Otto punti sulla cattiva scuola
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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Otto punti sulla cattiva scuola

di Luigi VAVALÁ –

L’intervista rilasciata dal ministro Fedeli al “Sole 24 Ore” di domenica 20 Agosto rappresenta un concentrato di caparbietà e inconsapevolezza impressionante. I decreti attuativi della legge 107 sulla buona scuola vengono presentati con uno stile perentorio e fanatico, senza tenere presente le inquietudini che attraversano il mondo della scuola.

Cerchiamo di procedere con chiarezza:

  1. La scuola, toccando l’età delicata dell’adolescenza e della primissima gioventù, deve tendere le sue forze a formare ” iloti “moderni con psiche squilibrata o umani equilibrati in grado di affrontare le difficoltà della vita?
  2. In discussione non è l’importanza del lavoro, ma la qualità del lavoro eventuale e l’apporto dell’intelligenza inventiva;
  3. I contenuti storici, scientifici, letterari, filosofici, artistici, musicali, devono dare un respiro umano o essere immediatamente sottomessi e funzionalizzati ad esigenze lavorative?
  4. Nella delicatissima formazione di una psiche matura non hanno più nessun ruolo, sguardi calmi, contemplativi, poetici, lenti, per vivere in modo più sereno e senza la precoce pressione della ineluttabilità’ del reale produttivo?
  5. I presupposti della ricerca scientifica e teorica non trovano spazio adeguato ed i contenuti vengono completamente sussunti dalla furia tecnologica;
  6. Perché non rendere facoltativa l’alternanza scuola/lavoro?
  7. Patologie psicologiche e addirittura psichiatriche sono in forte aumento nel mondo giovanile e la contrazione fortissima del tempo di vita e del gratuito tempo di formazione umana, non aiuta.
  8. Una così forte pressione su adolescenti in crescita aumenterà il ricorso a narcosi moderne.

Possibile che un ministro della Repubblica abbia una visione così corta e asfissiante sull’umano? Possibile che la scuola debba diventare completamente o quasi una pre-azienda digitalizzata? È proprio necessario ed inevitabile “cinesizzare” l’antica civilizzazione europea?

 

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