“GUERRA IBRIDA RUSSA”, COSÌ VON DER LEYEN RILANCIA IL SUO RIARMO da IL MANIFESTO
«Guerra ibrida russa», così Von der Leyen rilancia il suo riarmo
Riarmo Ue Dopo RearmEu e Readiness 2030 ecco Preserving Peace: il “nuovo” piano per la difesa europea è quello vecchio ma con un altro nome
Andrea Valdambrini 09/10/205
STRASBURGO
Von der Leyen ama presentare piani e dargli un nome. Ora è il turno di Preserving Peace («preservare la pace»). Che altro non è che RearmEurope che, dopo le polemiche di quelli a cui sembrava un po’ troppo tagliato sulla prospettiva bellica, aveva ribattezzato Readiness 2030 («pronti per il 2030»). Ma quello di von der Leyen non è soltanto un sistema di scatole cinesi. Nell’ultima versione, compare esplicitamente la parola «pace» per indicare quello che la presidente della Commissione definisce «il più grande aumento di spesa per la difesa nella storia dell’Unione». La leader tedesca si riferisce alla mobilitazione di 800 miliardi destinati al riarmo, risorse virtualmente disponibili ma in gran parte ancora sulla carta, di cui fa parte lo strumento di prestiti Safe da 150 miliardi.
Dai tempi della prima proposta, all’inizio di quest’anno, il contesto è cambiato, perfino peggiorato. Nel senso che lo scontro sembra avvicinarsi dopo gli avvistamenti di droni sui cieli di nord ed est Europa e gli sconfinamenti aerei in Estonia, tutti attribuiti a Mosca dai leader europei. Parlando in aula a Strasburgo, dove è riunito il parlamento europeo in seduta plenaria, la ministra degli affari europei di Copenaghen Marie Bjerre, a nome della presidenza di turno danese, ha definito «inaccettabili» le recenti violazioni e sottolineato l’urgenza di raggiungere la prontezza difensiva europea, per inviare un messaggio chiaro alla Russia, «che non si fermerà da sola». Davanti agli eurodeputati, la presidente della Commissione le fa eco: «Dobbiamo rispondere alle minacce» rappresentate da quella che da giorni le capitali e i vertici Ue ribadiscono essere ormai una «guerra» a tutti gli effetti, solo in modalità «ibrida».
La risposta a Putin è già iniziata, osserva von der Leyen, che in effetti da mesi ha come principale interesse quello di preparare e comunicare programmi di difesa e fresche risorse belliche. Mancano ancora le scadenze, che verranno annunciate tra due settimane, ovvero a ridosso del Consiglio dei capi di stato e di governo Ue del 23 ottobre, quando potrebbe finalmente essere sciolto il nodo dei finanziamenti del riarmo, a partire dall’utilizzo degli asset russi. Gli «obiettivi comuni » e «traguardi concreti» per i 27 paesi europei, da raggiungere alla scadenza del decennio presente, finiscono ora sotto l’etichetta combinatoria di Preserving Peace – Readiness 2030. «La missione fondante dell’Unione Europea è preservare la pace», argomenta la presidente della Commissione. «E oggi ciò significa avere la capacità di dissuadere aggressioni e provocazioni». In questa torsione semantica della parola pace, «l’Europa deve dotarsi urgentemente di una capacità strategica di risposta, pronta ad affrontare la natura mutevole della guerra».
La variazione dell’adagio latino (si vis pacem, para bellum), si declina per von der Leyen in tre passaggi: la (non facile) costruzione di un «muro di droni» sul fianco est, lo sviluppo delle capacità aeree e della cyberguerra, e più di tutto lo sviluppo di una forte industria europea della difesa. Il settore si trova in una fase di trasformazione, che vede aumentare il ruolo delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. Proprio ieri l’esecutivo europeo ha lanciato la strategia Apply AI per lo sviluppo di modelli per la difesa, finanziati per circa un miliardo di euro. Bisogna però sempre ricordare che le proposte della Commissione devono passare necessariamente attraverso il processo di approvazione dei co-legislatori europei, ovvero Parlamento e Consiglio. Martedì sera l’accordo in Trilogo che avrebbe portato al rush finale per l’ok allo European defence industry programme (Edip), si è arenato per contrasti sulla clausola di acquisto di componenti Ue per l’industria bellica, fortemente voluta dal presidente francese Macron ma avversata da altri, prima fra tutti la Polonia.
Dopo il dibattito tenuto ieri alla presenza di von der Leyen, gli eurodeputati votano oggi una mozione dal titolo «Risposta unita alle violazioni delle spazio aereo degli stati da parte della Russia». Il testo comune è firmato da esponenti della maggioranza Ursula, composta da Ppe, S&D, liberali di Renew, oltre a Greens e Ecr (con dentro Fdi).
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