PREMERIATO E LEGGE ELETTORALE: L’ASSALTO DI FDI da IL MANIFESTO
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PREMERIATO E LEGGE ELETTORALE: L’ASSALTO DI FDI da IL MANIFESTO

Premierato e legge elettorale: l’assalto di Fdi

Andrea Carugati  27/11/2025

Riforme Meloni riesuma l’elezione diretta del premier, in aula a gennaio. Il sottosegretario Fazzolari: «Sarà approvata entro fine legislatura, poi il referendum». La Russa non fa l’arbitro: «Serve il sistema di voto delle regioni». Le opposizioni pronte alle barricate. Magi: «La premier vuole i pieni poteri». Molinari (Lega) difende i collegi del Rosatellum. Dubbi anche da Tajani (Fi)

Giorgia Meloni con Ignazio La Russa – Ansa

Attacco a due punte di Fdi su legge elettorale e premierato. La premier, dopo il brusco risveglio delle regionali e le proiezioni che la vedono ballare nei collegi uninominali, ha deciso di vendere cara la pelle. Di piegare le regole del gioco con l’obiettivo di restare al potere. E così ieri prima il presidente del Senato la Russa, poi il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, hanno rilanciato le due riforme care a Meloni, che si tengono tra loro: legge elettorale e elezione diretta del premier.

«C’è il rischio di un pareggio, con una situazione di stallo che comporta un danno per i cittadini che non vedrebbero un governo deciso da loro ma un governo tecnico», ha detto ieri La Russa alla presentazione del nuovo libro di Bruino Vespa. «Per questo va esaminata la legge elettorale, con una riforma pensata non per avvantaggiare qualcuno ma per evitare lo stallo. Questo è l’appello che rivolgo alle forze politiche: serve una riforma bipartisan, la migliore sembra essere quella regionale, la Tatarella». Legge che prevede l’elezione diretta dei presidenti di regione con un premio di maggioranza alla coalizione più votata.

NELLE STESSE ORE il governo chiede alla capigruppo di Montecitorio di portare in aula a gennaio la riforma costituzionale del premierato che giace alla Camera dopo il primo sì del Senato a giugno 2024. Una riforma incanalata su un binario morto, che la premier vuole invece riesumare. «Se la maggioranza decide di utilizzare il tempo che resta per completare il premierato i tempi ci sono, il problema è la scelta politica», dice La Russa.

E POCO DOPO ARRIVA l ’annuncio di Fazzolari: «Completeremo la riforma del premierato nel corso della legislatura, e poi verrà sottoposto al giudizio degli italiani», dice alla festa per i 25 anni di Libero. «Avevamo detto che avremmo fatto una serie di riforme, la giustizia l’abbiamo fatta, le mettiamo a disposizione degli italiani». Fazzolari entra con entrambi i piedi anche nella legge elettorale: «Noi vorremmo immaginare una legge già adatta al premierato. Il referendum con ogni probabilità si terrà nella prossima legislatura, a quel punto sarebbe già bene avere una legge elettorale che rispecchia quella che dovrà essere adottata». «Credo che il sistema che vige per sindaci o regioni, dove tendenzialmente l’elettore sa chi sarà a guidare il governo, è il modello che andrebbe seguito: un proporzionale con premio di maggioranza e indicazione del presidente del Consiglio».

Anche il sottosegretario finge di tendere la mano alle opposizioni: «È importante il dialogo. Ci auguriamo che anche loro vogliono immaginare una legge che rimanga nel tempo e vada scelta a prescindere da chi forse oggi potrebbe trarne vantaggio».

IL DISEGNO È CHIARO: approvare il premierato in modo solo simbolico, sulla carta, e attuarlo de facto con la nuova legge elettorale, fatta perché Meloni sa di non poter vincere con i collegi dell’attuale Rosatellum, visto che da Roma in giù la destra rischia una batosta. Prima di tutto la premier dovrà trovare l’intesa nella maggioranza. «Il modello dei collegi uninominali per noi è quello migliore, perché è quello dove un partito come il nostro può esprimere un valore aggiunto e quindi avere una rappresentanza maggiore», dice il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari. «Per questo non è prioritario per la Lega cambiare la legge elettorale». E Tajani aggiunge: «Non metterei il nome del premier sulla scheda, non so quanto sia compatibile con la nostra Costituzione».

LE OPPOSIZIONI SONO pronte alle barricate. Ancor più dopo che Fdi ha legato in modo indissolubile la riforma elettorale e l’elezione diretta del premier. «Per noi è il premierato è una riforma inaccettabile che mette in pericolo l’equilibrio tra poteri dello stato e faremo opposizione durissima, tutto questo con lo sfondo della legge elettorale», dice la capigruppo Pd Chiara Braga. «È chiaro il motivo per cui vogliono cambiarla: hanno paura di perdere». «Vogliono far vincere la destra a tavolino», attacca Andrea Orlando.

E il segretario di + Europa Riccardo Magi: «Il combinato disposto tra premierato e legge elettorale Meloncellum, cioè un Porcellum in salsa meloniana, è l’anticamera dei pieni poteri che tanto vorrebbe Giorgia Meloni. Serve una opposizione durissima». Fdi ha invitato Schlein ad Atreju, la festa di partito che si terrà a Roma dal 6 al 14 dicembre. La leader Pd ha detto che andrà solo se ci sarà un faccia a faccia con la premier. In cui, certamente, le riforme istituzionali sarebbero uno dei temi principali.

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