UNITI PER LA PACE da TRANSFORM!ITALIA
Uniti per la Pace
03/09/2025
Appello per l’Invocazione del Meccanismo “Uniting for Peace”
L’aggressione genocidaria israeliana contro i palestinesi sta causando nuove vittime ogni giorno. Le Nazioni Unite hanno ufficialmente accertato l’esistenza di una situazione di carestia diffusa a Gaza, deliberatamente provocata dal governo israeliano come parte della sua strategia genocidaria volta a realizzare la soluzione finale contro il popolo palestinese. L’umanità e la comunità internazionale devono reagire ora.
Le associazioni di avvocati sottoscritte lanciano un appello a tutti i governi, in particolare a quelli dell’Unione Europea e dei BRICS, affinché la prossima sessione dell’Assemblea Generale decida, seguendo il modello della Risoluzione 377(V) “Uniting for Peace”, misure vincolanti ai sensi del Capitolo VII della Carta, che prevedano:
- Sanzioni contro Israele che portino al suo totale isolamento dal resto del mondo.
- L’interruzione immediata di ogni cooperazione militare con Israele e la cessazione dei trasferimenti di armi sul suo territorio.
- La raccomandazione a tutti gli Stati
a) di deferire alla Corte Internazionale di Giustizia gli Stati autori o complici del genocidio
b) di deferire alla Corte Penale Internazionale gli individui autori e complici del genocidio
c) di perseguire gli atti di genocidio in base al principio della giurisdizione universale, che costituisce un obbligo per tutti gli Stati. - La formazione immediata di una forza internazionale di intervento umanitario e militare per porre fine al genocidio, consentire l’arrivo degli aiuti al popolo palestinese e impedire la colonizzazione della Cisgiordania.
Il meccanismo “Uniting for Peace”, che vanta numerosi precedenti, consente di superare il veto imposto nel Consiglio di Sicurezza dagli Stati Uniti o da altri membri permanenti.
Occorre agire immediatamente. Le future generazioni non ci perdoneranno complicità, indifferenza e inattività di fronte al peggior crimine del Terzo Millennio e alle innumerevoli violazioni del diritto internazionale perpetrate da Israele. Il massacro e l’impunità devono finire ora. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite deve adottare le misure necessarie sopra indicate.
Organizzazioni firmatarie
• Centro di Ricerca ed Elaborazione per la Democrazia (CRED)
• Associazione Internazionale degli Avvocati Democratici (IADL)
• Asociación Americana de Juristas (AAJ)
• Asociación Venezolana de Juristas (AVJ)
• Giza Eskubideen Behatokia (Paesi Baschi) (GEB)
• Unione Ellenica degli Avvocati Progressisti (HUPL)
• Associazione Indiana degli Avvocati (IAL)
• Associazione Nazionale degli Avvocati Democratici Sudafrica (NADL)
• National Lawyers Guild internazionale USA (NLG)
• Unione Nazionale degli Avvocati del Popolo Filippine (NUPL)
• Associazione degli Avvocati Progressisti Turchia (CHD)
Il diritto umano di “vivere liberi dalla paura nucleare”
Laura Tussi 03/09/2025
Un imperativo morale che confligge con le promesse di riarmare l’Ucraina alla fine della guerra anche con ordigni atomici
Cittadini di ogni parte del mondo, siamo mossi da un’aspirazione profonda e insopprimibile: quella a un futuro di pace, così come è solennemente enunciato nella Carta delle Nazioni Unite. Questa aspirazione, oggi più che mai, si scontra con una realtà agghiacciante: il rischio, ogni giorno più concreto, di un conflitto nucleare, come testimoniano le ambigue posizioni dei leader europei sull’Ucraina, che invece di sostenere nel cammino verso accordi di pace, la distolgono da questo obiettivo con la promessa di continuare a riarmarla fornendole anche ordigni atomici, come hanno promesso in occasione del vertice con Trump e Zelensky alla Casa Bianca, nel tentativo forse di rallentare le trattative finalmente in corso. “Nessuno vuole la pace più del popolo ucraino ma una pace giusta e duratura si ottiene solo con la forza”, ha affermato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Un’enorme bestialità secondo noi attivisti per la pace.
Di fronte a questa terrificante minaccia siamo chiamati ad agire, ad affermare con forza il diritto inalienabile dell’intera umanità a vivere libera dall’incubo atomico.
La dignità umana, fondata sul supremo diritto alla vita di ogni individuo, si estende inevitabilmente alla salvaguardia della nostra stessa specie. È un diritto che racchiude in sé la memoria delle generazioni passate e, allo stesso tempo, la promessa di un futuro per quelle a venire. Per questo, riteniamo che la preparazione di un crimine sia già un crimine. Mantenere in funzione gli arsenali nucleari, e a maggior ragione modernizzarli, rappresenta un atto criminale contro l’umanità intera. L’esistenza stessa di queste armi non è un semplice deterrente, ma un ricatto allo sterminio, incompatibile con ogni scopo e principio del diritto internazionale.
È giunto il momento di sbarazzarci della fallace dottrina della “deterrenza”. La minaccia dell’uso di queste armi, anche solo potenziale, è un’offesa morale che annulla ogni possibilità di dialogo e di pace. Per questo, affermiamo che la dichiarazione di illegalità delle armi nucleari e la loro effettiva eliminazione sono indissolubilmente legate. Non si può pretendere di eliminare il loro uso senza prima smantellare l’arma stessa.
Noi esigiamo dai nostri governi un impegno concreto e inequivocabile. Chiediamo che si adoperino per far approvare dall’Assemblea delle Nazioni Unite una risoluzione sul “diritto a vivere liberi dalla paura della guerra nucleare”, un diritto universale e indivisibile che non può essere scavalcato da alcun preteso diritto di autodifesa degli Stati. L’approvazione di un tale principio giuridico obbligherà tutti i Paesi a rinunciare alla minaccia nucleare e a procedere, in modo controllato, verificabile e rapido, verso il disarmo totale.
È necessario che la comunità internazionale si muova in fretta per la stipulazione di un trattato vincolante per il bando delle armi nucleari, come il TPNW – Trattato Proibizione Armi Nucleari, analogo a quelli già in vigore per le armi chimiche e biologiche, che preveda sanzioni adeguate per chiunque violi questo imperativo morale. La nostra voce non è un’utopia, ma un grido di coscienza che chiede di salvaguardare la vita, l’unica che abbiamo. È una chiamata a riconoscere il nostro dovere di difendere il futuro dell’umanità, a porre fine a questo incubo e a costruire, finalmente, una pace autentica e duratura.
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