TOCCA A LORO MA CI RIGUARDA da IL MANIFESTOe IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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TOCCA A LORO MA CI RIGUARDA da IL MANIFESTOe IL FATTO

Tocca a loro ma ci riguarda

La flotta continua Più che appelli, serve protezione a chi è in mare

Andrea Fabozzi  27/09/2025

La Global Sumud Flotilla non è una spedizione italiana ma di oltre quaranta paesi. Solo il presidente della Repubblica italiana si è però rivolto agli attivisti. Il motivo? Le piazze di lunedì scorso. Nel nostro paese sono cresciuti solidarietà e appoggio alla causa dei palestinesi e adesso sono fortissimi. Sembrano destinati a durare. Anche grazie al coraggioso esempio della Flotilla, si è diffuso un movimento ampio, senza leadership riconoscibile, che preoccupa molto il nostro governo. Meloni, lo ha dimostrato anche l’altro giorno all’Onu, è tra le più schierate a copertura di Netanyahu.

Lo è talmente, schierata e preoccupata, da aver accusato una spedizione mondiale di essersi messa in mare solo per farle dispetto e crearle problemi. La risposta tanto netta e irrituale a questo delirio l’ha data proprio Mattarella, quando ieri ha elogiato il valore dell’iniziativa. A poche ore di distanza, la pesante smentita del Quirinale a palazzo Chigi va incassata come un (altro) successo politico del movimento. Altro che scampagnata di irresponsabili estremisti, come la racconta la destra.

Ma i pericoli sono reali. Il governo Netanyahu colpisce persino militari alleati e negoziatori, fa strage di innocenti da due anni, figurarsi se può avere scrupoli nel puntare imbarcazioni considerate nemiche. La minaccia dunque ha un nome, Israele, e va denunciata come tale: l’attacco a un’imbarcazione in acque internazionali sarebbe un (altro) atto di pirateria. Mentre la missione agisce nella piena legalità internazionale, Israele ne è già abbondantemente fuori. È a Israele che bisogna appellarsi, è Israele che bisogna fermare.

Da sempre e tanto più stavolta l’obiettivo della Flotilla va oltre la consegna di aiuti. È quello di denunciare il blocco e l’isolamento della Striscia di Gaza. Da vent’anni almeno è un blocco criminale che affama, adesso è un blocco genocida. A spezzarlo prova la Flotilla da sola, mentre i governi come il nostro collaborano con Israele. È per questo che le piazze riconoscono e sostengono la Global Sumud. Ed è per questo che quel consenso e quell’appoggio sono così importanti per tutto il movimento e vanno preservati. Più che appelli, serve protezione a chi è in mare. La decisione su come proseguire tocca a loro ma riguarda tutti noi.

Flotta umanitaria: i civili vanno difesi

Torquato Cardilli *  27/09/2025

Secondo il diritto internazionale (art. 42 dello Statuto delle Nazioni Unite) il blocco navale è consentito per legittima difesa solo in caso di guerra tra uno o più paesi. Questa disposizione è stata rafforzata dall’art. 3, lettera C della risoluzione dell’Assemblea generale del 14.12.1974. 3314 (XXXIX) secondo cui, in assenza di una dichiarazione di guerra, “Il blocco dei porti o delle coste di uno Stato da parte delle forze armate di un altro Stato è definito come un vero e proprio atto di aggressione”. Il blocco navale legittimo deve comunque rispettare quanto stabilito dalle quattro Convenzioni di Ginevra del 12.8.1949, in particolare la IV sulla protezione della popolazione civile in tempo di guerra. Dette Convenzioni (ratificate da 175 paesi), con i due Protocolli aggiuntivi (1977 e 2005) sono trattati internazionali fondamentali del diritto umanitario e costituiscono la base del diritto internazionale umanitario. Lo Stato che applica il blocco, prima della sua attuazione, deve comunicare alle Nazioni Unite la definizione geografica della zona interessata con l’impegno a permettere il passaggio di carichi contenenti beni di prima necessità e medicinali per la popolazione locale, limitando i danni sproporzionati e vietando la fame come arma di guerra. Questo è il diritto. Ciascuno potrà farsi un’idea della responsabilità israeliana per la sua reiterata, conclamata, brutale violazione. La protezione della Flotilla non va sbrigativamente definita come atto di guerra a Israele, ma è un atto di legittima difesa dei cittadini coinvolti in caso di attacco.
* Ex ambasciatore

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