IANNELLI: “IL SINDACO COL CACCIAVITE VUOLE SLOGGIARMI, IO RESISTO TRA I LIBRI” da IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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IANNELLI: “IL SINDACO COL CACCIAVITE VUOLE SLOGGIARMI, IO RESISTO TRA I LIBRI” da IL FATTO

Iannelli (Istituto della biblioteca calabrese): “Il sindaco col cacciavite vuole sloggiarmi, io resisto tra i libri”

ARCHEOLOGA – “Chiuderci con la scusa della sicurezza pubblica: oltre il ridicolo…”

ANTONELLO CAPORALE  24 GIUGNO 2024

Dottoressa Iannelli, è ancora barricata nella biblioteca?

Ora non più, devo ringraziare i carabinieri che mi hanno aiutata a resistere a una oltraggiosa aggressione diretta non solo a me quanto ai libri che custodisco.

Maria Teresa Iannelli, archeologa in pensione, è la direttrice dell’Istituto della biblioteca calabrese, eccellenza culturale di Calabria. La settimana scorsa il sindaco di Soriano Calabro, il comune dove ha sede la biblioteca (che gode di uno status definito da legge regionale), si è presentato alla porta della biblioteca con il cacciavite.

Dottoressa, rievochi l’incontro. Il sindaco bussa alla porta.

Non bussa, accorre con degli impiegati ed è molto indispettito dal fatto che avevo appena imposto al falegname, venuto per cambiare la serratura, di far ritorno nella sua falegnameria e riporre in un cassetto gli arnesi del mestiere. Da noi c’è bisogno di libri non di nuove serrature.

Metafora potente: la serratura come chiave per conquistare l’egemonia culturale. Magari il sindaco è del centrodestra e vuole allinearsi al profilo politico nazionale.

Macchè! Il sindaco è certo del centrodestra ma dei libri temo abbia una considerazione molto limitata. È un gesto che documenta la ritorsione ignorante, in un paese dominato dalla ndrangheta. Dimostrare chi comanda, e dal momento che l’avversario politico ha fatto realizzare questa biblioteca…

Soriano è terra di ‘ndrangheta.

Due volte l’amministrazione comunale sciolta per infiltrazione mafiosa. L’eccentricità di questo luogo è appunto la biblioteca. Chiunque nel mondo scriva di Calabria trova in questa sede il suo documento, il libro. Sono volumi preziosi e antichissimi, e c’è la storia di questa grande e maltrattata terra, l’onore perduto e il coraggio mostrato.

Soriano è custode della storia di Calabria.

E pensi che da un anno l’ingresso alla biblioteca è vietato perché si è scoperto che non è rispettata la normativa antincendio.

Nessuno può entrare in biblioteca?

Eccetto io che la dirigo, l’impiegata che sta digitalizzando. Poi stop. Devo essere autorizzata per ogni nuova visita.

Altro che egemonia culturale, è il deserto dei tartari.

Un modo per ucciderci, farci languire, tenerci incaprettati al dominio dell’indifferenza. Quando ho visto questo sindaco così feroce annunciarmi l’intento di farmi sloggiare: chiudere a chiave per tutelare la sicurezza pubblica. Ha misura il senso del ridicolo? Vede il punto dove siamo giunti?

Una fanfaluca per toglierle le chiavi di mano. E dunque la biblioteca.

Io dirigo la biblioteca da volontaria, sia chiaro.

I carabinieri le hanno dato ragione.

Ho chiamato il 112: venitemi ad aiutare! Sono accorsi in 10 minuti.

I carabinieri hanno liberato i libri e lei.

Che bellezza!

Lei non se ne andrà.

Assolutamente no. Questi libri sono l’onore della Calabria e questo stabile è un bene pubblico che va tutelato: ora si accorgono che non sono state rispettate le regole dell’antincendio. Il comune, proprietario dello stabile, inadempiente, si auto accusa, denuncia la propria ciclopica inoperosità pur di buttarmi fuori.

Da archeologa ha tenuto duro anche con un mafioso che le chiedeva di togliere il vincolo archeologico sulla sua proprietà.

Ho imposto e ottenuto il fermo dei lavori. Anzi nella proprietà del boss ho promosso uno scavo che ha avuto un esito fortunatissimo: abbiamo rinvenuto un tratto di strada romana con basole.

Aveva visto giusto.

Non ho accettato nemmeno di avere un colloquio con il proprietario del terreno e i Ros mi hanno dato ragione.

Adesso si confronterà con il sindaco-falegname.

Bisognerebbe sempre avere in mente la misura della nostra piccineria e il carattere densamente ignorante della politica.

Altro che egemonia culturale.

Dalla biblioteca non mi muovo. E adesso che ho anche i carabinieri dalla mia parte, figurarsi!

Da domani è al posto di combattimento.

Da oggi, prego.

MARIA TERESA IANNELLI è stata direttore archeologo della Soprintendenza archeologica della Calabria dal 1980 al maggio 2015. Responsabile della ricerca e della tutela archeologica delle sub colonie locresi di Hipponion / Va l e n t i a (attuale Vibo Valentia), Medma (attuale Rosarno) e dell’antica Kaulonia (attuale Monasterace Marina). Ha allestito e diretto i musei di Vibo Valentia, Rosarno e Monasterace; ha curato l’allestimento del Museo Nazionale di Reggio Calabria per le città di competenza. È stata prof a contratto all’Unical e alla Mediterranea di Reggio Calabria. Dal 2019 al 2023 membro del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto della Biblioteca Calabrese di Soriano di cui è direttrice dal marzo 2023

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