TEST INVALSI E RACCOLTA DATI DEGLI STUDENTI: ORA IL GARANTE PRIVACY CHIEDE SPIEGAZIONI da IL FATTO
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TEST INVALSI E RACCOLTA DATI DEGLI STUDENTI: ORA IL GARANTE PRIVACY CHIEDE SPIEGAZIONI da IL FATTO

Test Invalsi e raccolta dati degli studenti: ora il Garante privacy chiede spiegazioni

VIRGINIA DELLA SALA  12 MAGGIO 2024

Il Garante Privacy ha inviato una richiesta di informazioni all’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, sull’integrazione dei test nel curriculum digitale degli studenti allegato al diploma e contenuto nell’E-Portfolio sulla piattaforma ministeriale Unica.

Nella richiesta di informazioni, l’Autorità evidenzia come la normativa sulla privacy, in considerazione della loro particolare “vulnerabilità”, assicuri ai dati personali dei minori una specifica protezione, “anche quando i trattamenti riguardano la valutazione del rendimento scolastico”. Tra gli aspetti su cui Invalsi dovrà fornire, entro 20 giorni, riscontro al Garante, ci sono “i presupposti normativi per inserire i risultati dei test nel curriculum dello studente” e quali “tipologie di prove, le finalità e la logica del trattamento”. Per quanto riguarda l’eventuale effettuazione di trattamenti automatizzati ai fini di “profilazione e classificazione” degli studenti, l’Autorità vuole conoscere le misure adottate “per assicurare la qualità dei dati e l’intervento umano nel processo decisionale”.

La richiesta è di avere documentazione su diversi punti – che anche il Fatto e Roars segnalano da mesi, da quando cioè Invalsi ha iniziato a utilizzare i risultati dei test anche per identificare gli studenti più esposti alla cosiddetta “dispersione implicita” al fine di poter intervenire e, soprattutto, indirizzare i fondi del Pnrr contro la dispersione scolastica. Pratica che in alcune scuole ha generato la circolazione tra docenti e segreterie di alunni considerati “fragili” e sulla cui tutela delle informazioni e della possibilità di intervento è stato sollevato più di un dubbio.

La richiesta del Garante, ora, riguardano la necessità che i dati, tanto più che relativi a minorenni e destinati a valutazione di aspetti che sono personali e legati al rendimento scolastico o professionale che sia, siano trattati secondo principi di “liceità, correttezza, trasparenza ed esattezza” come prevedono i regolamenti. Questo significa comunicare con chiarezza il tipo di test richiamati nel curriculum, le finalità dei dati, le modalità di raccolta e somministrazione test, la logica del trattamento quanto più se automatizzata, l’entità dell’intervento umano in proposito, le conseguenze per gli interessati, chi può vedere i risultati dei test, l’informativa alle famiglie e l’adempimento degli obblighi di trasparenza.

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