L’OCCIDENTE E L’ILLUSIONE DI UNA SOCIETÀ DI DIRITTI da IL FATTO e PROSSO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
20018
post-template-default,single,single-post,postid-20018,single-format-standard,cookies-not-set,stockholm-core-2.4.5,select-child-theme-ver-1.0.0,select-theme-ver-9.12,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_menu_,wpb-js-composer js-comp-ver-7.9,vc_responsive

L’OCCIDENTE E L’ILLUSIONE DI UNA SOCIETÀ DI DIRITTI da IL FATTO e PROSSO

L’Occidente e l’illusione di una società dei diritti

EUGENIO GIRELLI BRUNI  18/05/2025

La storia politica dell’Occidente non è mai stata un progetto morale. Dalla Ragion di Stato rinascimentale al colonialismo, la politica è sempre stata esercizio di dominio e tutela di interessi di élite. L’economia, ieri come oggi, non ha mai servito l’uomo: lo ha dominato. Dopo il 1945, con la minaccia sovietica alle porte e i crimini nazisti alle spalle, si costruì una narrazione nuova: diritti civili, sociali, umani. Le costituzioni e il welfare sembravano restituire dignità al cittadino. Ma fu solo una tregua storica. Oggi, nel 2025, quella tregua è finita. La politica è tornata a essere pura funzione economica. I diritti sono stati svuotati, la loro invocazione ridotta a orpello diplomatico. Le costituzioni sono divenute ostacoli “alla crescita”. Il diritto al dissenso una minaccia. L’istruzione un peso. La salute un mercato. Il cittadino? Un algoritmo da sfruttare. Ma è il genocidio in corso a Gaza che segna la fine della maschera. La distruzione sistematica di un popolo avviene davanti al mondo intero, senza che l’Onu, il diritto internazionale o le Convenzioni di Ginevra producano alcuna conseguenza. Nessuna sanzione, nessun processo, nessuna voce vincolante. Il diritto è morto. E con esso, ogni idea di civiltà condivisa. Trump non è un’eccezione, è lo specchio. Quando afferma che “è il business a fare la politica”, dice esattamente ciò che tutti gli altri fingono di non praticare. L’Occidente si è tradito due volte: quando ha illuso di aver sostituito la forza con il diritto e quando ha scelto di calpestare anche quell’illusione. Oggi il potere non promette più nulla. E il suo silenzio è il rumore sordo nel quale siamo avvolti.

 Per Gaza, olocausto e camere a gas”.

Un noto produttore televisivo israeliano associato al Canale 14, l’emittente tv più vicina a Netanyahu, è emerso alla cronaca internazionale con il seguente appello (postato su X):

PROSSO  10/05/2025

Gaza è morte. I 2,6 milioni di terroristi di Gaza meritano la morte!! Sì, loro meritano la morte!! Meritano la morte! Uomini, donne, e bambini – con tutti i mezzi necessari, dobbiamo semplicemente portare a termine una Shoah [Olocausto] contro di loro. Sì, leggi di nuovo – O-L-O-C-A-U-S-T-O!

Dal mio punto di vista – camere a gas. Carri ferroviari [dove si soffocava senza neppure arrivare ai campi di concentramento]. Ed altri crudeli metodi di morte per questi nazisti. Niente paura, niente debolezze – annientarli. Eliminare. Massacrare. Radere al suolo. Smantellare. Fare a pezzi. Distruggere. Senza coscienza né pietà – figli e genitori, donne e ragazze – tutti loro sono marchiati per una morte crudele e dura.”

Sono passati alcuni giorni da quando questo post, e altri dallo stesso contenuto, sono stati portati alla luce, e né questo assassino, né il sistema dei media israeliani di cui costui è parte, hanno avuto nulla da dire. Tutto ok. Del resto, è ciò che tanti sionisti pensano e desiderano – questo mostro l’ha solo dichiarato apertamente. Dal momento che il popolo palestinese ha tutt’ora la forza sovrumana di resistere (ancora oggi due alti ufficiali e sette soldati dell’Idf sono stati feriti da un’azione dei gruppi della Resistenza a Shuja’iyya nella striscia di Gaza), merita lo sterminio totale – il genocidio non basta.

Questa è “solo” la destra estrema, obietterà qualcuno, sempre pronto a cercare un’impossibile giustificazione del sionismo “moderato” separandolo da quello “estremo”. Senonché è dagli anni della fondazione dello Stato coloniale di Israele che la cosiddetta destra estrema detta legge nella politica di Israele.

La prima Nakba ha avuto come momento-simbolo il massacro del villaggio di Deir Yassin in cui ebbero parte tanto le bande estreme (la Irgun e la Stern, affiliata al partito di Begin Tnuat Haderut) quanto la “moderata” Haganah, che sembrò prenderne le distanze, ma in realtà gli diede il via libera e vi collaborò (tra l’altro, aveva messo all’opera da anni un non meno infame reparto giovanile, il Palmach). E se vai a vedere la successiva storia dello stato sionista e ai vertici dello stato, del governo e dell’esercito, chi ci ritrovi? Esattamente i capi di queste bande terroristiche prima al servizio del colonialismo britannico, e poi sempre più autonomizzate, per mettere in atto il piano di colonizzazione sionista-occidentale della Palestina, ed espellerne la popolazione nativa. I nomi di questi capi? Begin, Rabin. Dayan, Sharon… chi non li avesse mai sentiti nominare, si documenti sulle loro storie e le loro “imprese”. Che poi qualcuno di loro sia stato insignito del Nobel per la pace, dice qualcosa sia sul Nobel sia sulla potenza internazionale delle agenzie sioniste.

Anche la destra “estrema” di oggi, quella dei partiti religiosi di Smotrich e Ben-Gvir, e che ha dei propagandisti come Elad Barashi, viene presentata sui media mainstreamingannevolmente, come qualcosa di marginale. Ma essa, al contrario, impronta di sé l’intera politica della macchina di morte sionista, ispirando e alimentando una seconda Nakba ancora più mostruosa della prima. Se la prima Nakba fu, infatti, una gigantesca operazione di pulizia etnica – circa il 50% dei palestinesi furono cacciati dalla loro terra – realizzata attraverso mezzi terroristici (con alcune migliaia di morti palestinesi), questa seconda Nakba è il risultato di un’operazione terroristica su grande scala che ha già prodotto un genocidio di 100-200.000 morti, e pianificato la morte di altre decine o centinaia di migliaia di palestinesi con l’inquinamento delle acque e dei suoli, la distruzione delle infrastrutture e degli ospedali, dell’agricoltura, delle greggi e di ogni altra fonte di sopravvivenza, la carestia e la fame (1).

Come abbiamo più volte sostenuto, l’Italia di Mattarella-Meloni-Schlein, l’UE, la NATO e, naturalmente, il capobanda dello schieramento occidentale, gli Stati Uniti, sono totalmente corresponsabili di questo genocidio – sono i fornitori del 100% delle armi necessarie al massacro. Non meno colpevoli gli stati arabi. Ma nessuno, neanche uno, degli stati “anti-occidentali” è privo di colpe. Non ci stancheremo di ripeterlo: è solo dalle piazze del mondo, dai porti, dai magazzini, dalle fabbriche, dalle scuole, dalle università di tutto il mondo che deve tornare a farsi sentire con ancora maggiore forza il grido:

Stop al genocidio, ora! Immediato accesso degli aiuti alimentari alla popolazione di Gaza! Abbasso la macchina di morte e di sterminio sionista e i suoi complici! Solidarietà incondizionata al popolo e alla resistenza palestinese! Palestina libera, dal fiume al mare!

(1) Dell’ultima infamia documentata di questa operazione genocida ha parlato di recente The Guardian in un articolo sintetizzato da https://it.insideover.com/guerra/le-armi-di-israele-modificate-per-procurare-ferite-piu-gravi-e-provocare-piu-morti.html.

Le armi di Israele, modificate per procurare ferite più gravi e provocare più morti

Armi progettate per mietere quante più vittime possibili. Sarebbero fatti così gli esplosivi e i proiettili impiegati dall’esercito israeliano nella guerra a Gaza, con un obiettivo ben preciso, quello di massimizzare le morti. È quanto si legge in un approfondito articolo di Chris McGreal sul The Guardian, in cui sono state riportate le dichiarazioni di sei medici che hanno prestato servizio negli ospedali europei e ad Al-Aqsa.

Tutti gli operatori sanitari intervistati hanno confermato che “molte delle morti, amputazioni e ferite che hanno trattato, derivano dal lancio di missili e proiettili – in aree affollate di civili – carichi di metallo aggiuntivo progettato per frammentarsi in minuscole schegge”. Ci sarebbe un denominatore comune delle ferite, spesso mortali, riportate sui corpi dei bambini colpiti: tutte, o quasi, presentano dei fori di ingresso e di uscita piccolissimi, appena visibili. Tuttavia, queste schegge al loro interno creano una “completa distruzione degli organi e delle arterie principali”.

Feroze Sidhwa, un chirurgo traumatologo della California, di ritorno dall’ospedale europeo nel sud di Gaza, ha dichiarato: “Circa la metà dei pazienti che ho curato erano bambini. Abbiamo visto molte ferite da schegge così piccole che talvolta sfuggivano al primo esame del paziente. Sono molto più piccole di qualsiasi altra cosa che abbia mai visto prima, ma causano enormi danni all’interno”. C’è poi un’altra testimonianza, che avvalora quanto appena riportato. Sanjay Adusumilli, un chirurgo australiano in servizio ad al-Aqsa, nel centro della Striscia, ha recuperato delle “schegge composte da minuscoli cubi di metallo di circa tre millimetri di larghezza durante un’operazione su un giovane ragazzo”. Ebbene, quelle schegge “distruggono ossa e organi lasciando solo un graffio sulla pelle”.

No Comments

Post a Comment

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.