MILIARDI E ASSET RUSSI: L’UE PREPARA LA GUERRA E BOICOTTA I NEGOZIATO da IL FATTO
Miliardi e asset russi: l’Ue prepara la guerra e boicotta il negoziato
Cosimo Caridi 18 Ottobre 2025
Road map. Priorità a Droni, scudo aereo e spaziale
La scorta europea di Volodymyr Zelensky non è volata a Washington, ma i vertici dell’Unione si sono visti in videoconferenza per discutere il sostegno all’Ucraina e preparare il prossimo Consiglio europeo. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, era a Parigi per un bilaterale con Emmanuel Macron, mentre in collegamento c’erano il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente del Consiglio europeo António Costa. Giovedì la Commissione ha presentato il piano di riarmo da 6.800 miliardi di euro.
I quattro big hanno discusso di come farlo accettare ai 27 Stati membri. Il 23 e 24 ottobre, a Bruxelles, il Consiglio europeo dovrà decidere i prossimi passi. La direzione è chiara: più spesa in Difesa, iniziando dai fondi per l’Ucraina, in attesa di capire se e quando si terrà a Budapest il trilaterale Usa, Russia e Ucraina. Nella videocall i leader hanno affrontato i principali dossier: Ucraina e pace, difesa comune, politica energetica, migrazione, stabilità economica. Sul piano della difesa europea, la Commissione ha presentato una roadmap per rendere l’Unione operativa entro il 2026-2030, con priorità su droni, scudo aereo e spaziale, mobilità militare rapida.
Il nuovo approccio prevede che almeno il 40% degli acquisti militari sia condotto in modo condiviso fra Stati membri. In materia di difesa industriale, l’Ue punta a integrare le imprese ucraine nella filiera comunitaria. Alcuni Paesi già investono in produzioni ucraine sul proprio territorio. La Commissione spinge per un reparations loan di circa 140 miliardi di euro, garantito dai beni russi congelati. Il documento inviato ai governi propone di usare parte del prestito per l’acquisto di armi anche fuori dall’Unione, mantenendo però un asse con l’industria europea. Merz ha annunciato che chiederà di adottare formalmente il prestito al prossimo vertice, ma diversi Stati sollevano dubbi legali e fiscali. Le risorse russe congelate ammontano a circa 200 miliardi di euro, perlopiù custoditi presso Euroclear in Belgio. Secondo esperti, il meccanismo proposto potrebbe generare tra 50 e 70 miliardi di euro per Kiev nei prossimi cinque anni.
Mercoledì, dal quartier generale della Nato, il ministro della Difesa ucraino Denys Shmyhal ha stimato in 120 miliardi di dollari il costo del conflitto per il 2026, metà dei quali dovrebbero arrivare dagli alleati. Kiev ha chiesto ai partner di contribuire con lo 0,25% del proprio Pil e, in caso contrario, punta a utilizzare i beni russi congelati. La proposta della Commissione è già oggetto di confronto con il Fondo monetario internazionale, che aggiornerà le stime sul fabbisogno di Kiev.
Il modello prevede veicoli finanziari speciali che emettono obbligazioni a tasso zero garantite dall’Ue, mentre i proventi dei beni congelati servirebbero al rimborso. Bruxelles vuole aggirare il rischio di veto di paesi ostili, come l’Ungheria, con procedure che non richiedano l’unanimità. Dopo la videochiamata a quattro, Merz avrebbe contattato anche il premier slovacco Robert Fico, che minaccia di bloccare le conclusioni del summit europeo. Fico ha dichiarato di non voler approvare nuove sanzioni contro la Russia finché nel documento finale non saranno incluse misure precise per l’industria automobilistica e i costi energetici. “Esprimo stupore che ancora una volta l’Ucraina sia trattata come tema prioritario”, ha detto. Merz e Macron hanno discusso anche del meccanismo Purl (Prioritized Ukraine Requirements List) attivato dalla Nato, attraverso cui gli Usa spediscono all’Ucraina le armi acquistate dagli europei.
La Germania ha già promesso 2 miliardi di euro tramite Purl, inclusi sistemi anticarro e difesa aerea Patriot. La Francia, con il budget bloccato, non ha ancora aderito. Anche se gli Stati Uniti non invieranno i missili Tomahawk attraverso il sistema, la questione riapre in Germania il dibattito sull’opportunità di fornire i missili Taurus a Kiev. Merz, in campagna elettorale, aveva posto un ultimatum a Mosca: pace o invio (in 24 ore) dei missili a Kiev. Diventato cancelliere, si è dimenticato la minaccia. A ricordarglielo adesso sono i Verdi.
Ue, il nemico è in casa, non a Est tra le steppe Lettonia, Lituania, Finlandia. Hanno la popolazione di un quartiere di Roma. Com’è possibile che 3 o 4 Paesi, solo perché sono vicini alla Russia, riescano a fare indebitare a vita l’intera Europa? Per difenderci dalla Russia, che nemmeno ci pensa. In Europa non possono dettare legge Paesi che per loro personale tornaconto, appoggiati dalla guerrafondaia Ursula, stanno mettendo in ginocchio l’intera Europa, prospettando miliardi di debiti per la difesa dal nulla.
CRISTINA BEVILACQUA
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