INCOLLA E SCOLLA da IL MANIFESTO
Last generation, gli attivisti tedeschi non si scollano
GERMANIA. Bloccano strade e aeroporti saldandosi a terra con colla o catene, è la nuova generazione per il clima disposta anche all’arresto
Sebastiano Canetta, BERLINO 10/12/2022
Hanno iniziato due estati fa con lo sciopero della fame nel quartiere governativo di Berlino. Poi hanno cominciato a distribuire gratis il cibo scartato dai supermercati che marciva nei container, piantando le patate sul campo davanti alla cancelleria. Oggi si incatenano agli incroci delle strade per denunciare il tradimento del patto sull’Ambiente non solo del governo Scholz.
PICCOLA CRONACA della blitzkrieg tutt’altro che violenta degli attivisti di Last Generation, l’ultima generazione in grado di fermare la catastrofe ecologica, che a Berlino tutti chiamano Klima-Kleber (adesivi per il clima) perché è letteralmente impossibile scollarli dalla protesta.
Ci provano ogni giorno inutilmente gli agenti della Polizei che non riescono a placcarli prima che raggiungano l’area delle zebre, così come la politica incarnata dal capogruppo Csu, Alexander Dobrindt, che prova a far passare i militanti come la nuova «Raf del Clima», fino ai giudici che a suon di «sentenze esemplari» tentano di soffocare la voglia di ribellarsi ribadita dai condannati perfino dopo il verdetto.
«NON CI PENTIAMO di niente. Siamo pronti a rifarlo». Così, una studentessa di biologia di 25 anni, il suo compagno di 23 e uno psicologo trentenne, tutt’altro che “rinsaviti” dopo ventitré giorni di detenzione preventiva in carcere e la raffica di multe dai 375 ai 625 euro. Sono i primi a pagare in tribunale il prezzo dei blocchi stradali di inizio novembre; dovrebbe suonare come avvertimento, invece la Last Generation non si arrende, a Berlino esattamente come nelle altre città tedesche investite dalle azioni-lampo, a partire dal blitz di Monaco con cui mercoledì i Klima-Kleber hanno bloccato la pista dell’aeroporto.Organizzati, ma anche inesperti e per niente veterani. L’altro sintomatico dato che emerge dietro la Last Generation è il rilevante numero di giovani che partecipano per la prima volta alle contestazioni per il Clima. Non è (già più) l’onda lunga del Fridays For Future ma una vera e propria Neue Generation nella galassia ambientalista tedesca.
«È la prima volta che partecipo a un’azione in vita mia» conferma Thomas V, 24 anni, un po’ fiero, un po’ spaventato, in attesa di identificazione da parte della polizia dopo che con altri cinque compagni ha bloccato l’incrocio di Frankfrurter Allee, la principale arteria di Berlino-Est.
Un automobilista ingabbiato nella coda ormai chilometrica impreca contro i Klima-Chaoten (casinisti del clima) chiedendo misure forti; gli agenti gli spiegano che non possono sgomberare la strada a manganellate, non fosse altro perché i Klima-Kleber sono incatenati ai tombini.
Bisogna dunque aspettare il fabbro; impiegherà 20 minuti per arrivare più altri dieci per rompere le catene, mentre l’intera operazione è costata l’impiego di 18 poliziotti. Sotto il profilo dell’ordine pubblico la guerra agli «adesivi» appare persa in partenza, nonostante la polizia berlinese abbia addirittura istituito l’apposita task-force con il nome di «Asphalt».
POCO PRIMA DEL BLOCCO della Frankfurter Allee, la Last Generation aveva occupato il trafficatissimo incrocio alla fine di Warschauer Strasse, altra via nevralgica della capitale tedesca. Sei persone con il gilet rosso e due cartelli arancioni con la richiesta di introdurre il limite massimo di 100 chilometri orari e di tornare al “9 euro- Ticket” del trasporto pubblico smantellato a fine agosto, scattate all’improvviso sotto il naso delle forze dell’ordine, presenti ma incapaci di reagire in tempo. Anche qui servono le tenaglie dei Vigili del Fuoco per riaprire il traffico; in cinquanta minuti passano solo le biciclette, con più di un ciclista che applaude.
«Non mi fa piacere stare con due gradi sotto zero per poi farmi portare via a forza. In questo preciso momento dovrei essere in un laboratorio. Ma non ho alternative, non c’è più tempo per salvare l’Ambiente» sintetizza Lotte W, giovanissima ricercatrice di Fisica, preoccupata per «il disastro già matematicamente scritto». Come gli altri ha aderito all’azione volontariamente assumendosi in prima persona i rischi rubricati nelle tre categorie di disponibilità previste dal movimento: «disponibile all’arresto, all’arresto con galera, solo appoggio logistico».
Proprio dipinta da carcerata è la ragazza incollata sul boulevard dedicato a Puschkin che costeggia il Parco di Treptow, la terza strada bloccata nello stesso giorno dai Klima-Kleber. Ferma immobile fra i tir della logistica e i furgoni dei padroncini dell’e-commerce che non ammette ritardi di consegna, con il fabbro concentrato a dissaldare gli anelli della catena, che ha fretta anche lui perché – gracchia la radio appesa alla cintura – in una strada vicina c’è un altro “adesivo” che si è appena incollato.
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