M5S, GLI ISCRITTI PENSIONANO GRILLO. CONTE: “PROGRESSISTI INDIPENDENTI” da IL FATTO
Saperi. In assenza di un grande collettore politico prevalgono le specializzazioni, manca il dialogo tra i saperi e la frammentazione blocca le potenzialità del pensiero critico. Una parziale cartografia degli studiosi italiani di varie discipline
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M5S, GLI ISCRITTI PENSIONANO GRILLO. CONTE: “PROGRESSISTI INDIPENDENTI” da IL FATTO

M5S, gli iscritti pensionano Grillo. Conte: “Progressisti indipendenti”

Il leader si prende tutto – Il parricidio. L’assemblea manda via l’ex comico con il 63 per cento dei voti. L’ex premier: “È entrato a gamba tesa”

Luca De Carolis   25 Novembre 2024

Quando sullo schermo appaiono i numeri del parricidio, restano senza fiato anche i contiani più stretti. Anche i pretoriani dell’avvocato, radunati attorno al vincitore, rimangono stupiti. Non se l’aspettavano. Eppure è proprio così. Alle 16 e qualcosa di una domenica a Roma, sotto le volte razionaliste del Palazzo dei Congressi all’Eur, gli iscritti hanno cacciato Beppe Grillo dall’organigramma del Movimento. Il 63 per cento dei votanti nella Costituente ha cancellato la figura del garante, e con quella una storia di 15 anni nel Movimento per il suo fondatore, che lo battezzò sul palco del teatro Smeraldo a Milano, il 4 ottobre 2009. Ma le radici affondano ancora prima, nel Vaffa Day a Bologna del 2007, dove Grillo riempì piazza Maggiore. Un’altra era, chiusa dal voto della base, e dall’avvocato che si è preso tutto, Giuseppe Conte. “Abbiamo rischiato tutto, ma il fuoco del M5S è vivo” celebra lui dal palco. Poi colpisce: “Non mi sarei mai aspettato di avere il nostro garante a gamba tesa contro il processo costituente. Ho ricevuto battute velenose ma non è mai stato uno scontro tra me il garante”. E invece sì: è stata soprattutto la resa dei conti tra il fondatore che a Roma non si fa vedere, preoccupato dai probabili fischi di una platea che non è più la sua, e l’ex premier.

Il Conte che cerca e trova la standing ovation del pubblico e quella della base, con il quorum per le modifiche statutarie raggiunto agilmente – ha votato oltre il 61 per cento degli iscritti – e il via libera a tutte le sue preferenze politiche. Inclusa la collocazione nel fu campo largo come “progressisti indipendenti” (l’opzione votata dal leader) e il no con oltre l’83 per cento al divieto di alleanze, che se fosse passato avrebbe spinto Conte a salutare tutti. Invece ora è tutto suo, nel Movimento che saluta anche il totem dei due mandati – ma sulla formula esatta l’avvocato dovrà fare una sintesi tra le varie proposte approvate – con la maggior parte dei voti per la possibilità di candidarsi senza vincoli come sindaci o presidenti di Regione. Dal tesseramento alle risorse per i gruppi territoriali, passano anche tutte le innovazioni che trasformano il M5S che voleva essere fluido e né a destra né a sinistra in un partito, progressista. Tutti i paradigmi di Grillo sono spazzati via. Lui si limita a una battuta sul suo stato di WhasApp: “Da francescani a gesuiti”. Ora potrebbe chiedere la ripetizione del voto sulle modifiche statutarie, per cui nel secondo turno sarebbe comunque necessario il voto della metà più uno degli 89mila iscritti. Ma alcuni nel M5S sospettano che si muoverà sul piano legale, contestando a Conte l’uso del simbolo. Però l’avvocato dal palco già indica la rotta: “Dai quesiti direi che siamo progressisti. Però l’alleanza non è un dato precostituito, ma è un mezzo per cambiare la società. Siamo disponibili a sporcarci le mani”. Ma Conte vuole tenere una sua postura. Per questo all’ora di pranzo aveva dato spazio all’unico ospite politico, Sahra Wagenknecht, la leader della sinistra tedesca pacifista e che invoca “limiti all’immigrazione”, fondatrice del partito Bsw. Le ha fatto addirittura da simil-intervistatore, Conte, mentre in collegamento l’ex big della Linke celebrava le affinità: “Nella guerra in Ucraina c’è una corresponsabilità dell’Occidente e della Nato, è molto importante che le forze Ue che sono per un’Europa progressista e giusta si alleino”. Tanto che invita l’ex premier a Berlino, e lui accetta.

I 5Stelle, ora nel gruppo di The Left in Ue, aspettano le elezioni tedesche in febbraio per vedere se la probabile crescita elettorale di Bsw favorirà la creazione di un gruppo assieme a Wagenknecht. Nell’attesa, Conte celebra la cancellazione dei due mandati (definitiva, perché per cambiare il codice etico non serve il quorum): “Siete stanchi di combattere ad armi impari con altre forze politiche. Sui mandati formuleremo una proposta cum grano salis che voterete”. Saluti, dall’arena del parricidio.

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