CONDOTTA E INVALSI: ECCO LA MATURITÀ SOVRANISTA da IL MANIFESTO
Parte la primavera calda della scuola
Scuola Le nuove indicazioni nazionali di Valditara
Barbara Piccininni 08/04/2025
Domenica scorsa nel cortile della scuola Di Donato di Roma si è tenuta la prima assemblea cittadina sulla scuola. Un incontro partecipato da oltre cento persone tra docenti, studenti, genitori e da realtà contigue. Una giornata costituente partita dalla critica alle Nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione che lancia una sfida politica grazie alla mobilitazione di movimenti e reti di resistenza È già una prima urgente risposta che respinge l’attacco alla struttura democratica della scuola, anticipato dall’inserimento del «Merito» al titolo di «Pubblica Istruzione» del ministro Valditara.
L’azione del Mim va letta dentro un attacco repressivo ben più ampio come il dl Sicurezza, quello che accade nelle Università, i decreti securitari contro le comunità territoriali come il Quarticciolo, la compressione del Welfare, la militarizzazione della scuola. Siamo di fronte a un’azione parcellizzata e chirurgica funzionale agli attacchi ai diritti e alla criminalizzazione del dissenso. Il documento delle Nuove indicazioni nazionali che distrugge il ruolo pedagogico della scuola è innervato da questo impianto autoritario. È emerso che siamo difronte a un’aggressiva strategia di cambiamento del modello culturale della scuola a partire dalla semantica: pace e comunità vengono rimosse per dare spazio a una visione del mondo patriarcale, «Occidentale», nazionalista. Infatti nessuna analisi ha rilevato l’urgenza di derubricare le Indicazioni del 2012 che il nuovo dispositivo opera, dunque lo scopo è politico. Un tentativo di restaurazione che immagina un mondo che non c’è. L’idea di scuola del Mim è scollata dal paese reale: è emerso chiaramente. La Storia diventa racconto lineare degli avvenimenti in barba ad ogni intersezionalità. La violenza, che considerano contro le donne ma non di genere, è ridotta a «patologia», prendendo distanze abissali con il mondo reale.
Diverse le proposte in campo: moltiplicare le assemblee di confronto, coinvolgere i territori, campagne virali di comunicazione, volantinaggi davanti alle scuole e anche una campagna per l’adozione alternativa dei testi scolastici da far votare ai collegi docenti per il prossimo anno in risposta ai gruppi editoriali che già li stanno adeguando alle nuove linee governative. Inoltre, un documento comune, la costituzione di gruppi di lavoro, l’intersezione con altri movimenti e sigle sindacali.
Costruire una mobilitazione convergente e nazionale è la chiamata di quest’assemblea che si costituisce in Osservatorio permanente e rete di lotte per informare, arginare e rispondere che alla scuola democratica, a un paese democratico nessuno rinuncia. Sono già state individuate le prime possibili tappe: il 10 aprile, scadenza farsa delle osservazioni delle scuole alle Linee, si attiveranno azioni di dissenso e campagne di comunicazione; convocazione della seconda assemblea cittadina; convocazione della prima assemblea nazionale per l’organizzazione di una mobilitazione che coinvolga tutti i territori. Una ricchezza di prospettive e lotte per una «primavera calda» che preparerà al nuovo anno scolastico che avanza.
Condotta e Invalsi: ecco la maturità sovranista
Scuola Non sono ancora gli esami di maturità a immagine e somiglianza del governo (i testi scolastici con le nuove linee guida non sono per ora in uso) ma si avvicinano molto.
Luciana Cimino 08/04/2025
Non sono ancora gli esami di maturità a immagine e somiglianza del governo (i testi scolastici con le nuove linee guida non sono per ora in uso) ma si avvicinano molto. La sessione del 2025 sarà la prima in cui per il giudizio finale varranno tutte le misure volute dal ministro dell’Istruzione (e merito) Valditara in questi due anni e mezzo di governo. L’esame consta sempre di due prove scritte, tre negli indirizzi specifici, con un colloquio multidisciplinare.
Le novità che introduce l’ordinanza ministeriale del 31 marzo scorso riguardano i Pcto (l’ex alternanza scuola/lavoro) che diventano obbligatori per l’ammissione, così come il voto in condotta, come indica la riforma voluta dal ministro: se la valutazione del comportamento è inferiore a sei si perde l’anno, altrimenti il consiglio di classe può imporre allo studente un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio d’esame.
«Cerchiamo di portare l’istruzione fuori dai fumi tossici del ’68 – ha detto ieri il ministro in un’intervista a Il Giornale -. A sinistra giudicano repressive le sanzioni di bulli e violenti, io ripristino legalità e civiltà: il voto in condotta farà media e inciderà sul voto finale alla maturità». Nello svolgimento dei colloqui la commissione terrà conto anche delle informazioni relative al curriculum dello studente contenute nell’E-Portfolio, altro provvedimento spot del governo introdotto nel dicembre 2022.
Da quest’anno, il curriculum conterrà anche, per la prima volta, i risultati delle prove Invalsi. Già contestate dalla comunità educante sotto vari aspetti tra cui etichettare gli studenti come “fragili” in base a una procedura completamente standardizzata che non prevede revisioni e che sigilla la condizione di partenza dei ragazzi per sempre. Anche in vista di colloqui di lavoro. «Una scelta che amplia di molto l’influenza di questi test, trasformandoli da semplice requisito formale a elemento di valutazione permanente nel dossier dello studente» nota la Flc Cgil che con Roars (Returns on academic research), Cattive Ragazze e Alas ha sollecitato il garante della Privacy a un intervento.
Il reclamo contesta all’Invalsi la mancanza di trasparenza e la negazione del diritto al controllo dell’esito della prova svolta. «Impedire l’accesso ai dati dei propri figli lede il diritto di ciascuno studente a una valutazione chiara e contestabile, lesione tanto più grave visto che alcuni studenti sono classificati come “fragili” – hanno spiegato i ricorrenti -. Ci si attende un cambio di passo dal Mim, che deve mettere in campo interventi e risorse per il contrasto alla povertà educativa che va affrontata nei processi di apprendimento e non attraverso una massiva rilevazione standardizzata».
Per la Flc Cgil le novità introdotte nell’esame di maturità del 2025 sono «misure inefficaci e formali che tendono a burocratizzare il rapporto tra la scuola e la sua componente studentesca e che individuano come soluzione al disagio giovanile un progetto di scuola autoritaria e il voto in condotta, senza manifestare alcuna volontà di educare con più tempo scuola, soprattutto nei contesti in cui mancano il supporto familiare e la cultura del rispetto alla convivenza democratica».
No Comments