IL MONDO MAGICO DELL’OCCIDENTE LIBERISTA: UN OCEANO DI MENZOGNE da LA FIONDA
Il mondo magico dell’occidente liberista: un oceano di menzogne
Andrea Balloni 26 Ott , 2025
Si ha spesso la chiara consapevolezza che ci vengano raccontate bugie e la spiacevole sensazione di vivere in un mondo falsificato, di avere una visione distorta, quando non ribaltata, di ciò che ci accade intorno; e si fa altrettanto spesso fatica a comprendere e discernere la realtà, mentre si prova un senso di paura nel guardarsi a fianco e vedere masse di persone che, non esenti i congiunti, ipnotizzate da decenni di falsità, non riescono a svegliarsi e, come sonnambuli, diventano perfino violente davanti al tentativo altrui di accendere una luce.
Allora, nel cercare una chiave a questo senso di imbarazzo, pensieri di politica mi si accostano in maniera naturale al ricordo di un libro dell’antropologo Ernesto De Martino, che lessi qualche anno fa, sul ruolo della magia nello sviluppo della psicologia degli individui e della società umana.1
Un sistema liberista, per sua stessa essenza, si nutre di sfruttamento e di povertà, si nutre della fame, della distruzione, dell’ignoranza e della paura; e perciò ha da sempre la continua necessità di creare magicamente un mondo nuovo, in una eterna palingenesi che rinnovi le condizioni e le ragioni di vita all’interno della sua struttura sociale.
In termini più chiari, l’apparato economico-politico che comanda oggi sull’Occidente è costretto ogni giorno a far ricorso alla menzogna come strumento di magia e a ricreare così un mondo nuovo, falso, ma rinnovato nella speranza dei popoli di riaffermare la propria esistenza e il significato di essa, in una società ostile e di fronte a una perpetua crisi culturale.
Ciò accade forse a maggior ragione oggi, quando il nostro sistema vive la sua stagione più paradossale e dicotomizzata, tra una mancanza di alternative organizzate e un tramonto ormai conclamato e dove dunque la menzogna diventa lo strumento maligno della magia archetipale umana, strumento attraverso il quale si soggiogano le nazioni, proprio nel momento stesso in cui esse riaffermano le proprie istanze di cosmos e di armonica convivenza.
La magia americana
Gli Stati Uniti sono il Paese maestro per quanto attiene alla menzogna: è il Paese di Hollywood, del cinema, della finzione che crea realtà parallele, dell’eterno racconto della frontiera americana, delle pistole, della violenza creatrice e del mito americano che fonda una nuova utopica società sull’oblio delle proprie radici; e proprio sulla conseguente ingenuità di una intera Nazione che rifiuta di leggere la storia, di accettarla e di farne tesoro, una Nazione che abbandona le radici appunto, insiste la sua porosa permeabilità al magico.
In tal modo, i suoi vertici ricreano ogni giorno un mondo magico e fasullo, dove nella maniera più strabiliante, perfino la politica e la diplomazia vivono immerse nel gioco della metamorfosi ambientale che prende vita dalle loro mani e dai loro desideri, fino al paradosso che la bugia diventa illusione: illusione di invincibilità, di immutabilità; illusione di essere guida di moralità e giustizia, all’interno dell’illusione fondativa di una predestinazione divina che trova la sua base nella cultura protestante.
La reiterazione eterna dei fallimenti, sia in politica estera che in politica interna, diventa dunque lo specchio dell’illusione americana; l’incapacità di comprendere il mondo che li circonda consiste nella riluttanza a svegliarsi dal sistema onirico che loro stessi si sono prodotti, attraverso un articolato complesso di bugie e di ignoranza.2
Ma parlare di Stati Uniti oggi equivale esattamente a parlare di Europa. Questa parte di mondo che è cresciuta martellata dai film hollywoodiani è figlia dei progetti angloamericani di appiattimento culturale che presero il via già dagli anni cinquanta e che hanno attuato una progressiva sostituzione dei riferimenti di una cultura egemone su un’altra, a partire dalla lingua, e i cui effetti sono purtroppo sempre più evidenti. L’Unione Europea non è quindi che l’epifenomeno istituzionale di un processo magico di sostituzione culturale.
Questo avviene nel quadro di un progressivo annullamento degli Stati nazionali e di una totale genuflessione al potere delle grandi oligarchie, per cui, in ogni istante, ripiombiamo dentro l’ennesima rappresentazione cinematografica di distruzione della realtà, travisamento e ricostruzione magica, ad applaudire i vertici della Commissione Europea, che ci raccontano, per fare un esempio, di come chi vince il Nobel per la Pace sia una paladina di diritti umani, libertà e democrazia.
La bacchetta magica
La parola chiave è dunque magia e la menzogna è il suo strumento, la bacchetta magica.
La menzogna è l’unica cosa di cui un sistema liberista non potrà mai veramente fare a meno. E siccome un sistema liberista, a dispetto di quanto vuole la sua dottrina, si autoregola nel distribuire le risorse solo tra chi le risorse le possiede già, e in maniera la più verticistica possibile, il continuo stravolgimento della percezione di ciò che ci circonda diventa fondamentale per neutralizzare il dibattito politico, renderlo superficiale e mai incisivo, in uno spettacolo che soddisfa la pancia della politica e che mette a tacere la coscienza di popoli resi dipendenti unicamente dai loro bisogni più elementari, sottratti infine alla riflessione e all’azione.
È vero, il potere nella storia ha sempre raccontato bugie, ha sempre deformato la realtà per mantenere i suoi privilegi. Ma, negli ultimi cento anni, la mistificazione è stata messa a sistema. È nata una scienza del falso e della propaganda, con i suoi illustri studiosi, da Edward Bernays a Ivy Lee, da Goebbels3, fino ai teorici delle rivoluzioni colorate.
Migliaia e migliaia di agenzie, fondazioni, associazioni finanziate dai governi occidentali, e capillarmente diffuse in tutto il mondo, operano una costante azione di contraffazione ambientale: bacchette magiche che distribuiscono visioni distorte, nuove prospettive, nuovi mondi.
Si dia un’occhiata al lungo elenco4, realizzato da ricercatori indipendenti, delle agenzie finanziate dal solo NED (National Endowment For Democracy), per avere un’idea seppur vaga della capillarità e del volume dei finanziamenti dei soli Stati Uniti in propaganda, almeno fino alla seconda epoca Trump.
L’Unione Europea, dal canto suo, non si risparmia; la bacchetta magica liberista si abbatte in Europa come uno tsunami di denaro su tutte le Università e su ogni organo di informazione, attraverso finanziamenti a bandi per ricerche, corsi, progetti giornalistici e servizi di informazione su temi funzionali al consenso europeista e contro la cosiddetta disinformazione; cosa che decreta l’evidente fine di quella libertà accademica che sta alla base della ricerca critica e alla base dello sviluppo intellettuale in un società evoluta, almeno quanto decreta la fine della libertà di stampa.
Si leggano in proposito le ricerche di Thomas Fazi sul programma “Jean Monnet”5 esulla “Macchina mediatica di Bruxelles”6.
Un oceano di menzogne
In questo mondo magico e incantato, ci hanno dunque fatto credere che il nostro nemico erano i poveri, i disgraziati che non hanno niente, il barbone senza casa; ci hanno fatto credere che il nostro nemico era il popolo che viveva a fianco al nostro, perché credeva in un altro dio o parlava un’altra lingua.
Abbiamo visto l’ipocrisia che si fa scudo del diritto internazionale in condanne senza appello, per poi farsene beffe in guerre illegali; abbiamo visto compiere o provocare carneficine; abbiamo visto morire milioni di persone, soldati e civili, indurre la fame e la miseria, per cause inesistenti e totalmente bugiarde; abbiamo visto dividere le nazioni e separare le famiglie; abbiamo visto sostituzioni etniche e la scomparsa di culture millenarie, per interesse e calcoli privati; abbiamo visto ingerenze nei governi nazionali di altri paesi, colpi di stato sanguinari e l’instaurazione eterodiretta di regimi fascisti; abbiamo visto colpi di stato guidati da ripugnanti rivoluzioni colorate, dove spadroneggiavano l’ipocrisia e la mistificazione.
Ci hanno spaventato con le bombe e le stragi e ci siamo rifugiati tra le braccia del potere; ci hanno spaventato con le malattie, con il clima e lo spread e ci siamo rifugiati tra le braccia dei nostri aguzzini.
Ci hanno detto che noi italiani eravamo degli spendaccioni, mentre per decenni abbiamo soltanto finanziato gli interessi passivi su un debito pubblico voluto e deciso altrove, senza ricevere niente in cambio, per vederci anzi imporre austerità e la progressiva distruzione di uno stato sociale costruito in decenni di lotte; ci hanno detto che non c’era alternativa, che la presenza dello Stato era un problema; ci hanno detto che il potere rappresentava il bene e la verità e noi abbiamo chiesto la loro protezione.
Il grande mercato; tifoserie in curva
La percezione della realtà da parte delle masse all’interno di questo ambiente falsificato è talmente stravolta che vi può accadere di tutto. Ogni bugia ha diritto d’asilo, finché non acquista cittadinanza e diventa verità. La società umana inserita in un sistema liberista si riduce a un grande mercato senza alcuna guida morale. Tutto si può comprare, dunque tutto si vende, tutto diventa merce e, nella stessa misura in cui si comprano e si vendono i beni e i servizi, si comprano e si vendono i sostantivi astratti: i sentimenti, la cultura, i titoli e le lauree, l’onestà, la libertà, la verità, così come si comprano e si vendono la morte, gli scandali, i drammi familiari o quelli di intere nazioni. Addirittura “rivoluzione”, la parola più nobile del novecento è comprata e venduta, fino a farla diventare docile strumento di propaganda7.
Le attività intellettuali, anche le migliori, vendute al consumo mediatico, si fanno semplici, digeribili, verità bianche o nere, per essere ingerite da curve di tifosi. Il residuo di ciò che un tempo si chiamava politica diventa perciò tifo, appunto, come quello del calcio.
La realtà si semplifica per le anime semplici, il pensiero si fa grettamente duale, anzi manicheo: questo è buono, quello è cattivo, questo è di sinistra, quello è fascista, senza una riflessione articolata e senza nessun approfondimento culturale, senza sfumature.
Le masse partecipano alle manifestazioni politiche come i tifosi di una squadra di calcio vanno allo stadio: la bandiera, la sciarpa della squadra del cuore e slogan decerebrati, pronunciati solo per fede e all’interno di un gruppo cui affidare ogni responsabilità civile per i propri atti e per le proprie parole.
La politica che diventa tifo soddisfa le coscienze di popolo bambino, ma si rende socialmente inutile, disinnescata e organica al potere.
Normalizzare l’indignazione e il dissenso.
In questo mondo magico dunque, ogni ribellione viene normalizzata, ogni sentore di risveglio alla realtà viene catturata e ricondotta in un alveo di innocuità.
Il mondo si ricrea quando si vuole, quando ce ne sia necessità, basta un colpo di bacchetta magica, e un po’ di faccia tosta.
E così in Italia e in Europa troviamo partiti e sindacati che, dopo decenni di complicità con i servi dell’estremo liberismo che erode la nostra società, che esporta morte e sopraffazione, decenni di complicità perfino con il nazismo ucraino, si arrabattano in piazze che non conoscono più per tentare di avocare a sé e normalizzare movimenti di opinione spontanei e sfuggenti che si fanno pericolosi per la tenuta del loro sistema consociativo; mentre nel Paese più magico di tutti, in un imbarazzante delirio, il Presidente e il Dipartimento di Stato riconducono a sé la lotta per la libertà di espressione,8 parlando di “censura orwelliana” applicata in Europa.9
È il tipico gioco del potere occidentale, quello che cerca di intestarsi ipocritamente lotte sociali, quando si tratta in verità di andare a occupare la relativa casella politica col fine di normalizzarne il movimento. È il gioco dell’oppressore che finge, in sintesi, di salvare l’oppresso per scongiurare lo sviluppo di espressioni di emancipazione e rimettere i destini dei popoli nelle mani del potere.
L’indignazione condivisa, di gruppo, multimediale, l’indignazione indotta, semplice come comprare con un abbonamento a Sky o pagare il canone Rai, si trasforma in propaganda, una dimostrazione plastica di libertà e di pluralismo: la libertà e il pluralismo concessi dal potere che viglia su di essi.
Ci può essere qualcosa di più magico di questo? Una metamorfosi sotto i nostri occhi.
La testa è purificata come dopo una sessione di meditazione indiana, la pancia sazia come dopo il pranzo di Natale e gli spiriti più inquieti e più ribelli possono andare a letto soddisfatti; alla lotta ci penseranno domani.
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Fonti
1-Cfr Il Mondo Magico -Ernesto de Martino, Einaudi 1948
3-Gianluca Magi -Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, 2021
4-https://docs.google.com/spreadsheets/d/1gaBuueuNy0FRCQgv8iBA1tjyZNM5qBf_u4ulWo6DjLs/htmlview
6-https://brussels.mcc.hu/uploads/default/0001/01/18fb1038874ea002371e25e64b22b31da11e46d5.pdf
 
 
 
		
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