Brevi note sull’egemonia
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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Brevi note sull’egemonia

di Luigi VAVALÀ –

Raccolgo volentieri l’invito di Piero Bevilacqua a riprendere e a riflettere in termini attuali sulla pratica dell’egemonia. Per chiarezza proseguo per punti condensati:

  1. l’egemonia, per essere efficace deve allargarsi necessariamente alle relazioni inconsce e tradurle in visibilità; in questo compito potrebbe aiutare una seria analogia tra l’egemonia indicata da Gramsci e la determinazione prospettata da Freud.
  2. la storia e’ un groviglio di relazioni consapevoli e di pulsioni inconsce; queste ultime hanno contribuito alle tragedie del Novecento e oggi hanno partorito il pericoloso baraccone Trump;
  3. stabilire subito una scala di “urgenze storiche”; l’ambiente meriterebbe il primo posto delle urgenze;
  4. la ferocia della sussunzione attuale alle forme di un onnivoro capitale finanziario e’ alimentata da profonde pulsioni inconsce distruttive e autodistruttive;
  5. l’egemonia ha la funzione di rendere visibile il campo delle relazioni e la profondità storica delle pulsioni consce e inconsce. Purtroppo quest’ultime prevalgono nell’individuo e nella storia;
  6. l’eccesso di informazioni superficiali e “ridondanti” ostacola fortemente una egemonia tesa a rendere più liberi e maggiormente consapevoli gli uomini;
  7. l’egemonia deve gettare lo sguardo sulle possibilità controfattuali e tradurle in pratica storica;
  8. le forze storiche in movimento o sedimentate rimangono molecolari e non sempre visibili; grande e feconda intuizione di Gramsci;
  9. il rapporto con le tecniche rappresenta un’altra urgenza storica;
  10. si tratta di brevi spunti, spero utili per la discussione di domani, 16 Ottobre.
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