PICCOLA LEZIONE DI FISICA AD USO DEI NEGAZIONISTI da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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PICCOLA LEZIONE DI FISICA AD USO DEI NEGAZIONISTI da IL MANIFESTO

Piccola lezione di fisica a uso dei negazionisti

CLIMA. Non c’è nulla di strano se, come ripete chi non vede la crisi climatica, centinaia di secoli fa la terra aveva una temperatura superiore per effetto della grande quantità di Co2

Enzo Scandurra  09/08/2023

Il Partito dei negazionisti dei cambiamenti climatici cresce nonostante le evidenze che si fanno più evidenti ed oggettive, nonché distruttive. Questo partito usa strumentalmente risultati di agenzie di ricerca che studiano il clima, ma non certo per negarne i cambiamenti in atto a opera dell’uomo. Ultimo in arrivo, come esempio, è lo studio del Cnr che afferma che circa 2.000 anni fa (ai tempi del primo impero romano) la temperatura del mediterraneo era molto più alta dell’attuale.

Ciò forse conferma la tesi dei negazionisti che il fenomeno attuale è del tutto naturale? Evidentemente no; non è questo che gli studiosi del Cnr volevano affermare. È evidente che i media dovrebbero dare informazioni scientifiche comprovate, cosa che quasi sempre non avviene.

PARTIAMO ALLORA dall’effetto serra che tutti conoscono (soprattutto i contadini). Esso è un meccanismo che ci consente la sopravvivenza (in condizioni normali). L’energia raggiante proveniente dal Sole colpisce la terra, penetrando nell’atmosfera, riscaldandola. Parte di questa energia viene rimbalzata fuori dall’atmosfera, nello spazio, consentendo alla terra di mantenere una temperatura costante (circa 14,5°C, sulla superficie degli oceani). In conclusione se non ci fosse l’effetto serra il pianeta sarebbe freddissimo e noi non potremmo sopravvivervi.

In tutto questo gioca un ruolo fondamentale la presenza della Co2 nell’alta atmosfera; è quella che consente all’energia solare l’ingresso nel pianeta ed è sempre essa che fa passare verso lo spazio parte dell’energia accumulata dalla terra per effetto del Sole.

Se però questo spessore di Co2 si altera (per esempio si infittisce) l’energia solare riesce lo stesso a penetrarla ma non così per l’energia di rimbalzo (che nel frattempo ha cambiato lunghezza d’onda) che ritorna indietro trovando una barriera che le impedisce di uscire. In queste condizioni la temperatura media del pianeta aumenta tanto più quanto lo spessore della Co2 si ingrandisce.
Allora non c’è nulla di strano se per esempio durante il periodo delle eruzioni di vulcani (molte centinaia di secoli fa) la terra aveva una temperatura superiore all’attuale per effetto della grande quantità di Co2. Altri e complessi fenomeni sono intervenuti nel passato a modificare il clima, come l’inclinazione dell’asse di rotazione della terra (da cui: periodi di glaciazioni e periodi di riscaldamento), non certo per colpa dell’uomo.

Tuttavia l’attività antropica connessa alla rivoluzione industriale e, successivamente, in epoca moderna, alla grande quantità di Co2 prodotta dall’uomo (mobilità, riscaldamento domestico, produzione industriale e agricola, ecc.) alterano di fatto lo spessore della Co2 in atmosfera impedendo all’energia di rimbalzo di uscire nello spazio. Questo è un fatto indubitabile per chiunque faccia uso di una sia pur discreta conoscenza scientifica e per chiunque sappia usare un minimo di pensiero critico o comunque di solo buon senso proveniente dalla pratica: lo sanno benissimo i contadini che costruiscono le loro serre con la plastica o con il vetro: sostanze queste che fanno entrare l’energia raggiante ma non permettono la fuoriuscita.

COSÌ PROCEDENDO, senza correggere o, meglio, invertire l’attuale modello di sviluppo, basato prevalentemente sulla produzione di energia a mezzo fossili, il futuro prossimo per il pianeta sarà quello di una gigantesca serra dove l’energia raggiante di provenienza solare resterà intrappolata nella biosfera senza più possibilità di uscirne e noi, come la metafora della rana messa nella pentola con una temperatura che sale lentamente, finiremo bolliti.

E cosa fanno le grandi compagnie di produzione di energia, l’Eni, l’Enel ecc.? Si adoperano per fare pubblicità alla produzione di energie rinnovabili, mentre in gran parte continuano a trivellare il suolo per l’estrazione di fossili o fare accordi con paesi produttori trasportando (gas) con grandi navi nei i gassificatori esistenti o in costruzione (Ravenna, Piombino).
Ha ragione Sarantis Thanopulos quando scrive sul manifesto che «il pensare positivo è la pretesa di uscire dai vicoli ciechi in cui ci troviamo senza chiederci come mai li abbiamo imboccati». Personalmente questo modo di pensare lo chiamerei riduzionista o determinista, un modo di pensare che semplifica il problema e recide i legami della complessità dei fenomeni. Un modo che ha permesso alla scienza (riduzionista) di raggiungere anche risultati grandiosi, ma che, al tempo stesso, ci ha condotti, per dirla con Hans Jonas, sull’orlo dell’abisso.

Luglio bollente da record, «conseguenze spaventose»

CLIMA. È stato il mese più caldo storia dell’umanità, certifica il bollettino di Copernicus. «È urgente ridurre le emissioni globali di gas serra, il motivo di questi ultimi dati»

Luca Martinelli  09/08/2023

Luglio 2023 resterà nella storia, almeno per i prossimi dodici mesi. Ieri è arrivata infatti la conferma delle anticipazioni diffuse da Copernicus, il servizio sul clima della Commissione europea: quello appena passato è il mese più caldo nella storia dell’umanità, a livello globale. «Si stima che il mese sia stato più caldo di circa 1.5°C rispetto alla media del periodo compreso tra il 1850 e il 1900» spiega una nota del Copernicus Climate Change Service. Stando a quanto precisato nel comunicato, «il mese di luglio 2023 è stato più caldo di 0,72°C rispetto alla media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e di 0,33°C rispetto al precedente mese più caldo», che è stato il luglio del 2019.

IL PROBLEMA RIGUARDA la temperatura dell’aria ma non solo: anche le medie globali della superficie marina hanno continuato a salire, dopo un lungo periodo di temperature insolitamente elevate dall’aprile 2023, raggiungendo livelli record nel mese di luglio, spiega ancora la nota diffusa da Copernicus, precisando che «per l’intero mese, la temperatura media globale della superficie marina è stata di 0.51°C superiore alla media per il periodo compreso tra il 1991 e il 2020». In alcune aree del Mediterraneo, tra cui il Golfo di Taranto, si sono toccati i 30 gradi.

«Nel mese di luglio le temperature globali dell’aria e della superficie degli oceani hanno stabilito nuovi record storici. Questi record hanno conseguenze spaventose sia per le persone che per il pianeta, esposto a eventi estremi sempre più frequenti e intensi» ha commentato Samantha Burgess, che è la vicedirettrice del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus. «Il 2023 è attualmente il terzo anno più caldo fino ad oggi (il 2016 è il primo seguito dal 2022, ndr), con un aumento di 0,43°C rispetto alla media recente» ha rimarcato Burgess, sostenendo che il dato di luglio, anche se riguarda le misurazioni riferite ad un tempo limitato, «dimostra l’urgenza di sforzi ambiziosi per ridurre le emissioni globali di gas serra, che sono il principale motore di questi ultimi dati». In ogni caso, il divario tra il 2023 e il 2016 dovrebbe ridursi nei prossimi mesi, poiché gli ultimi mesi del 2016 sono stati relativamente freschi (riducendo la media annuale a 0,44°C), mentre il resto del 2023 dovrebbe essere relativamente caldo a causa dello sviluppo dell’attuale evento El Niño.

«Le notizie del mese più caldo mai registrato forse non dovrebbero sorprendere» ha commentato ieri Chris Hewitt, direttore dei servizi climatici presso l’Organizzazione meteorologica mondiale, durante il briefing con i media delle Nazioni Unite. Nessuna sorpresa per chi ricorda che l’ultimo rapporto annuale sullo stato del clima dell’Omm ha evidenziato come gli anni dal 2015 al 2022 siano stati gli 8 più caldi mai registrati, e questo è sulla scia di un chiaro riscaldamento decennale.
«Mentre continuiamo a vedere continui aumenti delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, questo riscaldamento a lungo termine continuerà e i record di temperatura continueranno a essere battuti» ha detto Hewitt. Non è, insomma, una questione di cicli, come spiegato ai leghisti dal ministro delle Infrastruttura Matteo Salvini solo pochi giorni fa.

TRA LE CONSEGUENZE dell’aumento globale delle temperature medie, uno degli effetti del cambiamento climatico, ci sono anche quelli relativi all’estensione del ghiaccio marino antartico, che ha continuato a battere i record negativi per il periodo dell’anno, con un valore mensile a luglio 2023 del 15% inferiore alla media, di gran lunga l’estensione più bassa dall’inizio delle osservazioni satellitari riferite al mese di luglio. Non sorprende, quindi, nemmeno osservare quello che è successo nei giorni scorsi in Alaska, ovvero un’inondazione causata dal collasso di un lago glaciale.

SECONDO UNO STUDIO pubblicato a febbraio da Nature Communications in tutto il mondo sono 15 milioni le persone a rischio, oltre la metà delle quali vivono in India, Pakistan, Perù e Cina. Il problema nel più settentrionale degli stati Usa è stata la rottura di un bacino laterale del ghiacciaio Mendenhall, a 20 chilometri a nord della capitale. Il fenomeno è collegato all’acqua intrappolata che fuoriesce attraverso le fessure nelle dighe di ghiaccio che si assottigliano, aumentando in modo quasi improvviso il livello dell’acqua. E la casa che crolla nel fiume in Alaska è una metafora della nostra società.

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