POESIA: IL NEMICO DEL SOLE da PROSSO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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POESIA: IL NEMICO DEL SOLE da PROSSO

Una “vecchia” poesia (è del 1970) del poeta palestinese Samih al-Qasim, la cui forza, la cui bellezza crescono con il passar del tempo.

Red. 17/06/2024

Il nemico del sole

Perderò, forse, lo stipendio,

come tu lo desideri;

sarò costretto a vendere abito e materasso;

farò, forse, il portatore di pietre;

il facchino,

lo zappino di strada

oppure l’operaio in una officina;

forse sarò anche costretto a cercare nei letami

per trovare un grano da mangiare;

o forse morirò nudo e affamato.

Ciò malgrado non mi rassegnerò mai a te,

o nemico del sole!

Ma resisterò fino all’ultima goccia

di sangue nelle mie vene.

Tu mi potresti rubare l’ultimo palmo di suolo;

saresti capace di dare alle prigioni

la mia giovane età;

di privarmi dell’eredità di mio nonno:

degli arredamenti, degli utensili casalinghi

e dei recipienti.

Saresti pure capace di dare al fuoco

le mie poesie ed i libri miei

ed ai cani la mia carne.

Saresti – come è vero – un incubo

sul cuore del nostro villaggio,

o nemico del sole!

Ciò malgrado, non mi rassegnerò mai a te

e, fino all’ultima goccia

di sangue nelle mie vene

resisterò!…

Potresti spegnermi la luce che m’illumina la notte

e privarmi di un bacio di mia madre;

i ragazzi vostri sarebbero capaci di insultare

il mio popolo e mio padre;

qualche vigliacco di voi sarebbe capace di

falsificare pure la mia storia;

Tu stesso potresti privare i figli miei

di un abito di festa;

saresti capace di ingannare,

con falso volto,

gli amici miei,

crocifiggermi i giorni su una visione umiliante,

o nemico del sole!

Ciò malgrado, non mi rassegnerò mai a te

e, fino all’ultima goccia di sangue nelle mie vene

resisterò!…

O nemico del sole!

Nel porto vedo degli ornamenti,

dei segni di gioia;

sento delle voci allegre

e degli applausi entusiasti

che infuocano d’allegria la gola;

e nell’orizzonte vedo una vela

che sfida il vento e le onde

sormontando con fiducia i pericoli!

Questo è il ritorno di Ulisse

dal mare dello smarrimento.

Questo è il ritorno del sole

E dell’uomo espatriato!…

Per gli occhi di lui e della amata terra

giuro di non rassegnarmi mai a te

e fino all’ultima goccia di sangue nelle vene,

resisterò,

resisterò,

resisterò!…

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