E SE LA PIANTASSIMO CON OCCIDENTE ORIENTE ECC? da IL FATTO e IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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E SE LA PIANTASSIMO CON OCCIDENTE ORIENTE ECC? da IL FATTO e IL MANIFESTO

M5S, il corteo anti-armi prende forma. La “sfida” a FdI e Lega sul gas russo

Verso il consiglio europeo – 5 aprile. Piazza a Roma, con palco ai Fori. Il nodo degli ospiti politici: “Se ne occuperà Conte”. Timori per l’assedio a Schlein

Luca De Carolis   18 Marzo 2025

Non si è pentito per aver evitato la piazza di sabato per l’Europa. O almeno così giurano i suoi, i 5Stelle che parlano davvero con Giuseppe Conte. “Di gente ce n’era, è vero, ma non si capiva per quali motivazioni, era tutto molto confuso”, è la riflessione nel M5S. Lui, l’ex premier, ai cronisti la mette così: “Ho rispetto per chi è sceso in piazza, però è chiaro che andarci per dire ‘vogliamo più Europa’, deve tenere conto del fatto che ora è la Ue dell’economia di guerra e del piano di riarmo da 800 miliardi”. Non quella dei 5Stelle, che ora stringe i tempi per la sua manifestazione del 5 aprile a Roma, incentrata sul messaggio opposto: “Basta soldi per le armi, fermiamoli”.

Un corteo che partirà da piazza Vittorio, cuore multietnico della Capitale, per arrivare fino ai Fori Imperiali, dove ci sarà il palco. Diversi aspetti sono ancora allo studio, primo tra tutti l’elenco degli ospiti: gente della società civile, intellettuali, ma anche politici. Ci sarà sicuramente una delegazione di Alleanza Verdi e Sinistra, la cui linea sulla politica estera coincide con quella del M5S. Mentre è ancora un enigma la partecipazione di Elly Schlein: magari solo per un fugace saluto come fece un paio di anni fa, al corteo contro l’abolizione del Reddito di cittadinanza. “Questo aspetto lo gestirà direttamente Conte” dicono dal Movimento. Ma l’ex premier per ora è vago: “Inviteremo tutti coloro che dicono no a questo folle piano di Von der Leyen e che vorrebbero invece maggiori investimenti per la sanità, contro il carovita e il caro bollette”.

Ma dovrà spendersi in prima persona se vuole una rappresentanza del Pd. Senza dimenticare il gelo ostentato da Maurizio Landini, il segretario della Cgil, quando ha appreso dell’evento a 5Stelle. Però l’aspirante federatore Landini – vedi pezzo a fianco – è contrario al piano Von der Leyen. Possibile che si tenti di ricucire in vista del 5 aprile. Nell’attesa, Gianluca Perilli e Paola Taverna lavorano all’organizzazione. E dal M5S ostentano fiducia: “Stanno arrivando ottimi riscontri dai territori, la nostra base ha voglia di ritrovarsi. E i sondaggi ci danno tutti in risalita”. Tradotto, i pullman si stanno già riempiendo. Conte e i suoi sentono che il no alle armi paga. E insisteranno, anche nella risoluzione che presenteranno oggi in Senato e domani alla Camera per le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo. Un testo che ridice no all’utilizzo dei fondi di coesione per le spese militari, e che vorrebbe impegnare il governo a fare muro contro il riarmo “in tutte le sedi istituzionali, nazionali ed europee”. Però il passaggio politicamente più sensibile è quello che riapre all’utilizzo del gas russo: “Chiediamo di intensificare gli sforzi a livello europeo per trovare una soluzione alla questione del transito e approvvigionamento del gas che non escluda a priori e per il futuro una collaborazione con la Russia, per garantire il contenimento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale”. Righe che dal Movimento commentano così: “Vediamo come reagiranno Lega e Fratelli d’Italia…”. L’obiettivo non è riavvicinarsi al Carroccio – “quella fase si è chiusa per sempre” giurano – ma mandare in difficoltà la maggioranza. D’altronde giovedì scorso anche il responsabile Energia di FdI, Nicola Procaccini, aveva ammesso: “Ritorno al gas russo? Se la situazione si rasserena, nulla è impossibile”.

Ma la vera variabile resta il Carroccio, come conferma il capogruppo leghista in Senato, Massimiliano Romeo, a Un giorno da pecora: “La risoluzione dei 5Stelle? Magari ci asteniamo, seguiremo il parere del governo….”. Ergo, Conte e i suoi vorrebbero sfruttare il nervosismo di Matteo Salvini con il loro testo. Di certo diverso da quello del Pd, dove l’assedio a Schlein è ormai evidente. E i 5Stelle non ne sono felici: “Sul riarmo è venuta sulle nostre posizioni, ed è un fatto di cui tenere conto anche in prospettiva futura”. Ovvero, il M5S che spesso l’ha colpita ai fianchi ora spera che rimanga in piedi, per provare a costruire davvero una coalizione. “In una fase del genere anche a livello europeo, va sostenuta”, commenta un big. Anche perché eventuali alternative potrebbero solo essere peggiori, per il Movimento.

E se la piantassimo con Occidente Oriente ecc.?

in una parola La rubrica settimanale a cura di Alberto Leiss

Alberto Leiss  18/03/2025

Ho scritto che non avevo apprezzato quel «Qui si fa l’Europa o si muore» inventato da Michele Serra: evoca battaglie e stragi belliche, e soprattutto dice che per una “buona causa” è giusto morire e uccidere. Ma che non dubitavo delle sue buone intenzioni. Nella piazza romana di sabato scorso queste intenzioni c’erano. In forme molto contraddittorie, certo, ma è anche vero – Serra ridixit – che il contrasto delle idee sarebbe il sale della democrazia…

Una delle note più stonate è stato l’elenco dei geni occidentali, da Socrate in giù, fino a Leopardi, che «gli altri non hanno», ha asserito Roberto Vecchioni come fosse ovvio: un primato culturale europeo su tutto il resto del mondo. Ma che cosa è successo al cantante-professore? Si è dimenticato che gli intellettuali occidentali medievali hanno appreso in gran misura i sacri testi greci dai compilatori e commentatori arabi? E che geni del pensiero, dell’arte e della letteratura esistono in tutte le culture del mondo (comprese quelle massacrate da compatrioti di Shakespeare, Spinoza, Cartesio ecc.)

Temo questo: il pensiero ossessivo che la “vera” pace si cerca solo preparandosi alla guerra ha un influsso distruttivo sulla mente di chi lo coltiva. Uno dei peggiori effetti è proprio il favorire quelle derive identitarie e nazionalistiche che si rimproverano al “nemico”. Ecco la radice della guerra come realtà che si riproduce, che non può essere negata.

E qui c’è anche l’assurdo di un “nazionalismo europeo”, derivante dall’eurocentrismo di antica memoria, quando una vera nazione europea non esiste ancora. In piazza da qualcuno – come Elly Schlein, e non solo – è stata pronunciata la parola “federalismo”. Ma è quasi imbarazzante dire che non ha senso parlare di Europa armata se prima non esiste una federazione di stati europei decisi a agire insieme sui terreni principali di un potere democratico, tra cui anche la “difesa”. Forse ha un senso propagandistico. O quello di favorire industrie nazionali delle armi, e magari di fatto quelle americane! Si afferma di volersi armare in polemica con Trump, ma è non proprio quello che ci sta imponendo?

Sto con i “pacifisti” che dicono: la pace si prepara con azioni di pace. Invito a leggere su Comune.info l’articolo di Raffaele Barbiero che rilancia l’idea – già possibile con una legge nel nostro paese – di formare “Corpi civili di pace”, riprendendo la vecchia idea di Alex Langer.

Nel caso che davvero Trump, Putin, e Zelensky – si spera con la collaborazione di molti altri paesi anche europei – raggiungessero un’intesa capace di fermare la guerra in Ucraina, non sarebbe più “europeo” anziché invocare truppe “volenterose”, organizzare un lavoro di ricucitura affidato a volontari e volontarie competenti e motivate alla pace, all’incontro tra vite e culture diverse, capaci di aiutare la elaborazione dei tremendi lutti e la ricostruzione delle devastazioni mentali e materiali che la guerra produce?

Non si dovrebbe pensare a qualcosa di simile nel deserto di rovine, umane e urbane, di Gaza e degli altri territori investiti dalla furia bellica dopo i massacri del 7 ottobre, e per i postumi di tante altre guerre nei decenni precedenti in tutto il Medio Oriente? Per non parlare della Libia e del resto dell’Africa.

In questo infinito panorama violento c’è qualche entità statale, Occidente compreso, che possa davvero scagliare una pietra perché senza peccato?

Rilancio quindi il motto anarchico che più amo: «nostra patria è il mondo intero». Un mondo che gira: a tutti capita di essere Oriente e Occidente.

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