ODESSA 2014, LA CORTE DI STRASBURGO CONDANNA L’UCRAINA da IL MANIFESTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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ODESSA 2014, LA CORTE DI STRASBURGO CONDANNA L’UCRAINA da IL MANIFESTO

Odessa 2014, la Corte di Strasburgo condanna l’Ucraina

La strage neo-nazista alla Casa dei sindacati La sentenza della Corte europea dei Diritti umani per le gravi negligenze della polizia, i ritardi dei soccorsi e il modo in cui sono state insabbiate le indagini. Ma derubrica l’assalto e l’incendio a “incidenti tra fazioni”

Ester Nemo  16/03/2025

A quasi 11 anni dai tragici fatti di Odessa – almeno 42 vittime nell’assalto di frange organizzate dell’ultradestra ucraina ai manifestanti “antiMaidan” rifugiatisi nell’edificio della Casa dei Sindacati – una sentenza della Corte europea dei Diritti umani (Cedu) ha condannato l’Ucraina per l’inazione e le gravi negligenze della polizia con la conseguente mancata protezione del «diritto alla vita» delle persone coinvolte, per i gravi ritardi dei soccorsi e per il modo in cui sono state sostanzialmente insabbiate tutte le indagini avviate in seguito sulla strage.

LA CAUSA, nota come «Vyacheslavova e altri contro Ucraina», era stata intentata da familiari delle vittime e sopravvissuti di quel drammatico 2 maggio 2014, quando i militanti dell’organizzazione neo-nazista Pravyj Sektor, uniti con gli ultras delle squadre di calcio Cornomorec’ Odessa e Metalist Kharkiv nelle file dei “pro-Maidan”, assaltarono e incendiarono l’edificio in cui avevano cercato rifugio i manifestanti della parte opposta. Le vittime sono morte bruciate o cercando di sfuggire alle fiamme gettandosi dalle finestre e dal tetto. Il più giovane era un ragazzo di 17 anni, membro della Gioventù comunista ucraina.

Ai ricorrenti la Corte di Strasburgo ha dato praticamente ragione su tutto, compreso l’inspiegabile ritardo (si parla di mesi) nella restituzione di una delle salme. Ai fini del risarcimento dovuto vengono considerate anche le problematiche mentali sofferte dai ricorrenti per la condotta delle autorità ucraine.

ALLO STESSO TEMPO, nel ricostruire il contesto di alta tensione creatosi nel Paese prima e dopo i fatti di piazza Maidan che portarono al regime change e alla svolta filo-occidentale dell’Ucraina, la sentenza della Cedu sottolinea il ruolo svolto «dalla disinformazione e dalla propaganda» russa. E senza mai citare Pravyj Sektor attribuisce ai manifestanti “anti-Maidan” l’inizio degli incidenti e dell’escalation che portò ai fatti tragici di quel 2 maggio, derubricati a incidenti tra due fazioni.

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