TODD, L’OCCIDENTE STA PERDENDO LA SUA SFIDA POLITICA E INTELLETTUALE da IL FATTO
Todd, l’Occidente sta perdendo la sua sfida politica e intellettuale
Francesco Sylos Labini 2 Ottobre 2024
La guerra in Ucraina ha sancito la fine del primato militare, economico e intellettuale dell’Occidente: questa è la tesi dell’antropologo francese Emmanuel Todd nel suo libro recente che corrisponde alla “sconfitta dell’Occidente”. In effetti, la produzione di armi dell’intero Occidente non ha retto il confronto con la produzione della Russia a fronte del fatto che gli Stati Uniti, i principali fornitori di armi all’Ucraina, hanno avuto un investimento nel 2023 di 900 miliardi di dollari in spesa militare, mentre la Russia “solo” 100 miliardi. La differenza tra questi numeri è impressionante e per capire come sia stato possibile che la Russia abbia retto non si deve considerare che la produzione di armi in Occidente è un settore la cui priorità è ricerca del profitto, mentre in Russia le imprese del settore sono di proprietà dello Stato il cui principale obiettivo è la sicurezza.
Anche il fronte dell’alta tecnologia lascia piuttosto perplessi: la Russia ha sviluppato missili ipersonici, che possono raggiungere velocità dell’ordine di dieci volte la velocità del suono o più, mentre non sembra che i famosi carri armati occidentali super-tecnologici abbiano inciso più di tanto sul corso della guerra. Le nuove armi che di volta in volta vengono proposte sembrano servire più a tenere in vita un conflitto piuttosto che a cambiarne l’esito. Tuttavia, l’elefante nella stanza a cui fa riferimento Todd è rappresentato dal combinato disposto della comprensione dell’economia politica e della conoscenza del mondo. Qui si trova la ragione più profonda “della sconfitta dell’Occidente”. Nel febbraio del 2022 la vera arma che tutto l’Occidente considerava decisiva per infliggere alla Russia una “sconfitta strategica” non era infatti una vittoria sul campo di battaglia. L’arma “fine del mondo” erano le sanzioni economiche: lo aveva dichiarato molto chiaramente lo stesso Mario Draghi con frotte di “studiosi” a supportarlo. Le sanzioni alla Russia sono state invece un disastro per l’Europa: in particolare, come lo stesso Draghi ha notato, hanno causato l’aumento del prezzo dell’energia che ha reso meno competitiva la produzione industriale europea. Chi ne è stato promotore dovrebbe avere la decenza di assumersi la responsabilità di aver causato una catastrofe economica e sociale oltre che umanitaria.
La scommessa era dunque molto semplice: la Russia con un Pil come quello della Spagna, equivalente al 5% del Pil dei paesi Nato sarebbe stata messa in ginocchio dalle sanzioni delle economie più potenti del pianeta. Il problema è stato ignorare la differenza tra un’economia basata sulla finanza e una basata sulla produzione industriale e sulle materie prime. Inoltre, c’è stata l’incomprensione sul funzionamento del mondo e del presunto ruolo guida dell’Occidente. I Paesi del Sud del mondo nel complesso non hanno seguito le sanzioni occidentali cosa che mostra l’isolamento internazionale dell’Occidente. Per quanto riguarda il petrolio russo, l’India ha aumentato le sue importazioni di uno sbalorditivo 1.800%, mentre la Cina del 43%. L’India ha compensato quasi il 70% della perdita di entrate della Russia dall’Ue, mentre la Cina ha compensato il 25%. La sconfitta dunque prima che militare, economica e tecnologica è, secondo Todd, intellettuale. Una classe politica che da più di 40 anni ha scelto come consigliere una casta di pseudo-intellettuali che interpretano l’economia, e con questa il funzionamento del mondo, in maniera completamente ideologica. La religione del libero mercato, della concorrenza sfrenata, del darwinismo sociale sono strumentali a creare le condizioni per la crescita e l’avvento delle disuguaglianze dando origine a una bolla cognitiva che ha convinto le classi dirigenti di essere invincibili. Il risveglio è ora molto doloroso prima di tutto per i comuni cittadini. La speranza è che almeno serva a smascherare gli stregoni che ci hanno portato sull’orlo della catastrofe nucleare.
No Comments