ISRAELE, IL DOSSIER D’ACCUSA PER METTE AL BANDO L’UNRWA da IL FATTO
Israele, il dossier di accuse per mettere al bando Unrwa
Verità o propaganda – L’agenzia del Palazzo di vetro fuori da gennaio. Per Tel Aviv centinaia di Hamas tra i dipendenti, ma “nessuna indagine”
Riccardo Antoniucci 19 Dicembre 2024
Infiltrazione “sistematica” e propaganda. Si intensificano le indiscrezioni su un prossimo accordo per una tregua a Gaza, con il rilascio di alcuni ostaggi, e Israele ha ripreso la sua campagna contro l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, che accusa da tempo di complicità con Hamas. E lo fa, oltre che con una campagna di annunci a pagamento online, tramite le rappresentanze diplomatiche. Il nuovo ambasciatore Jonathan Peled e la rappresentante permanente alle agenzie Onu a Roma Orli Gil hanno condiviso con alcune testate italiane, tra cui il Fatto, un dossier dal titolo Hamas nell’Unrwa che motiva perché Tel Aviv ritiene di non poter più tollerare l’esistenza dell’Unrwa: “massiccio impiego di miliziani tra i loro dipendenti”, “partecipazione” e uso delle infrastrutture “a scopo terroristico”, “indottrinamento” e “propaganda palestinese”.
Il report asserisce l’affiliazione di 27 dipendenti Unrwa ad Hamas. A supporto la foto di un foglio Excel con nomi in arabo: il gruppo di Sinwar teneva una contabilità meticolosa dei membri, hanno spiegato i rappresentanti israeliani, indicando impieghi, stipendi e armi a disposizione. Solo cinque casi sono illustrati nel dettaglio: Ahmas Sabir El Khatib, Khales Said El Masri, Naj Abdalla Abu Aziz, Ala Jaamel Abu Anza, Mustafa Sulaiman al-Farra. Tre presidi e due insegnanti di quattro scuole nella Striscia, a Jabalia, Maghazi, Khuza e Khan Younis. Il New York Times, che ha avuto il dossier israeliano a inizio mese, ha scritto di aver verificato le loro identità e ruoli nei database dell’Unrwa, ma di non essere riuscito a contattare i cinque. Nel dossier sono allegate foto di carteggi in arabo come prova dell’affiliazione alle brigate al Qassam. In un caso (al-Farra), c’è anche un attestato su carta intestata di Hamas con prova di consegna di un Ak47 e di un addestramento militare. Alcuni documenti mostrati risalgono a prima del 7 ottobre 2023: non dimostrano che gli educatori abbiano preso parte a combattimenti, ma che avevano gli strumenti per farlo. Video allegati, senza data, mostrano miliziani muoversi dentro complessi Unrwa (non si sa se abbandonati dagli umanitari dopo l’inizio del conflitto) e foto danno conto di elogi funebri ai “martiri di Gaza” sulle lavagne. Il report cita anche il caso di Mohammad Abu Itiwi, nel video di un rapimento del 7 ottobre, ucciso il 24 ottobre in un bombardamento.
Secondo il dossier i casi sono molti di più: centinaia, almeno 66 educatori e 32 strutture Unrwa con “al loro interno o nelle immediate vicinanze infrastrutture terroristiche”. Una “lista parziale di 100 impiegati Unrwa agenti di Hamas” è stata condivisa con l’Onu il 4 luglio, che non avrebbe fatto nulla. I dipendenti dell’Unrwa sono 30 mila nell’insieme dei territori della diaspora palestinese e 13 mila nella Striscia (dove peraltro Hamas governa dispoticamente dal 2007): Israele sostiene che il 10% di loro sia di Hamas, ma i casi emersi riguardano lo 0,66% del personale. A cui si aggiunge il preside ucciso in Libano e rivendicato da Hamas come suo martire.
Un’indagine dell’Onu, affidata all’ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, ha setacciato le procedure di assunzione e stabilito che, “nonostante il solido quadro di riferimento” adottato per garantire la neutralità, ci sono “casi di personale che esprime pubblicamente opinioni politiche” e “libri di testo di Paesi ospiti con contenuti problematici in alcune scuole Unrwa”. Delle accuse specifiche si è occupato l’Office of Internal Oversight Services (Oios) dell’Onu. L’indagine è partita poco dopo che Israele ha accusato 12 dipendenti Unrwa di aver preso parte al massacro del 7 ottobre, quando 16 Paesi occidentali congelarono i finanziamenti per circa 450 milioni di dollari (ripresi in estate). Ad aprile Israele ha integrato altri 7 casi. L’Oios ha stabilito ad agosto che 9 su 19 dipendenti Unrwa erano coinvolti in attività terroristiche, non è chiaro se siano gli stessi indicati nel report visto dal Fatto, ne ha scagionato uno e per altri 9 ha ritenuto le prove insufficienti, lamentando scarsa collaborazione israeliana. Gli atti sono disponibili su richiesta degli Stati membri dell’Onu, ma Israele lamenta di aver ricevuto un testo pieno di omissis. I risultati dell’inchiesta sono stati pubblicati il 5 agosto, la nuova lista dei 100 affiliati di Hamas dell’Unrwa è stata mandata il 4 luglio.
Il 12 gennaio entrerà in vigore la legge che mette al bando le attività dell’Unrwa in Israele, a Gaza e in West Bank. Nella presentazione, gli ambasciatori israeliani hanno insistito sulla volontà di Tel Aviv di collaborare con altri enti Onu come Unhcr o Ocha per sostituire l’Unrwa nella distribuzione degli aiuti.
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