IN PALESTINA NUOVO PROTETTORATO USA da IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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IN PALESTINA NUOVO PROTETTORATO USA da IL FATTO

In Palestina nuovo protettorato Usa

Sybil Fares e Jeffrey Sachs  20 Novembre 2025

Gli americani avrebbero poteri sovrani come gli inglesi un secolo fa. L’ennesima prova della tattica di Washington di spremere gli Stati arabi con minacce e incentivi per favorire Israele

La (bozza di) risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite istituisce un Consiglio per la Pace dominato da Stati Uniti e Regno Unito, presieduto nientemeno che da Donald Trump in persona, e dotato di ampi poteri sulla governance, i confini, la ricostruzione e la sicurezza di Gaza.
Questa risoluzione emargina lo Stato di Palestina e condiziona qualsiasi trasferimento di autorità ai palestinesi all’indulgenza del Consiglio per la Pace.

Si tratterebbe di un palese ritorno al mandato britannico di 100 anni fa, con l’unica differenza che il mandato sarebbe detenuto dagli Stati Uniti anziché dalla Gran Bretagna. Come diceva Marx, la storia si ripete, prima come tragedia, poi come farsa. La proposta è una farsa, ma il genocidio di Israele non lo è. È una tragedia di prim’ordine.
Secondo la (bozza di) risoluzione, incredibilmente al Consiglio per la Pace verrebbero concessi poteri sovrani su Gaza. La sovranità palestinese è invece lasciata alla discrezione del Consiglio, che deciderebbe autonomamente quando i palestinesi saranno “pronti” a governarsi da soli – forse tra altri 100 anni? Anche la sicurezza militare è subordinata al Consiglio, e le forze previste non risponderebbero al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o al popolo palestinese, ma alla “guida strategica” del Consiglio.

La risoluzione Usa-Israele viene presentata proprio perché il resto del mondo – a parte Israele e Stati Uniti – si è reso conto di due fatti. Che Israele sta commettendo un genocidio, una realtà testimoniata ogni giorno a Gaza e in Cisgiordania, dove palestinesi innocenti vengono assassinati per la soddisfazione delle Forze di Difesa Israeliane e dei coloni israeliani illegali in Cisgiordania. E che la Palestina è uno Stato, nonostante la sua sovranità rimanga ostacolata dagli Stati Uniti, che usano il loro diritto di veto al Consiglio di Sicurezza per bloccarne l’adesione permanente alle Nazioni Unite. Lo scorso luglio e poi di nuovo a settembre, l’Assemblea Generale dell’Onu ha votato a stragrande maggioranza per la statualità della Palestina, un fatto che ha messo in agitazione la lobby sionista israelo-americana, dando luogo all’attuale (bozza di) risoluzione.

Affinché Israele raggiunga il suo obiettivo di un Grande Israele, gli Stati Uniti perseguono la classica strategia del dividi et impera, spremendo gli Stati arabi e islamici con minacce e incentivi. Quando altri paesi resistono alle richieste di Stati Uniti e Israele, vengono tagliati fuori dalle tecnologie critiche, perdono l’accesso ai finanziamenti della Banca Mondiale e del Fmi e subiscono bombardamenti israeliani, anche nei paesi in cui sono presenti basi militari statunitensi. Gli Stati Uniti non offrono alcuna vera protezione; piuttosto, orchestrano un racket di protezione, estorcendo concessioni ai paesi ovunque esista una leva statunitense. Questa estorsione continuerà finché la comunità globale non si opporrà a tali tattiche e non insisterà sulla reale sovranità palestinese e sul rispetto del diritto internazionale da parte di Stati Uniti e Israele .

La Palestina rimane la vittima inesauribile delle manovre statunitensi e israeliane. I risultati non sono devastanti solo per la Palestina, ma per il mondo arabo e non solo. Israele e Stati Uniti sono attualmente in guerra, apertamente o segretamente, nel Corno d’Africa (Libia, Sudan, Somalia), nel Mediterraneo orientale (Libano, Siria), nella regione del Golfo (Yemen) e in Asia occidentale (Iraq, Iran). Se il Consiglio di Sicurezza vuole garantire una vera sicurezza in conformità con la Carta delle Nazioni Unite, non deve cedere alle pressioni statunitensi e agire invece con decisione in linea con il diritto internazionale. Una risoluzione autenticamente per la pace dovrebbe includere quattro punti essenziali. In primo luogo, accogliere lo Stato di Palestina come Stato membro sovrano delle Nazioni Unite, senza più il veto degli Usa. In secondo luogo, dovrebbe salvaguardare l’integrità territoriale dello Stato di Palestina e di Israele, secondo i confini del 1967. In terzo luogo, dovrebbe istituire una forza di protezione sotto mandato del Consiglio di Sicurezza composta da Stati a maggioranza musulmana. In quarto luogo, dovrebbe includere il definanziamento e il disarmo di tutte le entità non statali belligeranti e garantire la sicurezza reciproca di Israele e Palestina.

La soluzione dei due Stati riguarda la vera pace, non il politicidio e il genocidio della Palestina, o i continui attacchi dei militanti contro Israele. È tempo che sia i palestinesi sia gli israeliani siano al sicuro e che gli Stati Uniti e Israele rinuncino alla crudele illusione di governare in modo permanente il popolo palestinese.

https://www.commondreams.org/ opinion/trump-s-ploy-at-the- un-is-american-imperialism- masquerading-as-a-peace- process

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