LA VIA DELLA SETA DEL CILICIO da PARALLELOPALESTINA
La Via della Seta del Silicio
Come la Cina sta ridisegnando il futuro dell’intelligenza artificiale
Di Mario Pietri – 12.11.2025
La Via della Seta del Silicio Come la Cina sta ridisegnando il futuro dell’intelligenza artificiale Di Mario Pietri Dimenticate la corsa al chip più piccolo. La vera battaglia del XXI secolo non si gioca più sul singolo wafer di silicio, ma sul terreno invisibile delle reti integrate del potere tecnologico: infrastrutture di calcolo, energia, packaging avanzato, software, diplomazia industriale. È qui che Pechino sta tessendo la sua nuova trama strategica: la Via della Seta del Silicio. Come un tempo le carovane attraversavano i deserti eurasiatici portando seta e spezie, oggi il flusso scorre lungo i circuiti del calcolo e della potenza computazionale. Al posto dei cammelli, supercomputer e data center. Al posto dei mercanti, ingegneri, pianificatori e quadri del Partito. L’obiettivo è chiaro: costruire una massa critica nazionale, capace di sostenere un ecosistema tecnologico sovrano, autosufficiente e progressivamente esportabile verso il Sud Globale. Non “il migliore” calcolo possibile, ma un calcolo “good-enough a prezzi politici”: sufficiente, economico, scalabile — e soprattutto, non americano. Huawei: il nuovo impero dell’Ascend, Nel cuore di questa strategia c’è Huawei, l’azienda che Washington voleva cancellare e che invece ha imparato a trasformare le sanzioni in catalizzatore evolutivo. Il programma Ascend ne è la dichiarazione d’indipendenza: dal chip 910C già operativo ai futuri Ascend 950, 960 e 970 in arrivo tra il 2026 e il 2028.
Il mercato unico del calcolo. Pechino sta trasformando la sua abbondanza di data center semi-vuoti, utilizzati solo al 20-30%, in un sistema neurale nazionale. È nata così la rete unificata della potenza di calcolo, una griglia che collega le province, redistribuisce risorse e prepara entro il 2028 l’interconnessione standardizzata dell’intero territorio. Laddove l’Occidente vede spreco, la Cina costruisce un mercato coordinato del calcolo, un embrione del mercato unico digitale cinese. La potenza di calcolo diventa una nuova moneta geopolitica, da rivendere internamente e presto — inevitabilmente — ai partner del Sud Globale. Morale: non è una corsa ai transistor, ma al sistema La morale di questa nuova Via della Seta è semplice: non è (solo) una gara litografica, è una sfida sistemica. Il sistema-Paese cinese, pur con difetti, inefficienze e segretezza, agisce come un unico organismo coordinato. Mentre l’Occidente si frammenta tra interessi privati, standard concorrenti e politiche protezionistiche, Pechino avanza a colpi di pianificazione e scala. E così, nella lunga marcia verso l’autonomia tecnologica, la Cina potrebbe presto raggiungere — e forse superare — chi per decenni ha definito le regole del gioco. La geopolitica del calcolo: il nuovo asse del potere Il secolo scorso ha avuto il petrolio come architrave dell’Impero. Il XXI secolo ha l’energia computazionale.
Dall’Indonesia al Brasile, dall’Egitto alla Nigeria, Pechino non vende solo hardware, ma partecipazione a un ecosistema: formazione, joint venture, data center condivisi, software open-source sinizzato e sovranità digitale. È il riflesso tecnologico della Belt and Road: una diplomazia del calcolo, sostenuta da crediti agevolati e istituti comuni di ricerca.
Il blocco occidentale e la bolla NVIDIA. Dall’altra parte del mondo, l’Occidente combatte un’altra guerra: quella della scarsità artificiale. Gli Stati Uniti, pur avendo l’egemonia sui chip più avanzati, stanno imprigionando il mercato dietro sanzioni e prezzi inaccessibili.
La bolla NVIDIA, spinta da monopolio e speculazione, è il simbolo di un sistema che monetizza il calcolo invece di democratizzarlo. Mentre Washington impone embarghi, Pechino risponde con produzione interna e dumping strategico. L’obiettivo non è battere NVIDIA sul piano tecnico, ma svuotarne la centralità: se metà del pianeta può accedere a potenza di calcolo “buona abbastanza”, il monopolio occidentale evapora.
Dal dollaro al compute yuan. Ogni egemonia si fonda su un’unità di misura. Se il dollaro è stato il linguaggio del commercio, il nuovo linguaggio sarà la potenza di calcolo.
Il progetto della rete nazionale del computing power è, in realtà, un esperimento monetario mascherato: la standardizzazione del calcolo come risorsa scambiabile e contabilizzabile, forse un giorno tokenizzata nel circuito dei BRICS+.
Nasce così una moneta algoritmica multipolare, ancorata non all’oro o al petrolio, ma alla capacità di processare dati e addestrare modelli. Il compute yuan — o il BRICS Digital Unit — potrebbe diventare la valuta di riferimento per le economie emergenti dell’intelligenza artificiale.
Verso l’ordine computazionale multipolare . Dietro l’apparente tecnicismo, la Via della Seta del Silicio è una rivoluzione dell’ordine mondiale. Il potere si sposta dal controllo dei mari e delle rotte commerciali al controllo delle reti neurali globali. Chi costruisce i corridoi digitali definisce il pensiero. Chi orchestra il sistema detta le regole della civiltà algoritmica.
Mentre il mondo unipolare perde coerenza, la Cina costruisce — silenziosamente e con metodo — l’infrastruttura del futuro. Non è più solo economia o tecnologia: è la nuova architettura del potere cognitivo globale.
L’AI geopolitica multipolare: il nuovo Zeitgeist. Nel cuore di questa trasformazione non c’è solo il silicio: c’è la sovranità cognitiva. Ogni civiltà ha dominato grazie alla sua capacità di produrre senso: l’Impero romano con il diritto, quello britannico con il commercio, quello americano con il controllo delle informazioni.
Ora la Cina prepara l’era del pensiero computazionale coordinato, dove l’intelligenza artificiale diventa strumento di potere epistemico. I modelli linguistici non sono più semplici software, ma fabbriche di percezione, capaci di modellare come i popoli comprendono la realtà.
Chi addestra i modelli, addestra le menti. E Pechino punta a un’intelligenza collettiva filtrata da valori confuciani e armonia sociale — la risposta cinese all’individualismo algoritmico di Silicon Valley.
Occidente: l’impero del disordine digitale. L’Occidente, invece, si è intrappolato nella propria babele tecnologica. La sua forza — la pluralità caotica — è diventata anche il suo limite. Ogni azienda difende il proprio giardino di dati, ogni Stato regola senza visione comune.
Gli Stati Uniti vogliono contenere la Cina ma dipendono dalle sue fabbriche e dai suoi minerali. La techno-oligarchia californiana parla di libertà, ma difende un feudalesimo digitale. L’Europa, intrappolata tra Bruxelles e Washington, rischia di diventare un museo digitale: regola tutto, produce poco e sogna di essere faro etico mentre il mondo si muove altrove.
L’alleanza del silicio multipolare
Intorno a Pechino, un nuovo asse prende forma. Mosca fornisce energia e risorse critiche; Teheran e Riyad controllano i corridoi energetici; Nuova Delhi, con le sue ambiguità, cerca equilibrio; Brasilia e Pretoria guardano a Pechino come alternativa al caos occidentale.
È la nascita di una alleanza del silicio multipolare, dove ogni Paese contribuisce con ciò che ha: energia, dati, popolazione, infrastrutture o know-how. Nei BRICS+, la computational diplomacy sostituirà la diplomazia del petrolio. Le guerre del futuro non saranno per pozzi, ma per pipeline di dati e accesso al cloud sovrano.
Il ritorno della pianificazione come arte imperiale
Dietro tutto ciò si nasconde una differenza filosofica profonda. L’Occidente, dopo la Guerra Fredda, ha abdicato alla pianificazione. La Cina l’ha trasformata in forma d’arte imperiale. Ogni chip, ogni rete, ogni watt di potenza è parte di un disegno decennale, inscritto nei piani quinquennali e coordinato da una burocrazia tecnocratica che ragiona in secoli.
Mentre l’Occidente naviga a vista, Pechino costruisce una cattedrale di calcolo, mattone dopo mattone, nodo dopo nodo. La Via della Seta del Silicio è la sua architettura invisibile.
La civiltà dei dati e la fine del monopolio cognitivo. Siamo all’alba di una nuova era. Il dominio non sarà più misurato in missili o navi, ma nella densità delle reti neurali. Chi possiede i dati, le infrastrutture e l’energia per alimentarli determinerà la forma stessa del pensiero globale. La Via della Seta del Silicio non solo una risposta alle sanzioni, ma una dichiarazione di indipendenza cognitiva del mondo multipolare. Un progetto storico, silenzioso, implacabile. Come ogni rivoluzione cinese, comincia con la pazienza — e termina con la scala. il secolo del calcolo sovrano. Mentre l’Occidente discute di etica dell’AI, il dragone asiatico ha già scelto la direzione: trasformare il calcolo in risorsa strategica, l’intelligenza in potere e la sovranità in algoritmo. Il XXI secolo sarà il secolo del calcolo sovrano. E quando la polvere del silicio si poserà, scopriremo che la vera Via della Seta non passa più per i deserti del Taklamakan, ma attraverso i circuiti del pensiero — la nuova frontiera dell’Impero del Calcolo.
Mario Pietri è economista e consulente d’impresa, Vicepresidente nazionale di CONFISI e Presidente provinciale per Brescia. Fondatore del canale “Mondo Multipolare”, si è espresso a sostegno delle Repubbliche Popolari del Donbass e nella critica al nazionalismo filonazista ucraino. Relatore al Forum Euroasiatico di Istanbul (ottobre 2025) e partecipante ai principali forum internazionali in ambito economico e geopolitico, promuove una visione di mondo multipolare fondata sulla cooperazione tra popoli e la sovranità delle nazioni.
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