STEFANOS KASSELAKIS, CHI È COSTUI? da IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
Cultura, Saperi, Università, Dialogo
13705
post-template-default,single,single-post,postid-13705,single-format-standard,cookies-not-set,stockholm-core-2.4.4,select-child-theme-ver-1.0.0,select-theme-ver-9.11,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_menu_,wpb-js-composer js-comp-ver-7.8,vc_responsive

STEFANOS KASSELAKIS, CHI È COSTUI? da IL FATTO

Nuova tragedia greca: il milionario Usa che fa il Che Guevara

Silvia Truzzi  28 SETTEMBRE 2023

Stefanos Kasselakis, chi è costui? Letteralmente un Carneade che nel giro di un mese ha scalato Syriza, il partito della sinistra greca guidato a lungo da Alexis Tsipras (travolto a giugno dalla batosta elettorale che ha portato la destra al governo e Syriza dal 30 al 17 per cento). Semi-sconosciuto fino a quest’estate, Kasselakis risiede a Miami, ha un’esperienza politica pressoché nulla, è sposato con un infermiere americano, è il primo gay dichiarato a candidarsi alla guida di un partito greco, dice di aver lasciato il suo Paese perché non sopportava una società in cui aveva paura di dichiarare il suo orientamento sessuale. È nato ad Atene 35 anni fa, ma è emigrato a 14 anni negli Stati Uniti, si è laureato in Economia all’Università della Pennsylvania, dal 2009 ha lavorato per cinque anni a Goldman Sachs – la banca d’affari che aiutò a truccare i conti della Grecia – ed erano proprio gli anni in cui gli speculatori (e l’Europa) avevano messo in ginocchio il suo Paese. Poi è diventato imprenditore, ha fondato una compagnia navale, con una flotta di tre navi da carico e due petroliere (la sinistra green!), rivendute l’anno scorso per un discreto gruzzolo. L’identikit perfetto per guidare una forza di sinistra, no? Non è un caso che qui da noi gongolino i Cerasa, che si augurano una medesima sorte per l’Italia, dimenticando che abbiamo già avuto Renzi, il quale quel che poteva fare per scassinare Stato sociale e Costituzione l’ha fatto.Esattamente un mese fa, il 28 agosto, Kasselakis aveva annunciato a sorpresa la sua candidatura alla leadership del partito, a meno di due settimane dal voto del primo turno, vincendo grazie a un’efficace strategia comunicativa sui social. Alle primarie di domenica, dove ha vinto con il 57 per cento delle preferenze, hanno votato 135mila membri del partito: 30 mila si erano iscritti in settembre, probabilmente per votare il compagno Stefanos (circostanza alquanto dubbia). Il programma? “Il Paese merita di avere presto un governo progressista, che metta le persone al centro e sappia gestire il futuro, le risorse e risolvere i problemi”. Il nulla: si potrebbe sostenere un governo che mette le persone in secondo piano e che non sia in grado di gestire il futuro? Lo slogan della “campagna elettorale” è stato “È arrivato il tempo di costruire il sogno greco”. Ora, a parte la retorica stantia del sogno americano traslocato sulle sponde del Mediterraneo, l’ascesa di questo ex trader in un partito fino a prova contraria di sinistra pone diversi interrogativi. Il più rilevante dei quali è se ci sia ancora spazio politico per una sinistra non liberista, che abbia come faro welfare, sanità e istruzione pubblica, lavoro garantito: uno spazio di rappresentanza c’è sicuramente perché le disuguaglianze sociali aumentano vertiginosamente, in Grecia e in tutto il mondo. Forse però non c’è più uno spazio di manovra, come del resto dimostra la parabola di Tsipras che nel 2015 aveva promosso un referendum contro l’austerità imposta dalla Troika, salvo poi far marcia indietro e tradire il voto dei cittadini: quando i partiti arrivano al governo si trovano di fatto impossibilitati a mettere in atto un programma coerente con le promesse elettorali (e questo vale anche per Giorgia Meloni), perché Goldman Sachs & C. contano più di qualunque premier o presidente. Nell’età della cittadinanza svuotata e dei social che si sono sostituiti all’agorà, in tre settimane si può scalare un partito, perfino da un altro continente, basta avere un po’ di soldi come fosse un reality show. Bisognerà capire, in Grecia come da questa parte del Mare nostrum, chi si occuperà dei

No Comments

Post a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.