STRAGE DI BRANDIZZO: LO SCIACALLAGGIO MEDIATICO PER COPRIRE I VERI RESPONSABILI da COLLETTIVO STIPATURI
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
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STRAGE DI BRANDIZZO: LO SCIACALLAGGIO MEDIATICO PER COPRIRE I VERI RESPONSABILI da COLLETTIVO STIPATURI

Strage di Brandizzo: lo sciacallaggio mediatico per coprire i veri responsabili

Collettivo Stipaturi  03 Settembre 2023

Il quotidiano bollettino di guerra ci restituisce il consueto caso di morte sul lavoro, l’ennesimo! Ovvero la morte sulla ferrovia presso Brandizzo di 5 operai: Kevin Laganà, 22 anni di Vercelli; Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Giuseppe Sorvillo, 43 anni, di Brandizzo; Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso; Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, di Vercelli, travolti da un treno in corsa. Questa volta la modalità della strage (sì, strage, perché di questo si tratta) era troppo eclatante per essere taciuta, per rimanere relegata in un misero trafiletto di un piccolo quotidiano di provincia. E allora quale occasione migliore per gli sciacalli della nostra informazione televisiva per ravvivare i noiosi pomeriggi estivi con un po’ di storie strappalacrime con mamme piangenti e figli orfani.

E giù ancora accorati interventi di politici e imprenditori del settore che ci tengono a farci sapere quali fantasmagoriche iniziative stiano intraprendendo per migliorare la sicurezza nei cantieri e quanto abbiano già fatto, ma purtroppo – sapete com’è – le tragiche fatalità avvengono, sono ineludibili. Tutta la narrazione dei palinsesti televisivi sposa questa versione dei fatti che nella pratica mira ad essere consolatoria. Si tirano in ballo ogni serie di giustificazioni, dalla poca perizia degli operai all’intervento divino (a rischio di trasformare una tragedia in una farsa https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/piemonte/tragedia-brandizzo-michael-zanera-premonizione-sui-social_69218117-202302k.shtml); si arriva a colpevolizzare addirittura Dio pur di non riversare l’attenzione sui veri responsabili di questa ecatombe: il capitale e la sua logica di profitto.

La classe imprenditoriale italiana, a differenza di come viene descritta sui media nazionali, è alla stregua di quella degli altri paesi capitalisti: sfruttatrice e stracciona tanto che per garantirsi una quota spropositata di profitto – anche in assenza di investimenti nella ricerca che possano rendere la loro azienda più competitiva sul mercato – si rifà, come sempre, sulle spalle dei lavoratori: precarietà, bassi salari, poca sicurezza nei cantieri diventano così una sorta di uovo di Colombo che riesce a garantire questi risultati.

In questa enorme operazione di rimozione ci si dimentica di tutte quelle misure adottate negli anni in ottemperanza al mito della competitività e dell’irragionevole crescita che hanno contribuito allo sfascio sociale di questa nazione. Infatti stupiscono (edulcoriamo) gli inviti degli esponenti delle opposizioni (piddini e pentastellati) a ricercare in parlamento nuove normative che mettano termine a questa guerra silenziosa, suonano falsi gli inviti a lavorare insieme per ricercare una soluzione quando soli pochi mesi fa le stesse forze politiche avevano approvato in parlamento l’abolizione definitiva di ogni limite al subappalto, prima ristretto ad una percentuale del valore dei lavori da svolgere, che è forse una tra le cause maggiori di questa piaga.  La portata di questa normativa era ben delineata nel film di Ken Loach del 2001 “Paul, Mick e gli altri” (https://www2.bfi.org.uk/films-tv-people/4ce2b85175c0b), per la cui sceneggiatura si avvalse dell’aiuto di Rob Dawber, ex dipendente delle ferrovie e sindacalista, che si reinventò una vita da scrittore dopo che fu licenziato per la sua attività politica. La trama narrata trae fonte d’ispirazione dal fallimento di alcune società ferroviarie britanniche in seguito alle politiche di privatizzazione massicce dei governi Thathcher (che bruci all’inferno, per dirla alla Barbero).

In una delle prime scene un dirigente dell’azienda subentrata in seguito alla privatizzazione chiarisce quale sia il nuovo ‘Protocollo di missione’, tra i punti declinati si prevedeva freddamente che “I decessi devono restare entro un livello accettabile”.

Chissà se la cifra di 3 morti al giorno (in Italia) rientrerebbe in questi canoni!!

Basta Precarietà! Basta Morti sul Lavoro!

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