ORA È L’EUROPA CHE VUOLE ESPORTARE LA DEMOCRAZIA da IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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ORA È L’EUROPA CHE VUOLE ESPORTARE LA DEMOCRAZIA da IL FATTO

Ora è l’Europa che vuole esportare la democrazia

Elena Basile  11 Dicembre 2025

Siamo di fronte a un’operazione di manipolazione propagandistica inquietante. Vi partecipano politici, accademici, diplomatici e giornalisti europei. La nuova dottrina militare di Trump è essenzialmente basata sulla registrazione del fallimento delle politiche neoconservatrici di esportazione della democrazia attraverso le guerre. Il presidente registra la sconfitta in Ucraina. Come ha affermato l’Alto Rappresentante estone, Kaja Kallas, si voleva smantellare la Federazione russa in una guerra che doveva continuare fino all’ultimo ucraino. Trump riconosce le ragionevoli e legittime preoccupazioni di sicurezza della Russia e pone fine all’espansionismo della Nato, alleanza militare che dopo il crollo dell’Unione sovietica nel 1991 è stata utilizzata in modo offensivo ad ampio raggio. Tutti ricorderanno le guerre in Afghanistan, Iraq, le Primavere arabe, il regime change in Siria, l’attacco alla Libia.

Trump afferma inoltre nella nuova dottrina, in continuità con Obama e Biden, che l’Europa deve pagarsi la sua difesa. Ha intenzione di smantellare la Nato? Non credo, nonostante il coro impazzito degli analisti occidentali. L’Europa sarà il braccio armato della Nato per interessi statunitensi. Gli Stati uniti si impegneranno in America Latina rivitalizzando la dottrina Monroe con metodi contrari alla più modesta parvenza di rispetto del diritto internazionale, e si concentreranno nel Pacifico per affrontare la sfida dell’unico rivale strategico: la Cina. Il partenariato con Mosca basato su interessi economici potrebbe servire scopi geopolitici: staccare Mosca da Pechino anche se il risultato appare improbabile. In Medio Oriente, che data la sufficienza energetica raggiunta dagli Usa, ha perso la sua centralità, Washington si propone una tregua armata basata sulla complicità di Turchia e amici sunniti.

La risposta delle élite europee a questo documento trumpiano è surrealistica. Non vi è nessuna reazione rispetto alla violazione del diritto internazionale e umanitario in Medio Oriente, dei diritti individuali massacrati con le esecuzioni extragiudiziarie in Venezuela e nel progetto neocoloniale in America Latina. L’attenzione è concentrata sulla mediazione con Putin e sulla fine dell’espansionismo della Nato. Siamo di fronte al paradosso: l’Europa continentale e mediterranea che si è opposta al Vertice di Bucarest nel 2008 all’inserimento di Ucraina e Georgia nella Nato, che si è dovuta allineare malvolentieri dopo il colpo di Stato a Kiev nel 2014 a una guerra che ha portato benefici energetici, economici e geopolitici agli Stati Uniti calpestando gli interessi economici ed energetici dei popoli europei e riducendo l’Ue ad appendice della Nato, dunque questa Europa, brutta copia dello Stato profondo statunitense espresso nei Dem e nei neocon repubblicani come Bush e Cheney, critica la dottrina Trump perché vorrebbe portare avanti, anche da sola, le guerre di esportazione della democrazia a interesse esclusivo del dollaro. La situazione è surrealistica. Sui giornali mainstream, intellettuali come Ezio Mauro o competenti giornalisti come Milena Gabanelli, si disperano individuando l’essenza dell’Europa nell’espansionismo della Nato e nella continuazione della guerra in Ucraina, nell’indifferenza delle vittime di una guerra di attrito il cui numero ha raggiunto cifre incompatibili con la nostra morale e civiltà. Nella manipolazione mediatica, a cui purtroppo si associano i rappresentanti delle maggiori istituzioni politiche e culturali europee, la difesa dell’Europa contro il post fascismo di Trump (di cui si nega la continuità con la plutocrazia del predecessori Clinton, Bush, Obama e Biden) sarebbe costituita dalla continuazione della guerra contro la Russia e per esportare la “democrazia/Nato” nel mondo. Salvare l’Europa dalla crescita delle destre che in Trump trovano un punto di riferimento, non significa ritornare all’umanesimo, ai valori di mediazione e dialogo, alla diplomazia e alla prevenzione dei conflitti, ma nella visione distorta delle oligarchie illiberali europee e di tutta la loro classe di servizio, si sostanzierebbe nella propaganda militarista, in Bruxelles che non alza bandiera bianca, nella militarizzazione delle coscienze, nelle guerre dei neocon.

Sembra di vivere un incubo. I naufraghi annaspano nella tempesta distopica. E, come in Approdo per noi naufraghi torniamo a chiedere, ai cantori dell’Occidente bellicista, neocoloniale e genocida, veramente volete questa società per i vostri figli e nipoti? Volete il riarmo e la leva obbligatoria, in un clima di insicurezza perenne e di tregua armata con Mosca? Questo è quanto volete salvare dell’Occidente, della nostra storia di civiltà e barbarie? Non l’Europa di Edgar Morin, potenza civile, ma quella delle lobby delle armi e di Israele, l’Europa guerrafondaia e appendice dell’imperialismo statunitense?

Il gioco Usa è sempre sporco, eppure noi ci roviniamo da soli

 Daniela Ranieri  10 Dicembre 2025

Ma veramente qualcuno credeva che a Trump potessero interessare il Donbass e la Crimea? Che alla Casa Bianca qualcuno potesse credere alla frottola del “c’è un aggressore e un aggredito”, all’Ucraina che “difende anche la democrazia europea difendendo sé stessa”? Qualcuno ancora crede che interessassero a Biden? A malapena i due anziani sapranno dove si trova Kiev sulla cartina. Adesso forse è chiaro anche ai più fanatici tra i bellicisti a oltranza che l’Ucraina, col suo popolo eterogeneo, era solo una pedina dello sporco gioco degli americani in Europa.

Trump, come già altre volte, ha solo esplicitato quello che gli altri presidenti americani, sedicenti democratici, dissimulavano dietro coltri di perbenismo e finta bontà: gli Usa considerano l’Unione europea un mero strumento burocratico per tenere a bada i mercati della provincia occidentale e non farli confliggere con quello imperiale; un simulacro, nato dopo la ricostruzione (saremo sempre in debito per il piano Marshall), per intortare i cittadini europei con la favoletta della pace e dei valori superiori della liberal-democrazia. Con il documento che delinea la Strategia di sicurezza nazionale, Trump ha reso palese l’obiettivo degli Usa: disunire i 27 paesi dell’Unione Europea, che in realtà avrebbero dovuto iniziare a smettere di credere a Babbo Natale già dalla Brexit, a favore di un’ondata sovranista e autarchica che li renda più deboli sul piano economico e militare. L’Ue aveva già rinunciato alla dignità scegliendo di appoggiare lo scellerato progetto della Nato a guida Usa di muovere guerra alla Russia usando l’Ucraina, un Paese oggi distrutto, con 6 milioni di emigrati, una generazione falcidiata sul campo, una classe dirigente decimata dalla corruzione, un presidente delegittimato a cui resta solo di obbedire a ciò che Trump e Putin decideranno per lui. La Disunione Europea, dopo aver acconsentito a dare il 5% del suo (nostro) Prodotto Interno Lordo alla Nato e di ingrassare l’industria delle armi, soprattutto americane, a scapito dello Stato sociale (un’invenzione europea), sta progettando di mandare i figli delle sue patrie al macello, ciò che completerà la sua parabola nella Storia.

Intanto i giornali padronali si sgolano: “Putin minaccia l’Europa”; quando Putin ha detto l’esatto contrario: “Non abbiamo intenzione di andare in guerra con l’Europa. Ma se l’Europa volesse combattere contro di noi, saremmo pronti fin da subito”. Putin ha detto l’ovvio: cari europei, visto che vi state riarmando allo spasimo e state insufflando i vostri popoli di retorica bellicista, anche se essi sono refrattari a fare la guerra a un Paese che non è loro nemico, sappiate che, se proprio volete, ci troverete pronti” (al contrario dell’Italia, come confessò il ministro Crosetto).

Meloni, che ha preso i voti promettendo guerra alle potenze sovranazionali, ubbidisce a Trump perché ciò le consente di fingersi coerente (“siamo sempre stati per la sovranità nazionale, non europea”), in realtà autodenunciandosi quale capo di un governo-colonia. Il ministro della Guerra italiano, già mercante di armi, fa la colomba: non istituiremo proprio una leva volontaria, come in Francia (Macron, distruttore di welfare e pensioni, promette ai “volontari” 800 euro lordi per 10 mesi) e in Germania (dove, se i volontari saranno pochi, si ricorrerà ai proscritti, come fosse in vigore la legge marziale); si tratta di una “riserva selezionata e meccanismi per attirare le persone, incentivi economici”; una cinica mossa che affonda il coltello nella disuguaglianza di classe che domina l’Occidente, giacché si sa che in assenza di un lavoro dignitoso, ed escludendo la carriera ecclesiastica come in epoca feudale, saranno i giovani poveri a dover accettare lo stipendio da militari, e allora, non potendo essere dignitosamente lavoratori “salariati” come sognarono i nostri padri, saranno a tutti gli effetti soldati.

Guerre e manipolazione: l’Italia è stata raggirata

Alessandro Orsini  12 Dicembre 2025

La guerra in Ucraina ha preso una piega terribile, umiliante, per l’Europa e per Zelensky. Il dibattito tra i Paesi della Nato riguarda le regioni che l’Ucraina cederà alla Russia (quasi tutto lo sbocco al mare); l’esercito che l’Ucraina non potrà avere (un esercito inoffensivo); le alleanze militari in cui l’Ucraina non potrà entrare (non entrerà nella Nato); la riammissione della Russia al G8 (addio sanzioni e restituzione degli asset russi). Si parla anche di come fare fuori Zelensky con una nuova elezione presidenziale. Per non parlare degli insulti che la Casa Bianca riversa su Zelensky. Un tempo, Zelensky era un santo. Adesso è l’uomo più insultato, irriso e vilipeso del pianeta. Trump lo ha appena paragonato a P. T. Barnum, l’imprenditore circense americano (1810-1891). Eppure, la grande stampa italiana ha sostenuto, fino a mezz’ora fa, che la Russia stava perdendo la guerra o che l’avesse persa addirittura. E non pochi hanno ancora l’impudenza di perseverare con questa narrazione. Trump ha chiarito che: “L’Ucraina sta perdendo territori buoni”. Che cosa intende dire? Trump sta dicendo ciò che questa rubrica ha sempre detto: i successi dei russi non devono essere valutati in base alla “quantità” di territori conquistati, ma alla loro “qualità”. Se la Russia occupa il 20% del territorio ucraino, però prende quasi tutto lo sbocco al mare e le regioni più ricche e strategiche, allora l’Ucraina è nella fossa. Sarebbe come affermare che la Francia ha perso la guerra con l’Italia perché Macron ha strappato a Meloni “soltanto” il Veneto, la Lombardia e la Liguria. È chiaro che il problema della disinformazione in Italia è il problema di una minoranza organizzata, la classe governante, che manipola la maggioranza disorganizzata, la classe governata. Questa è la tesi del mio nuovo libro, Disinformazione. La manipolazione dell’opinione pubblica nelle democrazie occidentali, che uscirà per Paper First il 3 marzo 2026. Richiamandomi alla migliore tradizione del realismo politico italiano – Mosca, Pareto e Michels – riporto il dibattito sulla disinformazione in Italia con i piedi per terra attraverso Machiavelli. Se studiamo il sistema dell’informazione in Italia sulla politica internazionale con gli strumenti delle scienze sociali, balza agli occhi che gli italiani non sono manipolati dal Cremlino. I russi non hanno nessuna capacità di penetrazione nei grandi media italiani. L’ambasciatore israeliano a Roma ha il potere di imporre la lettura di un comunicato di censura contro Ghali al festival di Sanremo. L’ambasciatore russo a Roma è privo di un simile potere. Gli italiani sono manipolati dagli italiani. È l’Italia che manipola gli italiani, non la Russia. La disinformazione che colpisce gli italiani proviene da Palazzo Chigi, non dal Cremlino. Sono Crosetto, Tajani e Meloni che manipolano l’opinione pubblica in Italia. Un esempio? Giorgia Meloni ha lanciato una nuova pervasiva campagna di disinformazione, secondo cui il suo governo non ha mai dato armi a Zelensky per sconfiggere la Russia, ma soltanto per impedire ai russi di arrivare fino a Kiev. Dire: “L’Italia ha inviato le armi per consentire agli ucraini di resistere” è pura manipolazione dell’opinione pubblica giacché tutta la documentazione ufficiale prodotta da Meloni dice che il governo italiano ha armato la controffensiva ucraina, avviata il 5 giugno 2023, con l’obiettivo dichiarato dalla Nato di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia e costringerla alla resa senza condizioni. Davanti alla catastrofe, Meloni manipola gli italiani dichiarando di non avere mai parlato di “vittoria dell’Ucraina”. Eppure, ha pronunciato questa frase tante volte al fianco di Zelensky. Il 13 maggio 2023, in conferenza stampa con Zelensky a Palazzo Chigi, Meloni ha detto: “Noi scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina”. Negare di avere armato l’Ucraina per sconfiggere la Russia è una tipica campagna di disinformazione della classe governante contro la classe governata per indurre i cittadini italiani a credere il falso. Il 12 luglio 2024, durante una conferenza stampa alla Casa Bianca con Zelensky, Biden ha dichiarato: “La Russia non vincerà questa guerra; l’Ucraina vincerà questa guerra”. Nella puntata di Piazza Pulita del 7 aprile 2022, il vicesegretario generale della Nato, Mircea Geoana, aveva dichiarato: “Noi vogliamo aiutare l’Ucraina perché sappiamo che, con il loro coraggio e il nostro sostegno, possono vincere questa guerra”. Il mio libro in uscita il 3 marzo 2026 esonda di casi di manipolazione dell’opinione pubblica da parte della classe governante contro la classe governata. I “machiavelliani” hanno ancora molto da insegnare a chi vuole ascoltare.

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