ACCANIMENTO CONTRO LE REGOLE PER UN “PREDOMINIO MONDIALE” 2 da IL MANIFESTO
I «due presidenti» preparano l’assalto ai tribunali Usa
America oggi Trump e Musk allo Studio ovale, dove il presidente consacra il dicastero del miliardario
Luca Celada 13/02/2025
LOS ANGELES
Il siparietto di martedì, con i “due presidenti” assieme nello studio ovale per un incontro congiunto con la stampa, rimarrà nell’iconografia del regime che sta in questi giorni plasmando una versione degli Stati uniti 2.0.
La presenza di X Musk, quattro anni, figlio del plenipotenziario del ministero ombra incaricato materialmente della «decostruzione dello stato amministrativo», rimandava non casualmente alle celebri foto di John F Kennedy seduto alla stessa scrivania col figlio Johh John che faceva capolino da sotto al tavolo,
TRUMP E I SUOI propagandisti hanno fatto uso frequente delle immagini dell’era Kennedy, per associarsi a un’idea “iconica” dell’America, ma nella realtà l’opera trumpista consiste nello smantellare esattamente l’impianto statale che al tempo di Kennedy e Johnson veniva imbastito sull’egemonismo globale da guerra fredda. Sintomatico è stato lo smantellamento dell’agenzia per la cooperazione internazionale (Usaid) creata proprio da Kennedy per veicolare il soft power americano nel mondo. Nella concezione neo-espansionista di un predominio mondiale imposto con pura forza capitalista e con operazioni transazionali e ricattatorie, non vi è più nulla di lontanamente «morbido».
LO STESSO PUÒ DIRSI delle riforme interne che ebbero massimo sviluppo con Johnson e la sua Great Society che vide l’approvazione di leggi come il Voting Rights Act, conquistata da Martin Luther King per rimediare al secolo di discriminazione elettorale su basi razziali. Fra le prima direttive della nuova procuratrice generale vi è stata infatti quella che elimina ogni iniziativa del ministero di giustizia a protezione dell’«equità elettorale». Una promessa fatta da Trump alla componente di “rivalsa bianca” che anima il movimento Maga e ha portato anche alla criminalizzazione delle pari opportunità insite nei programmi aziendali e universitari (ieri il procuratore generale del Missouri ha annunciato un’azione legale contro Starbucks per «discriminazione contro l’assunzione di bianchi»).
LA COPERTURA per l’operazione è una concezione di stato virtuoso ispirato all’efficienza aziendale su cui Musk è tornato anche nell’incontro dello studio ovale e che è ripetutamente articolata nel Project 2025, il documento programmatico del governo Trump. L’esecuzione del piano prevede la necessaria eliminazione delle «burocrazie statali» in quanto fattore limitante del potere di una presidente-monarca e della sua azione come efficiente «amministratore delegato dello stato». Project 2025 prescrive la decurtazione degli impiegati pubblici da 2 milioni a 20.000 scelti fra impiegati fedeli al programma di Trump.
DA QUI LA CHIUSURA dei ministeri e di agenzie come la protezione civile, Noaa (amministrazione atmosferica e oceanica), Nih (Istituti di salute) e Cdc (Centro per le malattie infettive): il cuore dell’impianto scolastico-universitario e scientifico del paese. Ogni azione è stata intrapresa d’ufficio dal Doge di Musk, un dicastero paraministeriale senza precedenti costituzionali che si muove in completa autonomia dalla supervisione parlamentare, aggirando ogni dibattito, persino in un Congresso pur controllato dai repubblicani. Il motivo è quello di evitare possibili defezioni in una maggioranza risicata, raggiungere rapidamente il fatto compiuto e, non ultimo, imporre con un atto di forza l’idea di un esecutivo imperiale.
LE AZIONI sono palesemente incostituzionali e sono prevedibilmente incappate in una serie di ingiunzioni di giudici federali che hanno ordinato lo stop a varie iniziative che di fatto abrogano unilateralmente leggi dello stato. È quindi puntualmente partita la campagna intimidatoria contro i «giudici attivisti» (una riedizione delle «toghe rosse»). Trump ha scritto post chiedendo che i magistrati vengano indagati per la loro ingerenza, sostenuto dal suo vice JD Vance. Dal suo canale X, Musk ha alzato il tiro reclamando l’impeachment ed il carcere per i giudici «insubordinati» Si tratta del prossimo d inevitabile passo, anche questo lucidamente mappato dal Project 2025. Nel giro di tre settimane il ramo giudiziario si troverà a essere l’ultimo ostacolo istituzionale e come tale deve essere sopraffatto o aggirato. Trump violerà gli ordini dei tribunali puntando all’escalation di appelli.
Quando i ricorsi raggiungeranno l’ultimo grado, il regime giocherà in casa con un ramo giudiziario di fatto accorpato al governo reazionario. E d’altra parte la via legale per fermare Trump ha già fallito quando più era plausibile: con gli impeachment e i processi azzerati che hanno invece fruttato una immunità completa e preventiva sancita dalla Corte suprema alleata.
LA CRISI COSTITUZIONALE deve dunque considerarsi ormai effettivamente alle porte. Ogni passo si inerisce nella tabella di marcia del Project 2025 che considera la separazione dei poteri come concepita negli ultimi 200 anni come un «errore interpretativo» della costituzione, invocando apertamente l’ora di un predominio dell’esecutivo. Eufemismo per la decostruzione non già di burocrazie inefficienti, ma della stessa idea di nazione americana moderna.
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