MOSCA: KIEV MINACCIA LA CENTRALE DI KURSK. L’AIEA VA IN MISSIONE da IL MANIFESTO
Mosca: Kiev minaccia la centrale di Kursk. L’Aiea va in missione
Fronte orientale. Allarme russo sull’impianto nucleare, ormai vecchio come quello di Chernobyl. Sul campo è stallo, da tutte e due le parti
Francesco Brusa 23/08/2024
I combattimenti si intensificano, ma sembra quasi più per ribadire uno stallo di fondo che per annunciare una svolta. Il capo dell’intelligence di Kiev Kyrylo Budanov ha confermato la «firma ucraina» dietro l’attacco su larga scala con droni di due giorni fa che ha raggiunto anche Mosca. Secondo l’alto ufficiale, sono stati mirati basi militari e centri per l’intercettazione di dati.
INTANTO, mentre prosegue l’incursione a Kursk, il presidente Zelensky si è recato nelle zone di confine di Sumy per incontrare il comandante in capo delle forze armate Oleksandr Syrsky. Da parte ucraina, viene fatto trapelare un certo ottimismo: è stata annunciata la conquista di un’altra località in territorio russo, mentre il generale responsabile per l’area di Sumy ha riferito di una diminuzione degli attacchi nemici così come delle morti civili. Tuttavia, è sempre di questi giorni la notizia della decisione di evacuare almeno 45mila residenti proprio per via della costante minaccia russa. Arrivano però anche notizie di una controffensiva nella regione di Karkhiv: lo ha annunciato sul proprio canale Telegram la terza brigata d’assalto dell’ex politico e fondatore del battaglione Azov, Andrei Biletsky. Stando al loro resoconto, si è verificato uno sfondamento del fronte di circa due chilometri.
SITUAZIONI molto simili anche sui fronti caldi del Donbass. A Pokrovsk, dove è in corso da tempo un’altra evacuazione, praticamente tutte le analisi militari concordano su un progressivo accerchiamento da parte dell’esercito del Cremlino, che potrebbe così a breve conquistare uno snodo logistico abbastanza importante.
Pure poco più a nord-est, attorno alle località di Toretsk e Niu-York, i russi stanno prendendo terreno. Queste avanzate, per quanto limitate nel contesto generale del conflitto, indicano che Mosca non è caduta in quella che poteva essere una potenziale «trappola» rappresentata dallo sconfinamento ucraino nell’oblast di Kursk, e non è dunque stata spinta a ridurre la propria presenza nel Donbass (come magari potevano sperare i più ottimisti dalle parti di Kiev). Inoltre, a rendere più fosco il quadro per l’Ucraina, un dispaccio di ieri pubblicato dall’Ap che segnala come a fronteggiare i progressi russi nell’est del paese siano troppo spesso unità di recente mobilitazione, non adeguatamente preparate a combattere.
DOVE NON ARRIVA il «fattore umano», però, a volte ci pensano le armi ad alta tecnologia e a lungo raggio: un missile ha centrato un treno merci che trasportava del carburante nel piccolo porto Kavkaz, sullo stretto di Kerch. Un segno che, almeno da lontano, la logistica russa verso la Crimea continua a trovarsi sotto minaccia. Si è verificato anche un significativo attacco con droni a un aeroporto militare nella regione di Volgograd.
Al solito, assieme alle offensive militari, si intensificano quelle propagandistiche e diplomatiche. Putin ha accusato ieri le forze ucraine di voler colpire la centrale nucleare di Kursk. La struttura, che si trova a circa 60 chilometri dal confine (più o meno, a una quarantina dalle postazioni controllate dall’esercito di Kiev) è la terza più grossa della Russia, e due dei suoi reattori – le unità 3 e 4 – sono di fattura simile a quella dei reattori che erano in uso alla centrale di Chernobyl e sono oramai vicini alla fine del loro ciclo vitale di funzionamento (di 45 anni).
NON È LA PRIMA volta che Mosca solleva l’argomento e le preoccupazioni per la sua sorte nel contesto dell’incursione ucraina nella regione sono iniziate praticamente fin dai primi giorni dello sconfinamento. Diversi report indicano che le truppe russe stanno scavando trincee a protezione dell’area e parte del personale impiegato nella centrale è stato ritirato. È notizia di ieri, però, che il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi ha confermato la propria visita al sito, che dovrebbe avvenire nei primi giorni della prossima settimana. «Dopo la mia visita a Kursk e in Russia sarò a Kiev, spero di parlare con Zelensky», avrebbe dichiarato Grossi.
Di nucleare, anche se in riferimento agli armamenti, si è discusso anche a Varsavia durante lo storico incontro tra il primo ministro polacco Tusk e il suo omologo indiano Modi, atteso oggi a Kiev per la prima volta dall’inizio del conflitto. Il primo ministro cinese Li Quiang, invece, da Mosca si recherà a Minsk da Lukashenko. Mentre la battaglia infuria, tutti parlano di pace e cooperazione.
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