Invalsi. Ovvero desiderare, guadagnare, comprare
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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Invalsi. Ovvero desiderare, guadagnare, comprare

di Rossella LATEMPA –

Anche quest’anno, in concomitanza dello svolgimento delle prove INVALSI per la scuola elementare (oggi primaria) i bambini di quinta hanno compilato un “questionario personale”, che fornirà all’Istituto Nazionale informazioni sul contesto socio-economico di provenienza.

Alcuni quesiti, tuttavia, sono nuovi di zecca. Come riporta il documento informativo del Sistema Nazionale di Valutazione, i “nuovi items” proposti ai bambini valuteranno, oltre al supporto genitoriale, all’interesse per l’italiano e la matematica (ti piace “leggere libri di matematica?”…!!!):

– il senso di autoefficacia (sono capace di imparare in fretta? Credo di essere un ragazzo sveglio? Et cetera)

il rapporto con i compagni di classe (mi posso fidare dei miei compagni? In classe mi sento accettato? Et cetera)

le aspettative di realizzazione personale.

La foto a sinistra si riferisce proprio al quesito sulle aspettative di realizzazione personale e sull’idea che i bambini hanno del loro futuro. Le opzioni proposte, da evidenziare con una crocetta dal “per niente” a “totalmente vera” sono esattamente quelle che leggiamo nell’immagine.

Desiderare, guadagnare, comprare: questo è l’orizzonte.

Onnipotenza del desiderio (riuscirò a fare ciò che desidero?), di possesso di “cose” (riuscirò a comprare ciò che voglio?) da acquistare grazie ad una buona posizione (troverò un buon lavoro?) con cui assicurarsi una rendita (avrò sempre abbastanza soldi per vivere?).

Nel Paese dei mostri selvaggi che prepariamo per i nostri figli i sogni e la felicità si misurano in euro.

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