di Piero BEVILACQUA
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Le nostre parole,
le nostre parole appuntite
lungamente levigate
sono pallottole di carta
contro le alte mura di Tebe.
Neanche il suono si sente
del loro cadere,
ai piedi della città.
Si ammassano come rifiuti
tra noi,
sempre più sparuti assedianti,
mentre dall’alto salgono urla al cielo.
Ma il tempo forma strato su strato
le sue
9 dicembre 2017
Cari amici dell’Officina,
la realizzazione del sito ci consente di scambiare le nostre opinioni sull’epoca che stiamo attraversando così come la programmazione di eventi come il recente incontro di Lametia, per parlare ancora una volta del Sud. Credo che potremmo fare anche di più,
di Ivano DIONIGI –
da "la Repubblica", 23 gennaio 2017
Novum per i classici era sempre qualcosa di dirompente e traumatico: “nova” la terra che gli Argonauti cercavano con la loro spedizione sacrilega; “novus” l’uomo che per primo nella propria famiglia ricopriva una magistratura; “nova” la religione cristiana che
di Velio ABATI –
“Dio ti fulmini!”: il grido dell’impotente proclama sempre la sconfitta subìta, proprio mentre millanta di negarla. Una postura talmente scoperta, che il realista crede di trovarvi la prova definitiva della sua antica convinzione: nomina sunt consequentia rerum. Eppure qualcosa non convince.
Che cosa induce