DIETRO IL “MORBO” CHE TANTO CI ALLARMA da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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DIETRO IL “MORBO” CHE TANTO CI ALLARMA da IL MANIFESTO

Dietro il «morbo» che tanto ci allarma

Africa/Italia «Ex Africa semper aliquid novi»: dall’Africa sempre qualcosa di nuovo, diceva Plinio il Vecchio già duemila anni fa. Ed è certamente così per quanto concerne le malattie infettive a base […]

Raffaele K. Salinari*  15/12/2024

«Ex Africa semper aliquid novi»: dall’Africa sempre qualcosa di nuovo, diceva Plinio il Vecchio già duemila anni fa. Ed è certamente così per quanto concerne le malattie infettive a base virale come dimostra anche questa “nuova” infezione che ha colpito la regione di Panzi, un’area di difficile accesso nel sud ovest della Repubblica Democratica del Congo. Se è ancora troppo presto per dire di che agente patogeno stiamo parlando, le ipotesi di lavoro sono chiare. Bisogna capire anzitutto se lo conosciamo già, ed in questo caso se siamo di fronte ad una sua possibile mutazione, come per intenderci succede ogni anno con i vari ceppi del virus influenzale, oppure se si tratta di un nuovo spillover, cioè di un “salto di specie” dal mondo animale a quello umano com’è avvenuto, sempre in Congo, per il più noto virus dell’Aids negli anni ’80 del secolo scorso passato dalle scimmie verdi a noi. Lì si verificò il fenomeno poiché una zona tradizionalmente di foresta tropicale, molto scarsamente popolata dagli umani ma molto dalle scimmie verdi, fu ad un certo punto “invasa” dai cercatori d’oro che cominciarono a sottrarre, per le loro attività, territorio alle scimmie, che poi diventarono anche prede da cacciare.

Se il caso fosse analogo si riaprirebbe il dibattitto sulla relazione tra antropizzazione dei territori e malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, un fenomeno relativamente recente che ha visto progressivamente restringersi gli spazi di separazione tra specie diverse per arrivare ad una promiscuità forzata foriera di nuove forme patogene. Lo spillover è tornato al centro delle cronache soprattutto in occasione della recente epidemia di Covid 19, ragionevolmente partita dalla vicinanza tra animali selvatici ed umani in zone altamente popolate come la città di Wuhan in Cina nel cui mercato molto probabilmente si è sviluppato il contagio.

Ma se Wuhan era dotata di un importante laboratorio virologico, che ha al tempo stesso alimentato il sospetto che il Covid 19 fosse stato prodotto artificialmente come agente di una possibile guerra batteriologica, d’altra parte ha consentito il suo isolamento e tipizzazione in tempi relativamente brevi, alla polarità opposta, dal punto di vista sanitario, sembrerebbe invece la situazione congolese. Con un nodo annoso, quello delle cure di base in aree relativamente remote e soprattutto povere. Non a caso la maggior parte dei pazienti deceduti per il virus non hanno avuto accesso a nessun trattamento adeguato: assistenza respiratoria, trasfusioni, farmaci per contenere infezioni intercorrenti e via enumerando.

Ora l’accesso alle cure primarie e la conseguente riduzione della mortalità è uno degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile approvato dal 2015 all’unanimità dall’Assemblea generale Onu da raggiungere entro il 2030. A questo fine le nazioni cosiddette sviluppate del mondo, Italia inclusa, si sono impegnate al loro conseguimento dedicando lo 0,7 % del loro Pil per il sostegno dei Paesi più poveri. Al momento, a soli cinque anni dalla scadenza, la quota dedicata a questi importanti obiettivi non arriva, nella media dei Paesi Osce, che allo 0,3, mentre il nostro Paese rimane in coda con un risibile 0,2 che, peraltro, rischia fortemente di essere ancora tagliato in Legge di Bilancio, in distonia con il Piano Mattei per l’Africa che evidentemente non può ridursi prevalentemente agli investimenti in campo energetico se vuole effettivamente creare un partenariato per lo sviluppo del Continente.

A ricordare al Governo i suoi impegni internazionali ci pensa la Campagna 070 che da anni vede Ong, mondo del volontariato cattolico e laico, promuovere iniziative a sostegno dei finanziamenti per la cooperazione internazionale allo sviluppo. Dall’altra parte della barricata, è il caso di dirlo, si spinge invece per il vertiginoso aumento delle spese militari che dovrebbero raggiungere il 2% del Pil, secondo gli ordini della nuova amministrazione Usa, preparandosi così a scenari di guerra mondiali tralasciando completamente le iniziative diplomatiche e le soluzioni politiche a lungo termine. E dunque la spirale viziosa percorre un altro giro: povertà che genera malattie e migrazione, migranti che vanno fermati anche perché portano malattie, militarizzazione dei confini e linguaggio bellicista a sostegno dei confini. Rompere questa spirale è l’autentica missione della democrazia.

* Portavoce CINI, Coordinamento Italiano Ong Internazionali

Italia – Usa, i governi di destra cavalcano le teorie no vax

Salute La comunità scientifica contro la demagogia in campo sanitario. L’Accademia dei Lincei: «Viva preoccupazione per la sanatoria delle sanzioni per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale durante il Covid-19»

Andrea Capocci  15/12/2024

Le decisioni della destra populista in campo sanitario mettono in allarme la comunità scientifica. Dall’Italia agli Usa si moltiplicano gli appelli a non assecondare i movimenti antivaccinisti per pure ragioni di consenso. Ne ha pubblicato uno venerdì l’Accademia dei Lincei, esprimendo «viva preoccupazione per la sostanziale sanatoria delle sanzioni per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale nei confronti del virus responsabile del Covid-19». Il decreto Milleproroghe infatti prevede l’abrogazione delle multe di 100 euro per chi non si è vaccinato nel periodo della pandemia in cui ciò era obbligatorio.

SI CALCOLA che le sanzioni riguardassero circa 1,7 milioni di persone, con un incasso stimato di 150 milioni di euro (era previsto che in ogni caso non tutti avrebbero pagato le sanzioni, sanatoria o meno). Ora il problema è che quei fondi spariranno dal bilancio e il buco dovrà essere coperto con nuove tasse o con un taglio ai servizi pubblici. Ma gli accademici ne fanno una questione pedagogica oltre che economica: «Tale provvedimento – scrivono – avrebbe un potenziale impatto diseducativo sui cittadini, declassando l’obbligo vaccinale a scelta opzionale, con conseguenze gravemente dannose per l’individuo che rifiuta tale obbligo e per tutta la comunità». Sebbene l’Accademia per statuto fornisca pareri al governo, difficilmente quello attuale ne seguirà i consigli. Soprattutto in piena luna di miele trumpiana: «Penso che sia un segno di pacificazione nazionale» ha detto della sanatoria il vicepremier leghista Salvini, che dal giorno delle presidenziali non ha più abbandonato la cravatta rossa indossata tradizionalmente dagli esponenti della destra repubblicana Usa.

DALL’ALTRA PARTE dell’Atlantico il fossato tra scienza e politica in questo momento è altrettanto profondo. La scelta di Robert F. Kennedy jr per il ministero della sanità della prossima amministrazione ha messo in allarme 77 scienziati vincitori di un premio Nobel, che hanno scritto una lettera aperta al Senato americano chiedendo di non confermare la nomina. Kennedy jr è un convinto anti-vaccinista e un seguace della teoria più volte smentita di un legame tra vaccino e autismo. Come scrivono i Nobel, è anche «contro i ben documentati benefici della fluorizzazione dell’acqua potabile» e «complottista riguardo farmaci efficaci contro Aids e altre malattie». «Metterlo a capo del ministero della sanità metterebbe a rischio la salute dei cittadini e minerebbe la leadership mondiale dell’America nelle scienze mediche, sia nel settore pubblico che in quello commerciale» concludono gli scienziati.

IL NEW YORK TIMES ha anche rivelato che Aaron Siri, avvocato e braccio destro di Kennedy jr, nel 2022 aveva chiesto alla Food and Drug Administration di revocare l’autorizzazione al commercio dei vaccini contro la poliomielite e l’epatite B sulla base del fatto che il vaccino sarebbe stato approvato senza un confronto con un placebo – ma somministrare un placebo invece di un vaccino per una malattia grave come la poliomielite è ritenuto anti-etico dalla deontologia. A nome della Rete di Azione per il Consenso Informato, Siri aveva già chiesto di ritirare dal mercato o di sospendere la distribuzione di altri tredici vaccini. Dopo l’inchiesta, persino il capogruppo repubblicano al Senato, Mitch McConnell, ha invitato Kennedy jr a prendere le distanze da Siri.

LA SINTONIA trans-atlantica tra le due destre è confermata dalle audizioni previste nella Commissione parlamentare d’inchiesta sulla pandemia. Il deputato leghista Alberto Bagnai ha infatti invitato Jay Bhattacharya, il medico indo-statunitense dell’università di Stanford appena designato da Trump per la guida dei National Institutes of Health. Bhattacharya è stato uno dei più feroci oppositori delle chiusure adottate dai governi e dell’uso delle mascherine. Insieme a Martin Kulldorf e Sunetra Gupta, ha promosso la Dichiarazione di Great Barrington, un appello internazionale contro il lockdown mirato a raggiungere l’immunità di gregge. Il loro appello è stato inizialmente seguito da diversi governi di destra nel mondo anglosassone, prima che anch’essi adottassero misure stringenti.

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