STRISCIA DI GAZA: 600 GIORNI DI GUERRA GENOCIDA DI ISRAELE IN CIFRE da ANTIDIPLO e IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
20188
wp-singular,post-template-default,single,single-post,postid-20188,single-format-standard,wp-theme-stockholm,wp-child-theme-stockholm-child,cookies-not-set,stockholm-core-2.4.6,select-child-theme-ver-1.0.0,select-theme-ver-9.13,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_menu_,wpb-js-composer js-comp-ver-8.2,vc_responsive

STRISCIA DI GAZA: 600 GIORNI DI GUERRA GENOCIDA DI ISRAELE IN CIFRE da ANTIDIPLO e IL FATTO

Striscia di Gaza, 600 giorni di guerra genocida di Israele in cifre

  Antidiplomatico  30 Maggio 2025

L’Osservatorio euro-mediterraneo dei diritti umani ha ripercorso i 600 giorni della guerra genocida di Israele nella Striscia di Gaza.

La ONG, con sede a Ginevra, ha pubblicato un’infografica che commemora i 600 giorni trascorsi dall’inizio dell’aggressione dell’entità occupante.

Secondo l’organizzazione per i diritti umani, il 31% delle vittime a Gaza sono bambini e il 21% sono donne. Sottolinea, inoltre, che 9 palestinesi su 10 uccisi da Israele negli ultimi 20 mesi erano civili.

Nel reportage è stato confermato che diverse migliaia di persone hanno subito amputazioni o disabilità permanenti e che più di 10.000 bambini hanno perso almeno una gamba.

Si evidenzia, tra l’altro, che il 98% dei palestinesi di Gaza è stato sfollato con la forza almeno una volta e che la maggior parte di loro vive in rifugi temporanei, come scuole e tende.

Il genocidio ha inoltre lasciato circa 43.600 bambini orfani nella Striscia di Gaza, aggiunge.

Per quanto riguarda l’entità della distruzione, si legge che “l’80% degli edifici palestinesi a Gaza è stato distrutto o danneggiato, mentre il 90% degli ospedali, delle scuole e delle università è stato gravemente danneggiato o completamente distrutto”.

La ONG ha inoltre ricordato che l’accesso giornaliero pro capite all’acqua a Gaza è diminuito del 99% a causa dei diffusi attacchi israeliani alle infrastrutture idriche. Come ha confermato anche l’ufficio stampa del governo di Gaza, dal 7 ottobre 2023 sono stati distrutti e resi inutilizzabili 719 pozzi d’acqua.

Inoltre, si avverte che il 98% della popolazione di Gaza soffre di gravi livelli di insicurezza alimentare, con almeno 100 decessi documentati dovuti a grave malnutrizione, tra cui 42 bambini.

“Limitando deliberatamente gli aiuti umanitari, in particolare quelli alimentari, e chiudendo i valichi di Gaza dal 2 marzo, il governo sionista ha spinto 2,4 milioni di palestinesi in una grave carestia, facilitando gli sfollamenti forzati”, ha avvertito l’organizzazione.

Con il sostegno degli Stati Uniti, l’esercito israeliano ha portato avanti una campagna genocida a Gaza dall’ottobre 2023, causando oltre 177.185 tra morti e feriti, per lo più bambini e donne, e più di 11.000 dispersi.

All’inizio di marzo, l’occupazione israeliana ha nuovamente bloccato tutti gli aiuti umanitari a Gaza e si è rifiutata di procedere verso la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco.

Da allora, le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie di tutto il mondo hanno lanciato l’allarme: nell’enclave si sta diffondendo una carestia mortale.

“I leader del mondo ora non vogliono più essere associati al genocidio”

Giampiero Calapà  3 Giugno 2025

“Un giorno tutti diranno di essere stati contro”

“Oggi credo di poter dire che Kamala Harris abbia perso le elezioni per come l’amministrazione Biden ha trattato la questione palestinese”. Omar El Akkad, nato a Il Cairo, cresciuto tra Canada e Stati Uniti, nel libro dal titolo profetico e attuale Un giorno tutti diranno di esser stati contro (Feltrinelli) indaga se stesso e l’Occidente sulla “frattura tra virtù, principi e ideali occidentali con le azioni reali delle cancellerie di questa parte del mondo: è una totale messinscena”.

Ma qualcosa sta cambiando, tutti stanno iniziando a dire di esser contro… è un risveglio?

Mi pare più un rifiuto di continuare a dormire. I privilegi della vita in Occidente fanno girare la testa dall’altra parte. Di 75 anni di occupazione della Palestina alcuni nell’opinione pubblica occidentale solo adesso sembrano accorgersene, altri hanno girato la testa, ma si stanno rendendo conto che questo ha delle conseguenze sulla loro stessa anima.

Anche capi di Stato e di governo, dall’Italia addirittura alla Germania, sembrano cambiare?

Stanno arrivando a conclusioni diverse per la pressione dell’opinione pubblica e per l’ormai impossibilità di nascondere o minimizzare quanto accade a Gaza. Sulla sconfitta di Kamala Harris non solo quello, ma certo il fattore Palestina ha inciso. Oggi la pressione sui leader occidentali è sufficiente a far riconsiderare un tema: quanto sono disposti a essere ancora associati al genocidio in corso? Semplice. Non è un risveglio morale.

Lei fa molta autocritica, si sente colpevole?

Non c’è niente che io critichi dell’Occidente senza dichiararmene complice. Ho goduto delle libertà dell’Occidente da quando avevo 5 anni. Ma oggi non si può non guardare ai diritti di questa parte del mondo senza considerare il massacro di Gaza.

Pensa mai a quali Stati sono più complici del governo di Israele nella distruzione della Striscia?

Quasi tutte le nazioni d’Occidente a prescindere dal colore politico di chi governa. Quello che noto è soltanto un cambio di toni linguistici, ma nessuna grande differenza nei fatti. Adesso iniziano a esserci rotture da parte di amministrazioni locali, ma mi sembra che non ci sia ancora nessuno pronto nelle cancellerie che contano a metter fine al massacro dei palestinesi.

Crede che quanto accade nella Striscia, tutta questa violenza, potrà trasformarsi nei prossimi anni nel mostro del terrorismo e che l’Occidente possa tornare a esserne bersaglio?

È molto difficile per me pensare che non ci saranno conseguenze, al di là degli atti terroristici. Sicuramente non so immaginare cosa sia disposto a fare chi ha perso la sua famiglia, chi vede sterminata tutta la sua discendenza. Ma la conseguenza più disastrosa sarà quella di avere nella mia parte di mondo una generazione che non crederà più ai valori propagandati dall’Occidente.

Ma la sua parte di mondo è anche il Canada, gli Stati Uniti, l’Occidente, o no?

Lo è. È vero. E questo rende questo tipo di conversazione per me veramente molto difficile.

No Comments

Post a Comment

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.