficiale: Onu per Agenda 2020/2030 – Unesco per educazione alla cittadinanza globale; all’Ocse per competenze globali per un mondo inclusivo; al Consiglio d’Europa per la cultura della democrazia; alla nostra Costituzione per la parte sulla cittadinanza alla luce di un quadro normativo (L.N. 107/2015) che individua come obiettivi specifici per il sistema formativo: cittadinanza attiva, pace, intercultura, dialogo, sostegno alle responsabilità, solidarietà, cura dei beni comuni e diritti e doveri; comportamenti responsabili in tema di legalità, sostenibilità ambientale, patrimonio, prevenzione (dispersione e bullismo, etc), scuola aperta al territorio che lavora con le famiglie, il terzo settore e la Comunità di appartenenza. Tutte cose che, solo in parte e timidamente, si affacciano nelle linee guida di Valditara e in una dimensione francamente provinciale.
La Scuola, caro ministro Valditara, ha una responsabilità speciale, è il luogo di incontro e di crescita delle persone, un laboratorio di relazioni. L’educazione alla Pace non è una nuova disciplina né una palestra ideologica per quello che da certi ambienti vicini a Lei viene considerato pacifismo vuoto e fastidioso. L’educazione alla Pace è il sale per dare sapore alla convivenza umana
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