KIEV: SI CONFONDE LA PACE CON LA BRAMA DI VITTORIA da IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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KIEV: SI CONFONDE LA PACE CON LA BRAMA DI VITTORIA da IL FATTO

Kiev: si confonde la pace con la brama di vittoria

 Alessandro Orsini  30 Agosto 2025

La Russia ha ripreso a bombardare l’Ucraina. Kiev è stata subissata di missili e droni. Perché? La Russia ha ripreso a bombardare l’Ucraina spietatamente, perché il vertice in Alaska ha allontanato la pace anziché avvicinarla. Il vertice in Alaska ha reso evidente che le posizioni dell’Occidente e quelle della Russia sono inconciliabili. Putin è giunto alla conclusione che la guerra può essere risolta soltanto sul campo. La Russia chiede gli Oblast che ha annesso il 30 settembre 2022 e la demilitarizzazione dell’Ucraina. L’Europa, invece, non vuole cedere nemmeno un territorio e lavora per trasformare l’Ucraina in una delle più grandi potenze militari dell’Occidente. Dal vertice in Alaska è emerso che l’Europa vuole porre Zelensky nella condizione di distruggere le città russe con i missili più avanzati della Nato. Il vertice in Alaska ha anche rilanciato la proposta di Meloni di costruire una sorta di articolo 5 della Nato intorno all’Ucraina.

Il vertice in Alaska non è stato un disastro, ma ha prodotto un disastro. L’incontro tra Trump e Putin è andato benissimo; le sue conseguenze stanno andando malissimo. La determinazione con cui l’Europa intende trasformare l’Ucraina in un potentissimo avamposto della Nato espone l’Ucraina a un grande pericolo. Quale? Fallito il vertice in Alaska, e procedendo da un disastro all’altro, Putin potrebbe giungere alla conclusione che l’unico modo per annullare la minaccia della Nato in Ucraina sia quello di rovesciare Zelensky marciando su Kiev. Una delle ragioni per cui Putin bombarda Kiev così pesantemente è perché vuole porsi nella condizione di conquistarla più facilmente in caso di necessità. Questo spiega la disperazione con cui Zelensky invoca i sistemi di difesa aerea. La pessima notizia è che quei sistemi servono a Israele, che si prepara a una nuova guerra con l’Iran in via di fuoriuscita dal Trattato di non proliferazione nucleare.

Appurato che tutti vogliono vincere, facciamo un esperimento mentale e immaginiamo che Putin inizi ad ammassare migliaia di soldati per marciare verso Kiev, magari sfondando il fronte dalla Bielorussia. Che cosa accadrebbe? Gli scenari più probabili sono due. Il primo è che l’Occidente resti a guardare. Tuttavia, l’inazione, per quanto possibile, è poco probabile perché Francia e Germania concepiscono l’Ucraina come il loro scudo. Macron e Merz sentono che, una volta persa l’Ucraina, la Russia diventerebbe per loro una gigantesca minaccia esistenziale. Sulla base di quello che è emerso finora, se Putin desse l’impressione di volere marciare verso Kiev, Francia e Inghilterra dovrebbero inviare le loro truppe nella Capitale ucraina per dissuaderlo. Starmer e Macron non intendono inviare i loro soldati a sparare sui russi. Il loro ragionamento si basa su un azzardo che si può riassumere così: “Se inviamo i nostri soldati a Kiev, Putin ci penserà due volte prima di marciare sulla Capitale”. Dal canto suo, la Russia, preso atto che Francia e Inghilterra stanno per inviare i soldati a Kiev, potrebbe valutare di colpire l’Ucraina con le testate nucleari per chiudere la guerra. Putin aveva già valutato di bombardare l’Ucraina con le testate nucleari nel settembre 2022 durante la battaglia di Kherson. Il fatto che Putin abbia annunciato il trasferimento delle testate nucleari in Bielorussia e dei missili Oreshnik è un messaggio per Starmer e Macron.

Putin non ha bisogno delle testate nucleari per sconfiggere l’Ucraina; gli servono soltanto per sconfiggere la Nato. Le cose si metteranno sempre peggio per l’Ucraina. Putin sa di dover risolvere i problemi con la Nato in Ucraina con questa guerra e non un’altra. Non si accontenterà di soluzioni rimaneggiate; non accetterà compromessi che lascino aperti i problemi più importanti. Non smetterà di martellare l’Ucraina. Dopo averla indebolita a caro prezzo, i russi non consentiranno all’Ucraina di rafforzarsi nuovamente. Zelensky dovrà trattare con il coltello alla gola. Almeno da questo punto di vista, Putin è come Draghi, il quale ha sempre dichiarato che i problemi con la Russia possono essere risolti soltanto con la forza. L’8 giugno 2023, in un discorso al Mit di Boston, Draghi disse: “Non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati se non garantire che l’Ucraina vinca questa guerra”. Con le sue bombe su Kiev, Putin ripropone lo stesso ragionamento di Draghi: “I problemi con la Nato si risolvono con la forza. Non c’è alternativa alla vittoria della Russia”.

Rimane il problema della pace: chi la vuole veramente tra la Russia e l’Occidente? Nessuno dei due; entrambi vogliono soltanto raggiungere gli obiettivi per cui combattono. La Russia e l’Occidente chiamano “pace” la brama di vittoria. La Russia non vuole la pace proprio come non la vuole l’Europa.

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